4104 - Cippo al comandante partigiano Raffaele Menici – Corteno Golgi

Cippo con lastra in granito collocato nelle vicinanze del luogo in cui il 17 novembre 1944 fu ucciso dai tedeschi Raffaele Menici, comandante partigiano della 54° Brigata Garibaldi.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Località Ena
Indirizzo:
Strada Statale 39
CAP:
25040
Latitudine:
46.1662111
Longitudine:
10.209419400000002

Informazioni

Luogo di collocazione:
Piazzola sul lato a monte della Statale 39 Edolo - Aprica
Data di collocazione:
09/09/1995
Materiali (Generico):
Pietra
Materiali (Dettaglio):
Basamento in cemento e lastra in granito con fotografia
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
ANPI
Notizie e contestualizzazione storica:
INSMLI - Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia
Raffaele Menici
Di anni 48. Nato il 13 dicembre 1895 a Temù, in provincia di Brescia. Residente a Bergamo. Di professione impiegato. Ottenuta la licenza media superiore, nel 1914 consegue il diploma di abilitazione all’insegnamento elementare. Nel gennaio del 1915 si arruola nel Regio esercito italiano e frequenta i corsi per diventare ufficiale. Assegnato al 78º reggimento fanteria con il grado di sottotenente, viene inviato al fronte alla fine di agosto. Distintosi nel corso del conflitto, viene promosso capitano di complemento per meriti di guerra e congedato nel 1919. Assunto presso la Banca commerciale italiana, nel 1921 si sposa e nel ’25 diventa padre di Luciana. Richiamato alle armi nell’ottobre 1937, nel ’40 viene dislocato in Albania. Promosso tenente colonnello, nel 1941 è posto al comando del Quartier generale del 26º Corpo d’armata, operante nei Balcani. Dopo l’armistizio ed il conseguente sbandamento dell’esercito, Menici ritorna in Valcamonica e rifiuta ogni appoggio o collaborazione con la Repubblica sociale italiana. Unitosi al movimento partigiano, si avvicina alla rete clandestina del Partito d’Azione ed entra in contatto con Ferruccio Parri ed il C.L.N.A.I. (Comitato di liberazione nazionale Alta Italia). Costretto a scegliere tra l’adesione alle Fiamme Verdi o alle formazioni garibaldine, Menici opta per queste ultime e il 5 ottobre 1944 si aggrega alla 54ª brigata Garibaldi. Il 18 ottobre successivo si reca ad Edolo (BS) per trattare con gli ufficiali tedeschi il rilascio della moglie e degli altri parenti arrestati il giorno 13 a Temù (tra essi c’è anche il nipote Zeffirino Ballardini). All’appuntamento tuttavia, Menici trova alcuni partigiani appartenenti alle Fiamme Verdi che, in accordo con gli stessi nazisti, lo catturano e lo conducono in Val Brandét, dov’è situato il comando della brigata Schivardi. Processato dal Tribunale militare della brigata perché accusato di intesa con il nemico, in un primo momento il colonnello viene condannato a morte, quindi la pena viene commutata in un espatrio forzato in Svizzera. Il 17 novembre 1944 Menici si mette in marcia verso il confine, scortato da due elementi della brigata Schivardi; tuttavia, giunti al Passo dell’Aprica (per l’esattezza, appena oltre il bivio per la frazione Galleno), un furgoncino appartenente proprio alle Fiamme Verdi sbarra loro la strada, mentre da Edolo sopraggiunge un’autovettura tedesca. Avendo compreso che si tratta di un agguato, Menici tenta subito la fuga, ma viene raggiunto e ucciso prima che riesca a mettersi in salvo.
Autore della presentazione: Igor Pizzirusso
Ultimo aggiornamento: 20-4-2009

Contenuti

Iscrizioni:
QUI CADDE IL 17 NOVEMBRE 1944
COLPITO A TRADIMENTO
IL TENENTE COLONNELLO DEGLI ALPINI
RAFFAELE MENICI
COMANDANTE DELLA
54° BRIGATA GARIBALDI
IL ALTA VALCAMONICA
NEL 50° ANNIVERSARIO
DELLA LIBERAZIONE
L' A.N.P.I.
DI BRESCIA
RENDE OMAGGIO
ALL'ANTIFASCISTA PATRIOTA
CORTENO, 9 SETTEMBRE 1995
Simboli:
Non sono presenti simboli, solo la foto del partigiano caduto

Altro

Osservazioni personali:
Link utile per approfondimenti sul "caso Menici", un dramma partigiano:
http://www.circologhislandi.net/?s=menici

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