85270 - Cippo a 7 partigiani fucilati a Cavezzo

Cippo in pietra con lapide in granella di marmo inserita nel corpo dello stesso. Vi sono incisi, in maniera rudimentale colorati con vernice nera, i nomi e gli estremi anagrafici dei Caduti, partigiani fucilati il 22 aprile 1945. Tra questi trovano posto le fotografie in ceramica degli stessi. Nella parte superiore del manufatto, ai due estremi, sono poste due lampade votive in marmo con le fiaccole verniciate di rosso. Il cippo ha una base in pietra su quattro livelli, a sua volta posta in una piccola area in cemento, recintata su tre lati. Ai piedi del cippo è infisso un vaso portafiori, sempre in pietra.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Ernesto Papazzoni, nei pressi dell’incrocio con Strada Statale 12
CAP:
41032
Latitudine:
44.838594142757614
Longitudine:
11.035659313201904

Informazioni

Luogo di collocazione:
Sotto il ciglio della strada
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Cippo, vaso portafiori e base in pietra. Lapide in granella di marmo. Fotografie in ceramica. Lampade votive in marmo. Rete e paletti in ferro.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Tra il 16 ed il 19 Aprile 1945, nel territorio di San Giovanni in Persiceto (Bo), un reparto tedesco (forse SS), seguendo la delazione di un fascista, rastrella la zona e cattura 8 uomini, legati alla Resistenza. Si tratta di Bruno Bencivenni, Ernesto Bettini, Adelio Cacciari, Walter Casari, Luigi Catalucci, Mario Risi, Ivo Vandelli ed Amleto Azzani (“Chalie”).
Solitamente, una volta catturati, i partigiani hanno la sorte già decisa: gli aspetta la morte, spesso preceduta da torture. In questo caso, però, i tedeschi conducono con se i prigionieri lungo la ritirata verso il Po. Forse vogliono utilizzarli come garanzia d’immunità fino a quando non raggiungeranno il grosso delle loro unità.
Durante la marcia, che si protrae per un giorno intero, ai partigiani non viene concesso né di bere, né di mangiare. Ad essi è anche ed inspiegabilmente unito come prigioniero un milite fascista; forse i tedeschi lo ritengono un disertore. Poco dopo la mezzanotte del 22 Aprile la marcia s’interrompe nella zona di Cavezzo (Mo) per trovare sosta nella casa di un fascista e ciò fino al mattino, quando i soldati con i loro prigionieri riprendono il cammino lungo la strada statale che porta al Passo del Brennero (attuale S.S. 12), meta finale di tutti i reparti germanici in fuga dall’avanzata degli Alleati.
Ma il percorso non dura molto. Lungo la strada che conduce a Medolla (Mo), il gruppo si ferma presso una casa colonica. I prigionieri vengono slegati dalle funi che cingono le loro mani. Poi inizia il massacro. Il primo ad essere ucciso è il milite fascista di cui qui si ignora il nome. I partigiani tentano una disperata quanto vana fuga alla ricerca di un riparo e della salvezza, in un terreno completamente pianeggiante. Vengono tutti colpiti alla schiena in un macabro tiro al bersaglio. Solo Amleto Azzani riesce miracolosamente a scampare alla mattanza.
Esiste, tuttavia, un’altra versione dell’episodio, che differisce sostanzialmente nella modalità di cattura degli otto partigiani. Ciò sarebbe avvenuta nelle prime settimane dell’Aprile 1945, sempre nella zona di San Giovanni in Persiceto, ad opera di un reparto di alpini repubblicani in azione di rastrellamento, in cui erano stati arrestati numerosi partigiani, detenuti nella scuola della frazione di Lorenzatico. Successivamente i prigionieri erano stati affidati alle Brigate Nere e per alcuni giorni avevano subito le loro angherie a base di percosse. Poi, in una sorta di “scaricabarile”, visto che ormai la fine della RSI era imminente, il 21 Aprile (giorno della liberazione di Bologna da parte degli Alleati e dei militari del rinato Regio esercito italiano) questi erano stati consegnati al reparto tedesco che poi si macchierà dell’eccidio dei 7 nei pressi di Cavezzo.
Quanto ad Azzani, egli riesce a tornare a San Giovanni in Persiceto e a comunicare ai familiari delle vittime la sorte dei propri compagni, non prima di aver avuto l’aiuto del CLN di Cavezzo per il recupero e la ricomposizione delle salme.
Bruno Bencivenni (“Lupo”), nato a San Giovanni in Persiceto il 30 Novembre 1920, ivi residente, operaio, sposato. Già militare di artiglieria (o fanteria) nel Regio esercito e, successivamente, partigiano nel Battaglione “Antonio Marzocchi” della 63a Brigata Garibaldi “Bolero”. Alla sua Memoria è stata conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare. E' sepolto nel monumento ossario ai Caduti partigiani della Certosa di Bologna.
Ernesto Bettini, nato a San Giovanni in Persiceto il 21 Settembre 1925, ivi residente, operaio alla “Minganti”. Partigiano nel Battaglione “Antonio Marzocchi” della 63a Brigata Garibaldi “Bolero”.
Adelio Cacciari, nato a Castello d’Argile (Bo) il 18 Ottobre 1917, residente a S. Giorgio di Piano (Bo), mezzadro. Già caporal maggiore d’artiglieria nel Regio esercito e, successivamente, partigiano nel Battaglione “Rufillo Tolomelli” della 2a Brigata Garibaldi “Paolo”. E’ sepolto nel Cimitero di Gherghenzano (San Giorgio di Piano).
Walter (o Walther) Casari, nato a San Felice sul Panaro (Mo), il 12 Settembre 1922, residente a San Giovanni in Persiceto, colono. Partigiano nel Battaglione “Antonio Marzocchi” della 63a Brigata Garibaldi “Bolero”.
Luigi Catalucci, nato ad Ascoli Piceno il 6 Maggio 1916, residente a San Giorgio di Piano. Partigiano nella 2a Brigata Garibaldi “Paolo”. E’ sepolto nel Cimitero di Gherghenzano (San Giorgio di Piano).
Mario Risi, nato a San Giovanni in Persiceto il 13 Aprile 1921, ivi residente, operaio. Già militare in fanteria nel Regio esercito e, successivamente, partigiano nel Battaglione “Antonio Marzocchi” della 63a Brigata Garibaldi “Bolero”.
Ivo Vanelli, nato a San Giovanni in Persiceto il 13 Maggio 1908, ivi residente in località Zenerigolo, bracciante. Partigiano nel Battaglione “Antonio Marzocchi” della 63a Brigata Garibaldi “Bolero”.

Contenuti

Iscrizioni:
13 – 5 – 908 22 – 4 – 945
VANELLI IVO

2 – 9 – 922 22 – 4 – 945
CASARI WALTER
13 – 4 – 921 22 – 4 – 945
RISI MARIO
30 – 11 – 920 22 – 4 – 945
BENCIVENNI BRUNO
21 – 9 – 925 22 – 4 – 945
BETTINI ERNESTO
6 – 5 – 916 22 - 4 – 945
CATALUCCI LUIGI
18 – 10 – 917 22 – 4 – 945
CACCIARI ADELIO
Simboli:
Fiaccole

Altro

Osservazioni personali:
Sul cippo la data di nascita di Casari è indicata come il 2 settembre anziché il 12 dello stesso mese.

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