270325 - Cippo ai civili e partigiani fucilati in Borgata Frava – San Donato di Mango (CN)

Il cippo sorge di fronte al luogo in cui, il 19 Novembre 1944, i tedeschi fucilarono i partigiani Mario Viglino e Pasquale Busso, i civili Sebastiano Sinistrero e Pietro Ferrino ed il militare sbandato Angelo Vigoroso. Si trova lungo il margine della strada statale, a ridosso di un canale di scolo. Il cippo si presenta come un altare sormontato da una lapide, con ai fianchi due alberelli. La lapide è collocata al margine posteriore di un ripiano rettangolare di marmo, addossata ad un supporto formato da pietre e calce e fissata con due perni di bronzo. Si tratta di una lastra rettangolare di marmo su cui è stata composta l’epigrafe mediante caratteri di bronzo in rilievo. Questa riporta la data della fucilazione, i nomi dei Caduti, in parziale ordine anagrafico. Di Mario Viglino è riportata la professione, la data di nascita e il ruolo ricoperto nella Resistenza. Gli altri nominativi sono seguiti dal relativo anno di nascita. Dietro la lapide si incrociano due bandierine di metallo verniciate con il tricolore nazionale. L’altare, realizzato in mattoni, pietre e calce, è su pianta rettangolare. Nella sua parte anteriore è stata successivamente collocata una seconda lapide marmorea, probabilmente durante una fase di restauro del cippo: di forma rettangolare, riporta la dedica ai Caduti della Resistenza da parte dell’Associazione “Amici di San Donato” e dell’Anpi. Anche in questo caso, per la sua composizione, sono stati utilizzati caratteri bronzei in rilievo. Completa la descrizione del cippo la presenza di due anelli di ferro infissi ai lati superiori dell’altare atti a sostenere altrettanti vasi portafiori di bronzo.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Frazione San Donato, Borgata Frava
Indirizzo:
Strada Provinciale 270
CAP:
12056
Latitudine:
44.66612429407
Longitudine:
8.1448567687172

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Laterizio, Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per le due lapidi e per il piano dell’altare. Bronzo per i caratteri in rilievo che formano le epigrafi, per i due perni che sorreggono la lapide principale e per i due vasi portafiori. Pietra, laterizio e calce per la realizzazione dell’altare e per il blocco di sostegno della lapide superiore. Metallo per le due bandiere e per gli anelli atti a sostenere i vasi portafiori.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Mango, Anpi e Associazione Amici di San Donato
Notizie e contestualizzazione storica:
Dal volume di Antonio Degiacomi “Fratelli: il partigiano e il podestà”, Edizioni Araba Fenice, Boves 2007 citato in “Strade delle memorie partigiane. Itinerario Pinin Balbo”, quaderno n. 1, Città di Alba, Anpi sezione di Alba, Ass. Colle della Resistenza, L’Artigiana, Alba 2010 pagg. 23/24. Miei sono alcuni tagli del testo e le precisazioni in parentesi.

Nel cascinale detto “Ciabot” situato in una località immediatamente sottostante lo stradale che da Diano (1) porta ad Alba (Cn), si trovano nel pomeriggio del 17 Novembre 1944 alcune persone sfollate da Alba: nell’aia alcuni giovani studenti con altri del luogo; tra esse il giovanissimo Busso Pasqualino di non ancora 16 anni; in casa con i due vecchi contadini Sinistrero Sebastiano, commerciante di stoffe di Alba (…).
Ad Alba era arrivato un battaglione del Raggruppamento Anti Partigiani, il R.A.P.; dalla sera del 12 Novembre colonne tedesche e fasciste, giunte dalla Liguria, dall’Acquese, da Cuneo, avevano iniziato un imponente rastrellamento delle valli Uzzone, Bormida, Belbo, delle colline e dei paesi, dando la caccia ai partigiani e scontrandosi con loro.
(…) Sono le 16:30 circa (2). All’improvviso, dalla curva dello stradale che da Diano porta ad Alba, nei pressi della borgata dei Prandi sbuca una squadra di tedeschi SS. Avvistato il gruppo dei giovani nell’aia e vistili fuggire, i tedeschi scendono precipitosamente , riescono a catturare il Busso, entrano in casa, prendono il Sinistrero, lasciano i due vecchi contadini. Indi, percorrendo la stradicciola che porta tra rive boscose a fianco di un ruscello al Ponte della Pietra e quindi allo stradale Alba-frazione Ricca (3), si fermarono dinnanzi ad un altro cascinale detto Vigna. Sono le ore 17:00: l’avvocato Mario Viglino, (4) si trova al pian terreno e all’improvviso si trova davanti il gruppo armato: i tedeschi invadono l’aia, occupano la casa (…).
La colonna tra uno sferragliare d’armi si muove velocemente verso la frazione Ricca d’Alba: qui la colonna sosta, occupa le case per il pernottamento. Per tutta la notte Mario Viglino subisce i più spietati interrogatori: si vogliono i nomi dei ragazzi scappati, si vogliono informazioni sul C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale, NdS) di Alba dell’Ottobre, sui suoi componenti, sui simpatizzanti. Ma invano: Mario Viglino non dice assolutamente nulla, insiste solo che quei ragazzi non sono partigiani, né lo sono il Busso e il Sinistrero. Invano gli si chiede ancora di lui, si consultano carte, elenchi sotto gli occhi terrorizzati della gente del luogo; oramai è certo, l’hanno riconosciuto (…).
Marciano tutta la notte, arrivano nella zona di Mango; i tedeschi catturano via via molti altri partigiani o semplici contadini (…): vagano sparando per tutta la notte, facendosi precedere dai prigionieri. Questi, sfiniti, assetati, vengono spinti al mattino della domenica 19 (5), sul piazzale antistante la Chiesa di San Donato di Mango (…). Ci fu un superstite, Riccardo Montanaro, del 1925, sfollato nella zona nativa di Torino, dove lavorava: “Quando con Angelo Vigoroso, meridionale di 21 anni (6), e Pietro Ferrino, di 20 anni (7), rastrellati con me nella zona di Mango, mi ritrovai dietro la Chiesa di San Donato, era arrivata da poco un’altra colonna di tedeschi e qualche fascista con altri rastrellati stanchi e malridotti. Venivano dal capoluogo di Mango e portavano in mezzo ai loro soldati l’avv. Mario Viglino, il commerciante Sebastiano cav. uff. Sinistrero (…) e il giovane studente Pasquale Busso (…). In regione Frava (8), meno di due chilometri fuori di San Donato, verso Manera (9), la colonna si ferma e siamo allineati sul ciglio della strada, di fronte al cippo che ora si vede a ricordo dei cinque caduti di quella giornata. L’avv. Viglino volle parlare ancora per dissuaderli da quella inutile strage e chiese infine di essere fucilato al petto. Cadde guardando il plotone di esecuzione pronunciando il nome della figlioletta. Io, in quell’istante preciso mi gettai nella scarpata e, pura fatto segno a numerose raffiche di mitra che mi bucarono tutti gli abiti in modo terribile colpendomi alla mano destra e fratturandomi un dito, riuscii a fuggire in un boschetto sottostante. Ai morti che avevano le scarpe in buono stato furono tolte e si frugò nelle tasche di ognuno”.
“Gli furono presi gli scarponi, distrutti tutti i documenti che aveva con sé” – scriveva la vedova – “Soltanto la penna stilografica crivellata dai proiettili fu lasciata a testimoniare la ferocia degli uccisori”.
“Restarono fino all’indomani sul posto della fucilazione, “ - proseguiva lo scampato – “poi, avvenuto il riconoscimento da parte del dottor Molinari di Mango, i loro poveri corpi straziati vennero portati su un carro agricolo nella frazione per essere sepolti (…)”.
Concludeva la vedova: “Su un carro trascinato dai buoi, di nascosto, perché i tedeschi e i fascisti non infierissero ancora, coperto di una rozza stuoia e da arnesi agricoli, l’avvocato Viglino, purissimo eroe e martire della Nuova Italia, ebbe la più umile e travagliata delle sepolture”.

I Caduti:

• Pasqualino Sergio Busso (“Pedro”), nato il 15 Giugno 1928 a Bra (Cn), residente ad Alba (Cn); studente. Partigiano appartenente alla 5a Brigata autonoma “Belbo” (2a Divisione autonoma “Langhe”). Secondo la banca dati del partigianato piemontese presente sul sito dell’Istoreto, la data di nascita è fatta risalire al 1° Gennaio 1928, con una breve permanenza partigiana anche nei ranghi della 10a Div. GL prima di passare agli “autonomi”. Nel cippo il figura con il cognome errato di Bussi.

• Pietro Ferrino, nato il 15 Aprile 1920 a Castino (Cn), residente a Borgomale (Cn); contadino. Vittima civile.

• Sebastiano Sinistrero, nato il 15 Ottobre 1893 a Diano d'Alba (Cn), residente ad Alba; commerciante. Vittima civile.

• Mario Viglino, nato il 1° Febbraio 1907 ad Alba, ivi residente; avvocato. Rappresentante del Partito socialista italiano in seno al Comitato di Liberazione Nazionale di Alba. Riconosciuto Caduto partigiano del Comando del 1° Gruppo Divisioni Alpine.

• Angelo Vigoroso, nato il 6 Ottobre 1921 a Marigliano (Na), residente a Mango; contadino. Militare del 48° Reggimento artiglieria “Taro”, sbandatosi dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943.

NOTE:

1. Si intende Diano d’Alba (Cn).

2. Il pomeriggio del 18 Novembre 1944.

3. Ricca, frazione di Diano d’Alba.

4. Rappresentante del Partito socialista italiano nel Comitato di Liberazione Nazionale di Alba.

5. 19 Novembre 1944.

6. In realtà Vigoroso apparteneva alla classe 1921.

7. Ferrino era nato nel 1920.

8. Località nel territorio comunale di Mango.

9. Frazione del Comune di Benevello (Cn).


FONTI:

• Banca dati del partigianato piemontese consultabile sul sito dell’Istituto piemontese per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino (Istoreto).

• Antonio Degiacomi “Fratelli: il partigiano e il podestà”, Edizioni Araba Fenice, Boves (Cn) 2007.

• “Strade delle memorie partigiane. Itinerario Pinin Balbo”, quaderno n. 1, Città di Alba, Anpi sezione di Alba, Ass. Colle della Resistenza, L’Artigiana, Alba 2010.

• “Vite spezzate”, database dei Caduti della e nella provincia di Cuneo durante la II Guerra Mondiale consultabile nel sito dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo.

Contenuti

Iscrizioni:
QUI
CADDERO
FUCILATI DAI TEDESCHI
IL
19 NOVEMBRE 1944
VIGLINO MARIO
AVVOCATO
MEMBRO DEL C.L.N.
N. ALBA IL 1 – 2 1907
SINISTRERO CAV. UFF. SEBASTIANO 1893
BUSSI PASQUALE – 1928
FERRINO PIETRO – 1920
VIGOROSO ANGELO – 1921
NELLA
LOTTA
PER
LA
LIBERAZIONE

Lastra inferiore:
RICORDANDO
TUTTI
I CADUTI
DELLA
RESISTENZA

ASS. AMICI
DI S. DONATO
E
A.N.P.I.

Simboli:
Due bandiere di metallo incrociate dietro la lapide superiore verniciate con il Tricolore nazionale.

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps: 44.6661758, 8.1448219

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