168992 - Cippo ai Caduti dell’eccidio del p.te sul Quaresimo – Pieve Modolena di Reggio Emilia

Il 28 Gennaio 1945, a Pieve Modolena, frazione di Reggio Emilia, i tedeschi fucilarono per rappresaglia 7 partigiani e 3 civili. Il cippo in memoria di questi Caduti è adiacente al ponte sul rio Quaresimo, nel luogo dove si svolse l’esecuzione. E’ stato inaugurato nel 1994, sostituendo il precedente che era stato eretto nell’immediato dopoguerra, realizzato dall’impresario edile ed ex partigiano Marino Montanari, su commissione nelle Sezioni A.N.P.I. di Cavriago e Villa Cella, con progetto di Luigi Galaverni e consulenza tecnica dell’ing. William Gorini.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Frazione Pieve Modolena
Indirizzo:
Via Fratelli Cervi (Strada Statale 9), angolo Via Pietro Micca
CAP:
42124
Latitudine:
44.7202442
Longitudine:
10.5686834

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area dedicata a lato della strada, lungo l'argine del rio Quaresimo
Data di collocazione:
Il cippo attuale è stato inaugurato nel 1994
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Granito per l'intero cippo. Bronzo per i caratteri in rilievo dell'epigrafe, per le cornici che racchiudono le immagini dei Caduti e per i due vasi portafiori. Ceramica per i fotoritratti. Graniglia di marmo per la pavimentazione della superficie. Pietra per il cordolo che la delimita. Ferro per i cinque paletti che tendono la catena. Il cippo, interamente in granito, sopra una superficie dalla forma irregolare, con i bordi in pietra e la pavimentazione costituita da formelle quadrate di graniglia di marmo. è costituito da una lastra rettangolare, con i due fianchi leggermente prominenti. L'epigrafe è formata da caratteri di bronzo in rilievo e riporta la data dell'eccidio, i nomi dei Caduti disposti in ordine alfabetico, ciascuno con la propria età. Accanto ad ogni nominativo è stato apposto il relativo fotoritratto in ceramica, racchiuso in un ovale di bronzo. Due vasi portafiori di bronzo sono infissi sui lati del manufatto, sulla cui sommità si trova una lastra rettangolare posta a mo' di copertura. La superficie è protetta per cinque lati da una catena tesa da sei paletti di ferro.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Reggio Emilia
Notizie e contestualizzazione storica:
L'eccidio del ponte sul Quaresimo, a Pieve Modolena, fu la risposta che il Comando tedesco dette in seguito ad uno dei tanti attacchi che i partigiani conducevano lungo la Via Emilia. Per i nazifascisti questa arteria era di primaria importanza per il traffico militare che vi transitava, una via di comunicazione posta a ridosso della Linea Gotica ed attraversante l'intera regione. Le forze della Resistenza lo sapevano bene e per questo era diventata uno degli obiettivi principali da colpire, creando danni e panico al nemico e distogliendo truppe dal fronte per presidiarla. Il 27 Gennaio 1945, infatti, alcuni sappisti della 76a Brigata Garibaldi S.A.P. “Angelo Zanti” avevano piazzato delle mine presso il ponte sul rio Quaresimo, causando la distruzione di una vettura tedesca e la morte di un ufficiale e di un soldato, mentre altri due militari erano rimasti feriti.
Nel pomeriggio del giorno seguente, 10 uomini (7 partigiani e 3 civili) furono prelevati dai tedeschi dalle carceri dei Servi di Reggio Emilia e, con le mani legate dietro la schiena con filo di ferro, fatti salire su di un camion. Condotti sul luogo dell'attentato furono scaraventati a terra e, divisi in due gruppi, fucilati sui fianchi del ponte.

I Caduti (suddivisi per formazione partigiana e/o qualifica) erano:

76a Brigata Garibaldi S.A.P. “Angelo Zanti”:
Socrate Paterlini (“Sol”), nato nel 1910, residente a Cavriago (Re), falegname;
Nello Sarti (“Giglio”), nato nel 1905, residente a Cavrigao, calzolaio;
Vincenzo Terenziani (“Luigi”), nato a Villa Rivalta (Reggio Emilia) nel 1925, ivi residente. Comandante di Distaccamento e membro del Comitato Provinciale del “Fronte della Gioventù”. Medaglia d'Argento al Valor Militare alla Memoria.
Giuseppe Violi (“Libero”), nato nel 1917, residente a Cavriago, operaio.

77a Brigata Garibaldi S.A.P. “Fratelli Manfredi”:
Renato Formentini (“Renato”), nato nel 1895, residente a Massenzatico (Reggio Emilia), commissario politico di Distaccamento;
Emore Prandi (“Scalabrino”), nato nel 1922, residente a Villa Sesso (Reggio Emilia), caposquadra.

145a Brigata Garibaldi “Franco Casoli”:
Ferdinando Cesari (“Gabri”), classe 1921, da Scandiano (Re), caposquadra.

Vittime civili:
Dello Giovanni Govi, nato a Cavriago l'11 Luglio 1910, industriale tessile (1);
Ernesto Rigattieri, nato a Cavriago, il 28 Gennaio 1888, industriale lattiero-caseario;
Renzo Maccari, nato a Gattatico (Re) e residente a Sant'Ilario d'Enza (Re), bracciante.

Govi, Paterlini, Rigattieri, Sarti e Violi erano stati arrestati a Cavriago il 22 Gennaio precedente, quando squadristi delle Brigate Nere, insieme ad alcuni militari germanici, avevano rastrellato la cittadina casa per casa alla ricerca di antifascisti e partigiani. Le 37 persone fermate erano state riunite nel cinema “Italia”. Ridotte poi a 18, erano state portate nel carcere reggiano dei Servi e gran parte di questi finirono anche nella famigerata “Villa Cucchi”, la sede dell'Ufficio Politico Investigativo della Guardia Nazionale Repubblicana, dove la tortura era pratica abituale.
I cadaveri dei fucilati furono lasciati esposti pubblicamente, come monito per tutti coloro che simpatizzavano e collaboravano con il movimento partigiano e, quando i familiari furono autorizzati a recuperare i corpi, ne fu vietato il funerale. Dopo due giorni apparve sulla stampa locale il comunicato con cui il Comando tedesco giustificava l'accaduto: “Nei pressi di Villa Cella, lungo la Via Emilia, sono stati più volte compiute nelle settimane passate perfidi attacchi contro militari tedeschi, che hanno avuto esito mortale. Perciò le FF.AA.GG. (forze armate germaniche, NdS) sono state costrette a passare per le armi sul posto, quale rappresaglia, dieci arrestati appartenenti a bande partigiane, che sono stati sorpresi con le armi in pugno e che avevano preso parte a tali imboscate. Nel caso si ripetessero tali attentati, la rappresaglia sarà maggiore” (2).

NOTE:
(1) Riportato anche con il nome di Delio Giovanni Govi.
(2) Dalla monumentale opera dello storico ed ex partigiano Guerrino Franzini “Storia della Resistenza reggiana”, ANPI Reggio Emilia, Tecnostampa, Reggio Emilia 1966 pag. 489.

Contenuti

Iscrizioni:
PRELEVATI DALLE CARCERI
DA SBIRRI NAZI-FASCISTI
E FUCILATI IL 28.1.1945

FERNANDO CESARI DI ANNI 24
RENATO FORMENTINI DI ANNI 50
DELLO GIOVANNI GOVI DI ANNI 34
SOCRATE PATERLINI DI ANNI 34
EMORE PRANDI DI ANNI 23
ERNESTO RIGATTIERI DI ANNI 57
NELLO SARTI DI ANNI 40
VINCENZO TERENZIANI DI ANNI 20
GIUSEPPE VIOLI DI ANNI 28
ENZO MACCARI DI ANNI 31
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Fonte :Guerrino Franzini “Storia della Resistenza reggiana”, ANPI Reggio Emilia, Tecnostampa, Reggio Emilia 1966

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