58102 - Cippo ad Aurelio Tarroni, Alfredo Ballotta, Janez Repar – Alfonsine

Cippo in memoria di tre partigiani uccisi dai fascisti il 23 aprile 1944. Janez Repar  era uno slavo unitosi ai partigiani per combattere per la libertà.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Nuova, 10
CAP:
48011
Latitudine:
44.509148
Longitudine:
11.992070000000012

Informazioni

Luogo di collocazione:
lato strada carrabile in campagna
Data di collocazione:
sconosciuta
Materiali (Generico):
Laterizio, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Basamento in laterizio, piedistallo in laterizio, lapide in marmo
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Non conosciuto
Notizie e contestualizzazione storica:
Aurelio Tarroni era nato ad Anfonsine (Ravenna) nel 1907, e fu fucilato a Ravenna il 24 aprile 1944, Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.
Era il vice comandante di una Divisione partigiana operativa nel Ravennate e la sera tra il 22 e il 23 aprile del 1944 si era fermato per riposare, in una casa colonica detta “la Zanchetta”, con il suo comandante (Alfredo Ballotta) e altri due partigiani. Alle prime luci dell’alba i nazifascisti diedero il via a un massiccio rastrellamento nelle campagne tra Alfonsine e Fusignano, che sorprese sette partigiani che si erano fermati nel fienile del mezzadro Ettore Zalambani. Dopo ore ed ore di combattimento, i sette patrioti furono tutti massacrati e i nazifascisti investirono anche “la Zanchetta”.
Inutile il tentativo di sganciamento: Ballotta fu colpito a morte; Tarroni, ferito ad una spalla fu catturato col partigiano Antonio Montanari e con lo slavo Reper Janez, che militava nella stessa formazione. Ai nazisti fu affidato il compito di interrogare Tarroni, trovato in possesso di delicati documenti. Il ferito fu legato per i piedi e calato a testa in giù in un pozzo; poi i suoi aguzzini lo legarono per i polsi all’inferriata di una finestra e gli accesero un fuoco sotto i piedi e, visto che non parlava, lo costrinsero a camminare, scalzo e con i piedi ustionati, per oltre un chilometro. Il tormento di Tarroni si concluse nel carcere di Ravenna, dove le camicie nere lo prelevarono e lo fucilarono a ridosso del muro del cimitero con il mezzadro Zalambani e Reper Janez.
Col nome di Aurelio Tarroni fu subito chiamato un distaccamento della XXVIII Brigata Garibaldi, che operava nella zona al comando di Arrigo Boldrini “Bulow”.
Nel dopoguerra, alla memoria di Tarroni, è stata concessa la decorazione al valore con questa motivazione: “Organizzatore e comandante di formazioni partigiana, già largamente noto per audacia, per capacità e per valore, durante una riunione tenuta in una casa, improvvisamente circondato da forze nemiche, resisteva a lungo con eroico accanimento sino a che, terminate le munizioni, caduti quasi tutti i compagni, lui stesso ferito, veniva preso prigioniero dai tedeschi. Subito sottoposto a barbare torture manteneva contegno fiero ed altamente esemplare nulla rivelando e, rivendicando la sua fede nella Patria e nella Libertà, affrontava la morte che gli veniva brutalmente data”.

(fonte ANPI)

Contenuti

Iscrizioni:
AURELIO TARRONI
N. 10.3.1907
ALFREDO BALLOTTA
N. 9.10.1908
JANEZ REPAR
(IUGOSLAVIA)
CADUTI PER LA LIBERTÀ IL 23.4.1944
Simboli:
Non ci sono simboli. Sono presenti le foto dei due italiani caduti.

Altro

Osservazioni personali:
In aperta campagna. una vecchia foto che ritrae il cippo testimonia che il riferimento al partigiano jugoslavo è stato aggiunto in un secondo momento rispetto alla collocazione iniziale. Il nome , infatti, non compariva nel cippo fotografato nel 1993 per una precedente pubblicazione sulle lapidi commemorative.

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