250662 - Cippo ad un partigiano e quattro disertori fucilati in Via Cinquanta – San Giorgio di Piano

Il 12 Dicembre 1944 militi fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana catturarono a San Giorgio di Piano 9 loro ex-commilitoni con l’accusa di diserzione e li fucilarono in due gruppi distinti, uno di quattro in Via Centese e gli altri in Via Cinquanta. Il cippo dedicato a quest’ultimi caduti è stato eretto nel 1951 per la volontà dell’Anpi di San Giorgio di Piano e si trova nel luogo della loro esecuzione, lungo il margine della strada, in un’apposita, piccola, area. Si tratta di un parallelepipedo a pianta rettangolare realizzato con pietre, poi intonacate. La spalla sinistra (rispetto a chi guarda) è tagliata trasversalmente. All’interno di questa struttura è inserita una lapide rettangolare di marmo su cui è incisa l’epigrafe. Questa riporta i cognomi delle cinque vittime (disposti in un parziale ordine alfabetico) con la sola iniziale del nome, la data della comune morte, la dedica dell’Anpi di San Giorgio di Piano e l’anno di posa. Tutte le incisioni sono state riempite con vernice di colore nero. Il cippo è adagiato all’estremità di una soglia di forma rettangolare costituita da ciottoli di fiume e delimitata ai lati da quattro paletti di ferro. Completa la descrizione del sito la presenza di un vaso portafiori di mamo posto in posizione centrale dinanzi al cippo.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Cinquanta
Indirizzo:
Via Cinquanta
CAP:
40016
Latitudine:
44.6576268
Longitudine:
11.3845464

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area dedicata lungo il margine della strada.
Data di collocazione:
1951
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Pietra e calce per la struttura portante del cippo. Marmo per la lapide e per il vaso portafiori. Vernice di colore nero a riempimento dei caratteri che compongono l’epigrafe. Ciottoli di fiume a rivestimento della soglia. Ferro per i quattro paletti che delimitano la superficie in cui è collocato il cippo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di San Giorgio di Piano e locale sezione Anpi.
Notizie e contestualizzazione storica:
Dalla scheda della prof.ssa Roberta Mira per il sito www.straginazifasciste.it:

La notte del 12 dicembre 1944 il reparto Arditi della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) al comando del capitano Gaspare Pifferi eseguì un’operazione nel territorio compreso tra i Comuni di San Giorgio di Piano e di San Pietro in Casale (Bo) per catturare alcuni uomini considerati disertori della G.N.R. dal Comando provinciale della Guardia. Gli ex militi in realtà nell’Ottobre del 1944 avevano espresso il desiderio di non seguire la compagnia della G.N.R. a cui appartenevano verso il Nord Italia e, d’accordo con il comandante del loro reparto, avevano riconsegnato le armi ed erano stati autorizzati a fare rientro alle rispettive abitazioni. I militi al comando di Pifferi prelevarono dalle rispettive abitazioni Guerrino Colombari, Corinto (o Clorindo) Belluzzi, Carlo Culatina, Pietro Bergami, Francesco Franchi, Gilberto Gamberini, Paolo Brunetti, Cesare Martelli e Vincenzo Onofri e li portarono via con un camion. Li uccisero lungo la strada e il mattino dopo i corpi delle vittime furono rinvenuti in due diverse località del Comune di San Giorgio di Piano: a Cinquanta e lungo la via per Argelato (Bo). Durante la stessa operazione tentarono di prelevare da casa anche Carlo Gregori, anch’egli considerato disertore della G.N.R., ma non poterono farlo perché un capitano tedesco che si trovava ospite a casa di Gregori lo protesse. Infine prelevarono dalla sua abitazione Aldo Gregori appartenente alla G.N.R. che si trovava a casa in convalescenza, ma che non riuscì a mostrare il documento che comprovava la licenza ottenuta dal reparto. Gli uomini di Pifferi lo uccisero e ne abbandonarono il corpo alla periferia di Bologna (lo stesso 12 Dicembre, in Via Frabazza).

1. Corinto (o Clorindo) Belluzzi, 38 anni, milite della G.N.R., considerato disertore.

2. Paolo Brunetti, nato a San Pietro in Casale (Bo) il 29 Aprile 1899, residente a San Giorgio di Piano, muratore. Milite della G.N.R., considerato disertore.

3. Guerrino Colombari, 41 anni, milite scelto della G.N.R., considerato disertore.

4. Carlo Culatina, nato a San Giorgio di Piano il 22 Novembre 1925, ivi residente, studente. Allievo milite della G.N.R. e collaboratore dei partigiani. Riconosciuto Caduto partigiano nei ranghi del Battaglione “Renato Tampellini” della 2a Brigata Garibaldi “Paolo”. E’ ricordato anche nel Sacrario dei Caduti della Guerra di Liberazione di Piazza del Nettuno, a Bologna

5. Gilberto Gamberini, 38 anni, milite della G.N.R., considerato disertore.


Estremi e note penali:

 Avvio indagini interne alla R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana) sulla base delle segnalazioni di alcuni familiari delle vittime e del Commissario prefettizio del Comune di San Giorgio di Piano che dichiararono che gli uccisi non erano disertori, ma erano stati autorizzati dal loro comandante a rientrare alle proprie abitazioni nell’Ottobre 1944 quando il loro reparto si trasferì al Nord e loro chiesero di non seguirlo. Il Commissario prefettizio dichiarò di aver esposto verbalmente la situazione degli ex militi G.N.R. al capo della provincia di Bologna ad Ottobre 1944, nell’immediatezza del loro rientro a casa e alcuni testimoni dichiararono alla gendarmeria tedesca, che effettuò proprie indagini sui fatti, che le vittime furono prelevate di notte dalle rispettive case e che nessuna arma fu trovata nelle case o in possesso delle vittime. Da parte sua il Comando provinciale della G.N.R. presentò un rapporto al Capo della provincia di Bologna Dino Fantozzi il 14 Dicembre 1944, subito dopo i fatti, parlando di un’operazione ordinata dal Comando della Guardia per catturare dei disertori che si sapeva si trovavano nella zona di San Giorgio di Piano in contatto con i partigiani, e di esecuzione dei disertori perché trovati in possesso di armi. Inoltre il 2 Marzo 1945, dopo una richiesta di chiarimenti da parte del Capo provincia, il Comando della G.N.R. affermò che il Commissario prefettizio aveva dichiarato il falso dicendo che gli uomini uccisi erano stati autorizzati a lasciare il proprio reparto, ribadendo che si trattava di disertori e che quindi l’esecuzione era stata regolare. Il Procuratore generale di Stato interessato della questione dichiarò che della cosa si doveva occupare il Tribunale militare essendo l’azione stata eseguita da un reparto O.P. (Ordine Pubblico).

Procedimento penale contro Gaspare Pifferi, Leonetto Beccherini, Pasquale Camporesi (e altri, imputati per delitti diversi da questo) davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna conclusosi con sentenza di condanna in data 2 Marzo1948. Pifferi fu condannato all’ergastolo come colpevole di concorso in omicidio di 21 persone, tra cui gli uomini di San Giorgio di Piano e dei reati di collaborazionismo politico e militare. Beccherini fu condannato a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, per collaborazionismo militare e concorso in omicidio di dieci persone, tra cui alcuni degli uccisi a San Giorgio di Piano (fu assolto per insufficienza di prove per gli omicidi degli altri uccisi il 12 Dicembre 1944). Camporesi fu ritenuto colpevole di collaborazionismo militare e di concorso in omicidio continuato di sei persone tra cui alcuni degli uccisi a San Giorgio di Piano e venne condannato all’ergastolo (fu assolto per insufficienza di prove per gli omicidi degli altri uccisi il 12 Dicembre 1944). Gli imputati ricorsero in Cassazione la quale, con sentenza 4 Maggio 1949 annullò la sentenza contro Pifferi e parzialmente quella contro Camporesi per l’applicazione delle attenuanti generiche, rinviando la causa alla Corte d’Assise di Ancona per nuovo esame. Il ricorso di Beccherini fu rigettato. L’8 Febbraio 1954 la Corte d’Assise di Bologna dichiarò interamente condonata la pena di Beccherini.

Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise di Ancona contro Gaspare Pifferi, Pasquale Camporesi (e altri, imputati per delitti diversi da questo) conclusosi con sentenza del 1° Marzo 1950. Pifferi fu ritenuto colpevole dell’uccisione degli uomini di San Giorgio di Piano, oltre che di altre uccisioni (reato di omicidio continuato), di collaborazionismo militare e politico, ma gli furono riconosciute le attenuanti e fu condannato a pene detentive complessivamente cumulate nella pena di 30 anni di reclusione. Poté godere dei condoni emanati dal Presidente della Repubblica per complessivi 21 anni di pena poiché la sua latitanza non fu considerata iniziata nel 1945, bensì nel 1950. Camporesi fu ritenuto colpevole di collaborazionismo e omicidio, ma gli furono riconosciute le attenuanti per cui fu condannato a pena detentiva di anni 30 complessivi, di cui 21 condonati.

Contenuti

Iscrizioni:
IL 12 DIC. 1944
VITTIME DELLA
FEROCIA FASCISTA
QUI CADDERO:

BELLUZZI C.
BRUNETTI P.
CULATINA C.
GAMBERINI G.
COLOMBARI G.

A RICORDO
L’A.N.P.I. DI
S. GIORGIO DI P.
NEL 6° ANN.
DELLA LIBERAZIONE
Simboli:
La spalla tagliata del cippo rappresenta una vita precocemente interrotta.

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps: 44.6576268, 11.3845464

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