225828 - Cippo a Salvatore Galiero – Stabbia di Cerreto Guidi (FI)

Il cippo è dedicato a Salvatore Galiero, guardia scelta della Polizia repubblicana, una delle tante vittime di quella che è conosciuta come la strage del Padule di Fucecchio quando, il 23 Agosto 1944, l’unità esplorante della 26a Panzer-Division, in azione antipartigiana, massacrò almeno 174 persone (3 soli i partigiani), compresi vecchi, donne e bambini, lungo i margini dell’area palustre delimitata dai Comuni di Fucecchio (Fi), Cerreto Guidi (Fi), Larciano (Pt), Monsummano Terme (Pt) e Ponte Buggianese (Pt). Il cippo si trova lungo il margine della strada, a ridosso di un canale di scolo. E’ costituito da uno zoccolo trapezoidale di marmo a pianta rettangolare. Sopra di esso si trova una lapide marmorea pentagonale: per tre quarti è di forma rettangolare, mentre la parte restante assume la forma di un timpano con i lati a spiovente. Sulla lapide è incisa l’epigrafe i cui caratteri sono stati riempiti con vernice di colore nero. Vi è riportato il nome del Caduto, l’età e la data della sua morte. Data la posizione in cui il cippo è stato eretto, questi è stato rafforzato da una successiva struttura di sostegno (presumibilmente in laterizio o pietra, rivestiti da intonaco) che abbraccia da tergo la lapide e si sviluppa sotto lo zoccolo in un profondo blocco a pianta rettangolare.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Stabbia
Indirizzo:
Via Brugnana
CAP:
50050
Latitudine:
43.7926571
Longitudine:
10.8282401

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Laterizio, Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la lapide e per lo zoccolo. Vernice di colore nero a riempimento dei caratteri che formano l'epigrafe. Pietra o laterizio intonacati per la struttura di sostegno del cippo.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Cerreto Guidi
Notizie e contestualizzazione storica:
La strage del Padule di Fucecchio, 23 Agosto 1944

Dalla scheda di Marco Conti per il sito “Straginazifasciste.it”:

“Dalla metà di Luglio del 1944 il fronte in Toscana si era arrestato sulla linea dell’Arno. L’area del Padule di Fucecchio vedeva la presenza della piccola formazione partigiana “Silvano Fedi”, composta da poche decine di uomini e operativa nella zona di Ponte Buggianese. Più consistenti le formazioni presenti sui colli del Montalbano, a ridosso dell’area palustre. Nelle settimane d’Agosto che erano servite alle truppe tedesche per preparare la ritirata sulla Linea Gotica, non erano mancati in quest’area di transito, episodi di sabotaggio, piccole scaramucce e alcune uccisioni di soldati tedeschi. Assieme alle operazioni antipartigiane, le truppe di occupazione operavano gli usuali rastrellamenti volti a reperire forza lavoro e molte persone (sia residenti che sfollati) si nascosero proprio nell’area del Padule. La percezione, quindi, di operare in un’area caratterizzata dalla presenza di banditi e civili, anch’essi potenziale ostacolo alle operazioni della ritirata, spinse i comandi della 26a Divisione corazzata della Wehrmacht (26a Panzer-Division), guidata dall’allora colonnello Peter Eduard Crasemann (ufficiale che dal 20 Aprile 1943 operò per un anno scarso sul Fronte orientale) ad organizzare un sistematico rastrellamento. Secondo le testimonianze tedesche rilasciate in sede processuale si riteneva che ci fosse la presenza di circa 2/300 partigiani. All’alba del 23 Agosto 1944 piccole pattuglie del reparto esplorante divisionale (26° Aufklärungs-Abteilung), appoggiate dall’artiglieria, circondarono l’area del Padule e progressivamente la passarono al setaccio, senza però addentrarsi troppo nell’interno. Ed era proprio ai bordi del Padule che la maggior parte della popolazione sfollata era acquartierata. Chiunque s’imbatté nelle truppe tedesche venne passato per le armi o ucciso all’istante. L’artiglieria sparò direttamente su molte abitazioni della zona. Solo alcuni, profittando della conformazione del territorio, riuscirono a salvarsi. Alcune case e capanne venivano incendiate. Il capitano Joseph Strauch fece la parte del leone visto che, oltre a operare sul campo, diede le indicazioni ai tenenti che guidavano le varie pattuglie (…). Verso le ore 14:00 l’operazione poteva dirsi conclusa. Tutte le vittime furono ritrovate dai familiari o dai parroci della zona, mentre, in un primo momento, furono gli stessi tedeschi a caricare alcuni corpi sui camions per ammassarli in improvvisate fosse comuni. Tedeschi che addirittura operarono le prime cure nei confronti di alcuni feriti. Certa fu la presenza di fascisti locali, soprattutto nell’area dell’Anchione, che collaborarono con i tedeschi visto che la zona era ricoperta da una folta e alta vegetazione lasciata così appositamente dalla popolazione come protezione da eventuali rastrellamenti. Servivano dunque delle guide. Ma fascisti locali che operarono attivamente risultarono presenti anche nell’area Monsummanese e nel Larcianese secondo le testimonianze dei sopravvissuti. “

1. Salvatore Galiero, nato il 31 Agosto 1902 a Calvizzano (Na), residente a Genova, guardia scelta della Polizia repubblicana in forza alla Questura di Torino. Ucciso dai tedeschi a Stabbia il 23 Agosto 1944.

Contenuti

Iscrizioni:
QUI FU UCCISO
DAL PIOMBO TEDESCO
GALIERO SALVATORE
DI ANNI 42
IL 23 AGOSTO 1944
MENTRE PORTAVA
AIUTO E RIFORNIMENTI
A FAMIGLIE
NASCOSTE NELLE PALUDI
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps: 43.7926571, 10.8282401

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