194979 - Cippo ai Caduti partigiani – Arcevia

Il cippo si trova in un’area appositamente dedicata, protetta da una recinzione in pietra, a cui si accede attraverso un cancelletto di ferro ad un’anta. All’interno, circondato da siepi ed alberelli di sempreverde, si trova il manufatto. Questi è essenzialmente costituito da base di pietra a pianta rettangolare su cui poggia il massiccio corpo del cippo, dalla forma di trapezio isoscele e dello stesso materiale. Sopra di esso, su una base rettangolare di pietra, è collocata una colonna tronca di marmo su cui sono incisi, in ordine alfabetico, i nomi di 8 partigiani. Sul corpo del manufatto è apposta una lastra rettangolare di marmo mediante tre ganci di ferro su cui è incisa la data della fucilazione (con i numeri riempiti con vernice di colore nero) ma, in realtà, soltanto Cappannini, Latieri, Milletti, Patregnani e Scipioni furono uccisi in tale data ed in questo luogo. Latini fu fucilato dai fascisti il 17 Maggio 1944, mentre Morici subì la stessa sorte il 28 Maggio successivo. Di questi ultimi due Caduti è presente una piccola targa poco oltre, nei pressi della Porta Santa Lucia, dove materialmente avvenne la loro esecuzione. Quanto a Baldetti questi risulta fucilato dai nazifascisti a Colonnetta di Serra de’ Conti (An) il 3 Giugno 1944. Ai piedi del cippo, in posizione centrale, è collocato un vaso portafiori di marmo a forma di parallelepipedo a pianta rettangolare. Una croce cristiana di ferro è applicata al centro del cancelletto d’accesso.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via San Rocco
CAP:
60011
Latitudine:
43.502551624633
Longitudine:
12.942221696295

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area dedicata fuori le mura del centro storico della cittadina
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Pietra per il basamento, il corpo del cippo e la recinzione dell'area in cui è collocato. Marmo per la colonna tronca, la targa su cui è incisa la data della fucilazione di 5 degli 8 Caduti ed il vaso portafiori. Ferro per i ganci di sostegno della targa, per il cancelletto d'accesso e per la croce cristiana qui applicata. Vernice di colore nero a riempire i numeri della data presente sulla targa marmorea.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Arcevia
Notizie e contestualizzazione storica:
Alle prime luci del 4 Maggio 1944, intorno alle ore 4.00, reparti tedeschi si portarono sul Monte Sant'Angelo, altura sovrastante l'abitato di Arcevia, ed assaltarono il casolare della famiglia Mazzarini, dove, in quel momento, si trovavano acquartierati numerosi partigiani appartenenti ai Distaccamenti garibaldini “Sant'Angelo” e “Alessandro Maggini”. Gli uomini di quest'ultima formazione, al comando dell'ex vicebrigadiere dei carabinieri Onelio Manoni e provenienti da Vaccarile di Ostra (An), erano giunti la sera prima con un camion a Montefortino (frazione di Arcevia) poi avevano deciso di sostare sul Monte Sant'Angelo prima di riprendere la marcia verso la loro destinazione finale a San Donnino di Genga (An). Il risultato di quest'azione fu un vero e proprio massacro: non essendoci testimoni sopravvissuti all'attacco, ancora oggi non è sicuro se le vittime siano state colte nel sonno o se vi sia stato uno scontro armato tra le due parti. I cadaveri dei partigiani e dei civili vennero bruciati, forse usando dei lanciafiamme e, di conseguenza, si è rivelata problematica l'identificazione dei Caduti i cui corpi furono subito sepolti in fosse comuni e non ebbero pubblici funerali. Non furono registrati neanche gli atti di morte nei registri comunali, se non in tempi successivi. Il casale della famiglia Mazzarini venne distrutto.
Dopo aver compiuto questo massacro, i tedeschi giunsero a Montefortino, dove si trovava il Comando del “Sant'Angelo” e qui, una volta perquisite tutte le case, catturarono 13 (o 14) partigiani che subirono terribili torture prima di essere fucilati e gettati ormai cadaveri lungo un fosso sottostante il paese.
Per quanto concerne la forza nemica impiegata nei giorni 4 e 5 Maggio, fonti locali parleranno di un contingente formato da 2000 nazifascisti. Un numero consistente, comunque, per controllare il territorio da rastrellare. Studi recenti ipotizzano che a dirigere l'azione si stato il Banden-Bekampfungsstab (Stato maggiore per la lotta contro le bande, ovvero strutture create in ogni Comando territoriale delle SS e della Ordnungspolizei per coordinare l'attività antipartigiana) stanziato a Spoleto (Pg) e diretto dal SS-Obergruppenfuhrer und General der Polizei Jurgen Von Kamptz. Sarebbero stati impiegati il 1° Bataillon dell'SS-Polizei-Regiment 20, comandato dal maggiore Werner Wilcke ed alcune compagnie del 2° Bataillon del “Brandenburg” Regiment 3. Reparti della Guardia Nazionale Repubblicana di Ancona e Pesaro parteciparono in funzione informativa ed ausiliaria. Un ruolo non marginale lo svolsero anche le spie locali e questo porterà alla controversa fucilazione da parte dei partigiani di 13 persone (7 uomini e 6 donne) in una cava posta in località Madonna dei Monti la notte tra il 13 ed 14 Luglio 1944.
La vivace attività partigiana svolta nei giorni precedenti all'attacco aveva praticamente reso libero gran parte del territorio di Arcevia e, inevitabilmente, preoccupato i fascisti del locale presidio che avevano chiesto aiuto ai tedeschi. Questo fece sì che circolassero voci di un imminente rastrellamento e, in previsione di questo, il Distaccamento “Sant'Angelo” eseguì l'ordine del Comando partigiano di dividersi in gruppi: uno a San Donnino di Genga, uno ad Avacelli di Arcevia ed un altro a Colonnetta di Serra de'Conti (An). Sul Monte Sant'Angelo dovevano restare solo pochi uomini a guardia dei prigionieri fascisti e comunque pronti a sganciarsi qualora il nemico li avesse investiti.
Il rastrellamento nazifascista sortì l'effetto sperato disperdendo i gruppi partigiani ed interrompendo quei legami di solidarietà, sostegno ed approvvigionamento che avevano con la popolazione del luogo, ora terrorizzata dalla violenza del nemico. Solo grazie all'opera di Alfredo Spadellini (“Frillo”) e Rodolfo Sarti (“Ernesto”), inviati nella zona dal Comando regionale, i Distaccamenti partigiani si riorganizzarono nella macchia di Fugiani, tra Serra dei Conti e Castiglioni di Arcevia.
L'azione di rastrellamento, grazie all'opera subdola dei delatori, portò anche alla cattura di una settantina di abitanti di Arcevia, raccolti in un primo momento nel Campo di concentramento di Sforzacosta (frazione di Macerata) e poi deportati come lavoratori coatti in Germania. Due di questi vi troveranno la morte: Luigi Carboni e Giorgio Santini.
Infine, il 5 Maggio 1944, ad Arcevia, 5 partigiani furono fucilati dai tedeschi lungo le mura di San Rocco, fuori Porta Santa Lucia. Patregnani, prima della scarica mortale, si tolse gli scarponi scagliandoli contro i componenti del plotone d'esecuzione, cadendo al grido di “Viva l'Italia libera!”. Questa pubblica esecuzione aveva lo scopo di servire da monito agli abitanti di Arcevia e dintorni a non solidarizzare o aiutare il movimento partigiano, ristabilendo l'ordine nazifascista.

Partigiani fucilati il 5 Maggio 1944 sotto le mura di San Rocco, ad Arcevia (tutti appartenenti al Distaccamento “Sant'Angelo”):

Eraclio Cappannini, nato a Jesi (An) l'8 Gennaio 1924, ivi residente, studente, medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria;
Giuseppe Latieri, nato a Montecarotto (An), ivi residente, muratore;
Giuseppe Milletti, nato ad Arcevia il 27 Febbraio 1919, ivi residente, bracciante;
Marino Patregnani, nato ad Arcevia il 16 Giugno 1922, residente a Barbara, vicecomandante di battaglione, perito agrario;
Dealdo Scipioni, nato ad Arcevia il 7 Ottobre 1926, ivi residente, bracciante.

Cappannini, Latieri, Milletti e Scipioni erano stati catturati dai tedeschi la sera del 3 Maggio presso la postazione che i partigiani avevano costituito nei pressi del ponte al trivio Castiglioni-Avacelli- Arcevia. Poco prima, infatti, un gruppo di partigiani, tra cui i sopraindicati, avevano bloccato un'auto tedesca e fatto prigionieri gli occupanti, ma poi era sopraggiunta un'autocolonna nemica che aveva ribaltato facilmente la situazione. Patregnani, invece, era stato catturato ad un posto di blocco mentre cercava di raggiungere i compagni per avvisarli del rastrellamento nemico. Torturato non fece nessuna rivelazione che potesse compromettere il movimento resistenziale.

Remo Latini era nato ad Arcevia il 26 Marzo 1925, bracciante, risiedeva a Potenza Picena (Mc). Anche lui apparteneva al Distaccamento “Sant'Angelo”. La sua sorte fu incredibilmente segnata dal padre Alfredo, soprannominato “Il caprone”, che voleva costringerlo ad aiutarlo nei sui loschi traffici al mercato nero. Infatti al diniego di Remo, il padre lo aveva prima denunciato ai fascisti quale “ribelle” e poi aveva indicato il luogo dove il figlio si nascondeva. I militi lo arrestarono nella casa di uno zio, ala periferia di Arcevia, unitamente al compagno di lotta Palmarino Morici (classe 1921), anche lui appartenente alla stessa formazione.
Remo Latini fu fucilato dai fascisti della G.N.R. il 17 Maggio 1944 in Via San Rocco, poco oltre Porta Santa Lucia e, prima di morire, volle perdonare i suoi carnefici. Il 28 Maggio successivo, nello stesso luogo, identica destino lo subiva il Morici. Ma anche “Il caprone” finirà tragicamente la sua vita, venendo giustiziato dai partigiani tempo dopo.

Cesare Baldetti, nato il 14 Settembre 1923, di professione mezzadro, militava anche lui nei partigiani. Il 3 Giugno 1944 fu catturato a Ripalta di Arcevia da una pattuglia nazifascista che poco dopo lo fucilò in località Colonnetta, nel territorio comunale di Serra de' Conti, dopo averlo costretto a scavarsi la fossa.

Contenuti

Iscrizioni:
BALDETTI CESARE
CAPPANNINI ERACLIO
LATINI REMO
LATIERI GIUSEPPE
MILLETTI GIUSEPPE
MORICI PALMARINO
PATRIGNANI MARINO (recte PATREGNANI)
SCIPIONI DEALDO

5 – 5 – 1944
Simboli:
Croce cristiana di ferro applicata al centro del cancelletto d'ingresso all'area in cui sorge il cippo. La colonna tronca simboleggia un vita precocemente interrotta.

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps:
43.5026275,12.9423719

Gallery