Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- CAP:
- 60011
- Latitudine:
- 43.524058072383
- Longitudine:
- 12.939461637434
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Lungo un sentiero che scende dal paese al torrente sottostante
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Marmo, Pietra, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Cippo: blocchi di pietra sagomati e levigati per la struttura complessiva; marmo per la lapide su cui è incisa l'epigrafe; vernice a riempire i caratteri dell'epigrafe.
Croce: ferro per la croce cristiana; metallo per la placchetta e pietra per il basamento.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Arcevia
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Alle prime luci del 4 Maggio 1944, intorno alle ore 4.00, reparti tedeschi si portarono sul Monte Sant'Angelo, altura sovrastante l'abitato di Arcevia, ed assaltarono il casolare della famiglia Mazzarini, dove, in quel momento, si trovavano acquartierati numerosi partigiani appartenenti ai Distaccamenti garibaldini “Sant'Angelo” e “Alessandro Maggini”. Gli uomini di quest'ultima formazione, al comando dell'ex vicebrigadiere dei carabinieri Onelio Manoni e provenienti da Vaccarile di Ostra (An), erano giunti la sera prima con un camion a Montefortino (frazione di Arcevia) poi avevano deciso di sostare sul Monte Sant'Angelo prima di riprendere la marcia verso la loro destinazione finale a San Donnino di Genga (An). Il risultato di quest'azione fu un vero e proprio massacro: non essendoci testimoni sopravvissuti all'attacco, ancora oggi non è sicuro se le vittime siano state colte nel sonno o se vi sia stato uno scontro armato tra le due parti. I cadaveri dei partigiani e dei civili vennero bruciati, forse usando dei lanciafiamme e, di conseguenza, si è rivelata problematica l'identificazione dei Caduti i cui corpi furono subito sepolti in fosse comuni e non ebbero pubblici funerali. Non furono registrati neanche gli atti di morte nei registri comunali, se non in tempi successivi. Il casale della famiglia Mazzarini venne distrutto.
Dopo aver compiuto questo massacro, i tedeschi giunsero a Montefortino, dove si trovava il Comando del “Sant'Angelo” e qui, una volta perquisite tutte le case, catturarono 13 (o14) partigiani che subirono terribili torture prima di essere fucilati e gettati ormai cadaveri lungo un fosso sottostante il paese.
Per quanto concerne la forza nemica impiegata nei giorni 4 e 5 Maggio, fonti locali parleranno di un contingente formato da 2000 nazifascisti. Un numero consistente, comunque, per controllare il territorio da rastrellare. Studi recenti ipotizzano che a dirigere l'azione si stato il Banden-Bekampfungsstab (Stato maggiore per la lotta contro le bande, ovvero strutture create in ogni Comando territoriale delle SS e della Ordnungspolizei per coordinare l'attività antipartigiana) stanziato a Spoleto (Pg) e diretto dal SS-Obergruppenfuhrer und General der Polizei Jurgen Von Kamptz. Sarebbero stati impiegati il 1° Bataillon dell'SS-Polizei-Regiment 20, comandato dal maggiore Werner Wilcke ed alcune compagnie del 2° Bataillon del “Brandenburg” Regiment 3. Reparti della Guardia Nazionale Repubblicana di Ancona e Pesaro parteciparono in funzione informativa ed ausiliaria. Un ruolo non marginale lo svolsero anche le spie locali e questo porterà alla controversa fucilazione da parte dei partigiani di 13 persone (7 uomini e 6 donne) in una cava posta in località Madonna dei Monti la notte tra il 13 ed 14 Luglio 1944.
La vivace attività partigiana svolta nei giorni precedenti all'attacco aveva praticamente reso libero gran parte del territorio di Arcevia e, inevitabilmente, preoccupato i fascisti del locale presidio che avevano chiesto aiuto ai tedeschi. Questo fece sì che circolassero voci di un imminente rastrellamento e, in previsione di questo, il Distaccamento “Sant'Angelo” eseguì l'ordine del Comando partigiano di dividersi in gruppi: uno a San Donnino di Genga, uno ad Avacelli di Arcevia ed un altro a Colonnetta di Serra de'Conti (An). Sul Monte Sant'Angelo dovevano restare solo pochi uomini a guardia dei prigionieri fascisti e comunque pronti a sganciarsi qualora il nemico li avesse investiti.
Il rastrellamento nazifascista sortì l'effetto sperato disperdendo i gruppi partigiani ed interrompendo quei legami di solidarietà, sostegno ed approvvigionamento che avevano con la popolazione del luogo, ora terrorizzata dalla violenza del nemico. Solo grazie all'opera di Alfredo Spadellini (“Frillo”) e Rodolfo Sarti (“Ernesto”), inviati nella zona dal Comando regionale, i Distaccamenti partigiani si riorganizzarono nella macchia di Fugiani, tra Serra dei Conti e Castiglioni di Arcevia.
L'azione di rastrellamento, grazie all'opera subdola dei delatori, portò anche alla cattura di una settantina di abitanti di Arcevia, raccolti in un primo momento nel Campo di concentramento di Sforzacosta (frazione di Macerata) e poi deportati come lavoratori coatti in Germania. Due di questi vi troveranno la morte: Luigi Carboni e Giorgio Santini.
Infine, il 5 Maggio 1944, ad Arcevia, 5 partigiani furono fucilati dai tedeschi lungo le mura di San Rocco, fuori Porta Santa Lucia. Questa pubblica esecuzione doveva servire da monito agli abitanti di Arcevia e dintorni a non solidarizzare o aiutare il movimento partigiano e a ristabilire l'ordine nazifascista.
Partigiani fucilati a Montefortino (tutti appartenenti al Distaccamento “Sant'Angelo”):
Italo Biagetti, nato ad Arcevia il 4 Agosto 1923, ivi residente, bracciante;
Eugenio Biagioli, nato a Serra San Quirico (An) il 17 Marzo 1913, residente ad Arcevia, mezzadro;
Tommaso Bianchetti, nato ad Arcevia il 25 Maggio 1922, ivi residente, agricoltore;
Mario Bordi, nato ad Arcevia il 30 (o 20) Settembre 1925, ivi residente, bracciante;
Primo Bramucci, nato a Castel Colonna (An) il 22 Aprile 1915, residente ad Arcevia, caposquadra, bracciante;
Adelmo Bussoletti, nato ad Arcevia il 15 Aprile 1912, ivi residente, muratore;
Primo Fraboni, nato a Barbara (An) il 10 Maggio 1916, residente ad Arcevia; mezzadro. Su questo partigiano non è stato possibile accertare con esattezza il luogo di morte, dal momento che, a seconda delle fonti, viene indicato come caduto sul Monte Sant'Angelo o trucidato a Montefortino;
Giuseppe Lenci, nato ad Arcevia il 26 Aprile 1926, ivi residente, bracciante;
Giulio (o Gilio) Mancini, nato ad Arcevia il 3 Novembre 1918, ivi residente, mezzadro;
Giuseppe Mattei, nato ad Arcevia il 13 Aprile 1921, ivi residente, mezzadro;
Nazzareno Rossi, nato ad Arcevia il 22 Marzo 1926, ivi residente, agricoltore;
Andrea Silvi, nato ad Arcevia il 31 Gennaio 1924, ivi residente, agricoltore;
Gino Spoletini, nato ad Arcevia il 25 Luglio 1926, ivi residente (riconosciuto solo come “caduto per rappresaglia”), bracciante;
Mario Terzoni, nato ad Arcevia il 26 Febbraio 1924, ivi residente, agricoltore.
Sul cippo sono presenti i nominativi di due civili fucilati dai tedeschi a Montefortino il 17 Luglio 1944. Si tratta dei contadini Luigi Bordi, di 31 anni e Domenico Esposto Gasparetti, nato ad Arcevia il 23 Dicembre 1925.
Contenuti
- Iscrizioni:
- AI MARTIRI DELLA LIBERTA'
BRAMUCCI PRIMO
BIANCHETTI TOMMASO
BUSSOLETTI ADELELMO (recte ADELMO)
BIAGIOLI EUGENIO
BIAGETTI ITALO
BORDI MARIO
BORDI LUIGI
ESPOSTO GASPARETTI DOMENICO
FRABONI PRIMO
LENCI GIUSEPPE
MANCINI GILIO
MATTEI GIUSEPPE
ROSSI NAZZARENO
SILVI ANDREA
SPOLETINI IGINIO
TERZONI MARIO
CADUTI SOTTO IL PIOMBO TEDESCO
IL 4-5-1944
MONTEFORTINO A PERENNE RICORDO
Sulla croce:
ALLA MEMORIA
DI 16 CADUTI
- Simboli:
- Piccola croce cristiana in ferro posta a pochi passi dal cippo, prima memoria sul luogo dell'eccidio.
Altro
- Osservazioni personali:
- Coordinate Google Maps:
43.5240853, 12.9393919 (accesso al sentiero che conduce al cippo)
Al link seguente l'itinerario di una escursione volta raggiungere i cippi di Montefortino e del Monte Sant'Angelo:
http://zuzzurellandotramarcheeumbria.blogspot.com/2017/08/montefortino-monte-santangelo-arcevia.html