259953 - Cippo a sei partigiani caduti alle Tombe di Maccaretolo – San Pietro in Casale (BO)

Il cippo ricorda la morte avvenuta nella zona di Maccaretolo di sei partigiani: cinque sono stati uccisi dai fascisti il 17 Settembre 1944 durante un rastrellamento, mentre un altro, Alberto Buttieri, cadde in combattimento il 22 Aprile 1945 contro le truppe tedesche in ritirata. Il manufatto si trova lungo il margine della strada, in una piccola superficie delimitata da un cordolo di cemento e protetto da una recinzione di metallo. Vi si accede attraverso un cancello che si apre nella parte anteriore. Il cippo, in pietra, è costituito essenzialmente da tre parti: basamento, zoccolo e una colonna tronca. Il basamento è a pianta rettangolare (su tre livelli decrescenti, di altezza diversa) e nella sua parte frontale è composta la dedica a questi Caduti mediante caratteri di bronzo in rilievo. Lo zoccolo contiene una lapide quadrata di marmo in cui si trovano collocati i ritratti in ceramica dei sei partigiani (su tre file da due) ciascuno racchiuso in una cornice ovale di bronzo. Sotto ad ognuno è riportato il relativo nome e cognome attraverso caratteri di bronzo in rilievo. Non pare esservi una disposizione che segua un ordine apparentemente logico. Ai fianchi della lapide si trovano dei motivi decorativi a ricciolo. La soprastante colonna tronca, a base semicircolare, poggia a sua volta su un triplice, sottile, basamento a livelli decrescenti: quello inferiore a pianta rettangolare e gli altri due a pianta semicircolare.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Maccaretolo, località Tombe
Indirizzo:
Via Giuseppe Setti, 2005
CAP:
40018
Latitudine:
44.71483
Longitudine:
11.45333

Informazioni

Luogo di collocazione:
Piccola area recintata ricavata lungo il margine della strada.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Pietra per l'intera struttura del cippo. Marmo per la lapide. Ceramica per i fotoritratti dei Caduti. Bronzo per tutti i caratteri in rilievo e per la cornici che racchiudono le immagini dei partigiani. Metallo per la recinzione di protezione. Cemento per il cordolo che delimita la superficie in cui è inserito il cippo.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di San Pietro in Casale
Notizie e contestualizzazione storica:
Dalla scheda della prof.ssa Roberta Mira per il sito www.straginazifasciste.it

Il 17 Settembre 1944 fascisti provenienti da Bologna, appoggiati da quelli di San Pietro in Casale, operarono un rastrellamento nella frazione di Maccaretolo (San Pietro in Casale) fino alla Valle delle Tombe, una zona paludosa in cui erano nascosti partigiani e civili provenienti dalla frazione Ponticelli di Malalbergo (Bo). Il giovane Idalgo Cantelli, che faceva parte del movimento partigiano, lasciò la sua abitazione non appena seppe del rastrellamento in atto e si nascose in un campo nella Valle delle Tombe per evitare di essere catturato, ma i fascisti lo individuarono e lo uccisero. Con lui furono uccisi i partigiani Dino Mazzucchelli, Omar Nanni e Gianfranco Versura. Giuseppe Setti si trovava a letto malato e avuta notizia che era in corso un rastrellamento uscì di casa per cercare di nascondersi ed evitare di essere catturato, ma fatti pochi passi fuori di casa i fascisti gli spararono e lo uccisero.

• Alberto Buttieri, nato a San Pietro in Casale il 16 Settembre 1894, ivi residente; bracciante. Partigiano appartenente al Battaglione “Rufillo Tolomelli” della 2a Brigata Garibaldi “Paolo”. Caduto a Maccaretolo il 22 Aprile 1945.

• Idalgo Cantelli, nato a Malalbergo il 21 Gennaio 1929 (2), ivi residente; barbiere. Partigiano appartenente al Btg. “Dino Gotti” della 4a Brig. Garibaldi “Remigio Venturoli”.

• Dino Mazzucchelli, nato a Malalbergo il 22 Agosto 1911, ivi residente; bracciante. Il 30 Novembre 1931 fu arrestato insieme ad una decina di antifascisti di Malalbergo e ammonito per propaganda sovversiva. Il 17 Dicembre successivo fu liberato ed ammonito. Nel 1936 e nel 1937 fu in Etiopia, ma non è noto se come militare o come lavoratore. Militare nel Regio esercito in un reparto di fanteria operante in Grecia dal 1939 al 1941. Partigiano appartenente al Btg. “D. Gotti” della 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli”.

• Omar Nanni, nato a Malalbergo il 20 Maggio 1915, ivi residente; bracciante. Partigiano appartenente al Btg. “D. Gotti” della 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli”.

• Giuseppe Setti, nato a San Pietro in Casale il 17 Marzo 1901, ivi residente; bracciante (3). Partigiano appartenente alla 2a Brig. Garibaldi “Paolo”.

• Gianfranco Versura, nato a Malalbergo l’11 Giugno 1922, ivi residente; bracciante. Militare nel Regio esercito in un reparto di artiglieria dal 23 Gennaio 1942 all'armistizio. Partigiano appartenente al Btg. “D. Gotti” della 4a Brig. Garibaldi “R. Venturoli”.

Tutti questi partigiani sono ricordati anche nel Sacrario dei Caduti della Guerra di Liberazione di Piazza del Nettuno, a Bologna.

NOTE:

1. Nel volume “Cippi e lapidi della memoria”, edito dal Comune di San Pietro in Casale ed Anpi (Tipografia Altedo 2004), la data di nascita è fatta risalire al 16 Gennaio 1884.

2. Nel volume “Cippi e lapidi della memoria”, l'anno di nascita risulta il 1928.

3. Nel volume “Cippi e lapidi della memoria” la sua professione risulta essere quella di muratore.

Note sui presunti responsabili:

• Angelo Baraldi, nato a San Pietro in Casale il 14 Agosto 1902, squadrista e membro del Partito nazionale fascista e della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, dopo il 1943 fu iscritto al Partiti fascista repubblicano e poi membro delle Brigate Nere; fu commissario prefettizio a San Pietro in Casale e da alcuni fu accusato di aver riorganizzato il Partito fascista a San Pietro in Casale. Latitante. Imputato davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna per collaborazionismo. Condannato.

• Peppino Sorghi, nato a San Pietro in Casale il 2 Novembre 1926, residente a Maccaretolo, milite della Guardia Nazionale Repubblicana. Detenuto e imputato in un procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna per collaborazionismo. Condannato e amnistiato.

Estremi e Note sui procedimenti:

Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Sorghi Peppino imputato per collaborazionismo per aver partecipato come milite della G.N.R. al rastrellamento nella zona della Valle delle Tombe del 17 Settembre 1944. Negli interrogatori e al dibattimento Sorghi dichiarò che il 17 Settembre 1944 si trovava a San Pietro in Casale perché si era allontanato dal reparto di appartenenza senza autorizzazione e che per evitare di incorrere in punizioni per questo motivo, quando fu avvisato del rastrellamento in atto, si affrettò a recarsi a casa per mettersi in divisa e poi si unì ai rastrellatori. Sorghi disse di essere comunque stato punito dopo il suo rientro al reparto con una ventina di giorni di cella di rigore. Alcuni testimoni dichiararono che Sorghi, pur disarmato, salì sul camion che si recò nella località Valle delle Tombe per rastrellarla dopo che in quella zona si erano uditi spari. La Corte lo ritenne colpevole del reato di collaborazionismo, ma gli inflisse una pena relativamente lieve in considerazione della sua età (minorenne) e delle attenuanti generiche. Condannato con sentenza 18 Maggio1946 a 4 anni e 5 mesi di reclusione, presentò ricorso, ma poi chiese di ritirarlo e fu scarcerato provvisoriamente per amnistia il 27 Luglio 1946. La Cassazione dichiarò cessata l’esecuzione della sentenza per amnistia il 13 Agosto 1946.

Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Baraldi Angelo, accusato di collaborazionismo e di aver partecipato al rastrellamento del 17 Settembre 1944 nella Valle delle Tombe. Diversi testimoni accusarono Baraldi di aver preso parte al rastrellamento armato, di aver ucciso Setti e di aver detto ai rastrellati che nella Valle c’erano 4 “vostri compagni” uccisi e “la colpa è vostra”. Baraldi ebbe anche testimoni a favore che dichiararono che l’ordine del rastrellamento era stato impartito dal federale Pietro Torri e che Baraldi dovette parteciparvi. Con sentenza del 7 Ottobre 1946 la Corte ritenne Baraldi colpevole di collaborazionismo e omicidio continuato poiché guidò il rastrellamento ordinato da Torri, e, anche se non fu provato, che avesse preso parte direttamente alle uccisioni. Per questo doveva rispondere delle conseguenze dell’operazione da lui capeggiata. La Corte lo condannò a 12 anni di reclusione, concedendo il condono di 9 anni in base all’amnistia a condizione che Baraldi, che era latitante, si costituisse.

Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Giampino Francesco (nato a Palermo il 29 Aprile 1920, milite della G.N.R.) imputato per collaborazionismo con partecipazione al rastrellamento del 17 Settembre 1944 e di omicidio (per un episodio diverso). Giampino disse di essersi trovato a San Pietro in Casale in occasione del rastrellamento perché si era recato a casa dei suoi parenti che vivevano a San Pietro e non per prendere parte all’operazione. Fu assolto per non aver commesso il fatto con sentenza del 2 Dicembre 1946.

Contenuti

Iscrizioni:
MAZZUCCHELLI DINO
NANNI OMAR

CANTELLI IDALGO
VERSURA GIANFRANCO

SETTI GIUSEPPE
BUTTIERI ALBERTO

GLORIA ETERNA
AI CADUTI
PER LA LIBERTA' 1945
Simboli:
La colonna spezzata rappresenta una vita precocemente interrotta.

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps:
44.71483, 11,45333

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