283348 - Cippo a Giovanni Finardi, partigiano trucidato presso Prugnolo di Cella Dati (CR)

Il cippo è dedicato al partigiano Giovanni Finardi, qui ucciso dalle truppe tedesche in ritirata la notte tra il 26 ed il 27 Aprile 1945. Si trova nei pressi di Cella Dati, al margine di un terreno ad uso agricolo, a ridosso di un canale di scolo, all’intersezione della Strada Provinciale n. 87 con Via Prugnolo, strada che conduce all’omonima frazione. E’ costituito da una croce cristiana di marmo che poggia su un corpo di cemento a pianta rettangolare e con il profilo a forma di trapezio rettangolo. Sul lato inclinato del corpo è collocata una lapide rettangolare di marmo. Questa reca incisi il nome del Caduto, l’età e la data di morte. I caratteri sono stati riempiti con vernice di colore nero che il trascorrere del tempo ha quasi completamente eroso. Il basamento è a pianta rettangolare, anch’esso realizzato in cemento. Sul lato destro del cippo (rispetto a chi guarda) è stata piantata una siepe di sempreverde.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Prugnolo
Indirizzo:
Strada Provinciale n. 87 (Via Giuseppina) Km. 12+400, angolo Via Prugnolo.
CAP:
26040
Latitudine:
45.098261
Longitudine:
10.208682

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada, oltre canale di scolo di un terreno ad uso agricolo.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la croce cristiana e per la lapide su cui è incisa l’epigrafe. Cemento per il corpo ed il basamento del cippo. Vernice di colore nero a riempimento dei caratteri dell’epigrafe.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Cella Dati
Notizie e contestualizzazione storica:
Giovanni Finardi era nato il 23 Maggio 1927 a Gussola (Cr) e studiava alla scuola per geometri di Cremona. Era legatissimo alla sorella Rosa, di dieci anni più giovane, che lo ricorderà come un ragazzo pieno di vita e ideali, che odiava la guerra. Era inoltre un tipo atletico e sportivo, tant’è che giocava a calcio nella squadra della “Cremonese”, sebbene fosse una riserva. Era fidanzato con Gina, una bella ragazza anche lei di Gussola. Seguendo i propri ideali si era unito ad una formazione partigiana locale.
Nei giorni di fine Aprile’45 tutti i territori posti lungo il corso padano del Po videro l’affluire di reparti tedeschi in ritirata dopo lo sfondamento alleato della “Linea Gotica” e la fuga disperata dei fascisti.
Il 26 Aprile 1945 Giovanni Finardi trascorse il pomeriggio a Gussola con gli amici e, a sera, decise di andare a casa della fidanzata, nonostante il padre, Santo, lo avesse sconsigliato di farlo per non incontrare i tedeschi, ancora molto pericolosi ed in cerca di ostaggi per proteggersi da attacchi nemici. Ha indosso la tuta di un aviatore americano il cui apparecchio era stato abbattuto il giorno precedente dalla contraerea.
Purtroppo la previsione del padre si era avverato ed il giovane fu catturato insieme ad altri da un gruppo di militari germanici. Tutti i prigionieri erano stati caricati su una camionetta che aveva lasciato Gussola seguendo la Via Giuseppina per Cremona.
Il padre del giovane, avvertito della cattura, si era portato subito a Gussola ma i tedeschi erano già partiti. Allora, con la forza della disperazione e con tutto l’amore per il figlio, tentò di seguirla a piedi.
Non sapremo mai cosa avrà avuto in testa Giovanni in quei momenti. Probabilmente la paura dell’incertezza per la sua sorte, l’aria di libertà che si cominciava a respirare, l’affetto per la famiglia e l’amore per la sua Gina, lo indussero a tentare una fuga improvvisa e disperata. Era ormai notte e il buio poteva favorirlo in questo tentativo.
Mentre il convoglio stava percorrendo la Via Giuseppina, poco oltre l’abitato di Cella Dati, all’altezza del bivio per la frazione di Prugnolo, Giovanni si era gettato fuori dalla camionetta, imitato da un altro prigioniero, Giuseppe Marconi, detto “Ciciu”.
I tedeschi, immediatamente ripresisi dalla sorpresa, iniziarono a sparare sui due uomini. La fuga disperata attraverso i campi venne interrotta da una raffica di arma automatica che ferì mortalmente Giovanni, ma che “risparmiò” Giuseppe Marconi. “Ciciu”, infatti, riuscì a porsi in salvo.
Giovanni, gettato in un fossetto, agonizzò a lungo, ma quando il padre lo ritrovò era ormai morto. Allora Santo il corpo del figlio e lo portò in braccio fino al Cimitero di San Lorenzo Mondinari (Cella Dati). Da qui il corpo di Giovanni Finardi fu ricomposto nei locali dell’asilo di Gussola, insieme a quelli di altri 13 caduti nel territorio in quei giorni di fine Aprile.
Giovanni Finardi ora riposa nel Sacrario dei Caduti civili e partigiani nel Cimitero di Gussola.

FONTI:

• Giuseppe Azzoni, Giorgio Carnevali, Angelo Locatelli ed Ennio Serventi (a cura di) “Pietre della memoria. I Caduti cremonesi nella Resistenza (1943-1945). Cippi, lapidi, monumenti”, Anpi, Anpc, Provincia di Cremona, Fantigrafica Srl, Cremona, 2010.

• Michela Garatti “Quella croce in cemento sulla Giuseppina ricorda Giovanni Finardi, 17 anni, ucciso dai tedeschi il 26 Aprile '45. Perchè? Aveva la divisa di un pilota americano abbattuto e cercò di scappare” su “Cremona Sera” del 26 Aprile 2025, quotidiano online, all’indirizzo https://cremonasera.it/cronaca/quella-croce-in-cemento-sulla-giuseppina-ricorda-giovanni-finardi-17-anni-ucciso-dai-tedeschi-il-26-aprile-45-perch-aveva-la-divisa-di-un-pilota-americano-abbattuto-e-cerc-di-scappare (consultato in data 26 Aprile 2025).

Contenuti

Iscrizioni:
IL GIORNO DELLA VITTORIOSA INSURREZIONE
HA VISTO IN GUSSOLA IL SACRIFICIO
DELLO STUDENTE IN GEOMETRIA
GIOVANNI FINARDI
DI ANNI 18
DOVE FU STRONCATA LA SUA BUONA ESISTENZA
DALLA BARBARIE NAZIFASCISTA
IL 27 IV 1945
Simboli:
La croce cristiana di marmo che costituisce la parte principale del cippo.

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps: 45.098261, 10.208682

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