Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Monte la Fine
- CAP:
- 40022
- Latitudine:
- 44.220667
- Longitudine:
- 11.454458899999963
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Le Piane
- Data di collocazione:
- 24 Settembre del 1946 inaugurato poi una seconda volta nel 2004
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- Il cippo è interamente fatto di pietra serena: la parte inferiore è a forma di parallelepipedo di 30x40x40 cm, mentre la parte superiore è un tronco di piramide a base quadrata di 1m di altezza e 25 cm di lato alla base. Le scritte a memoria di Gianni Palmeri sono incise su lastre di bronzo.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Amministrazione comunale di Castel del Rio
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Nel corso degli spostamenti lungo la linea del fronte e nelle retrovie verso la pianura ordinati dal Comando unico militare Emilia-Romagna (Cumer) nell’autunno 1944 in previsione di una rapida avanzata degli alleati e della prossima fine del conflitto, una compagnia della 36a brigata Garibaldi Bianconcini (circa 50 partigiani), guidata da Umberto Gaudenzi, il 27 settembre si acquartierò a Ca’ di Guzzo tra Belvedere di Castel del Rio (BO) e Casoni di Romagna (loc. del Comune di Sassoleone, BO). Nel casolare abitavano la famiglia di mezzadri Salvatori e alcuni sfollati. Nella zona si stava spostando la 362a divisione di fanteria della Wehrmacht in ripiegamento e Ca’ di Guzzo si trovava su una linea ideale di difesa tedesca per arginare un possibile sfondamento da parte alleata nella valle del Sillaro in direzione di Castel San Pietro (BO) e della via Emilia. I partigiani si trovavano dunque in un punto “caldo” fra gli schieramenti avversari e la loro presenza non poteva che infastidire i nazisti.
Palmieri Giovanni detto Gianni, nato a Bologna il 16/12/1921, studente in Medicina all’Università di Bologna. Allievo ufficiale degli alpini nel 1941, fu congedato e riprese gli studi. Quando la Rsi lo richiamò alle armi non si presentò e trascorse un periodo nascosto, fino a che il padre non fu costretto a trasferirsi e a trasferire la famiglia fuori Bologna perché sospettato (a ragione) dai tedeschi di essere coinvolto con altri medici, infermieri e esponenti del movimento partigiano bolognese nella sottrazione dell’elemento chimico radium dall’ospedale Sant’Orsola, dove era usato nelle cure mediche, per impedire ai nazisti di requisirlo a fini bellici. Gianni Palmieri decise di non seguire il padre e di unirsi alla Resistenza. Una volta entrato a far parte della 36a brigata Garibaldi prestò il suo servizio di medico tra i partigiani. Riconosciuto partigiano dal 20/04/1944 al 30/09/1944. Nella notte tra il 27 e il 28 settembre un battaglione del 956° reggimento della 362a circondò Ca’ di Guzzo. Una volta entrati all’interno del casolare i tedeschi fecero uscire tutti e li allinearono contro il muro minacciandoli di fucilazione; poi separarono gli uomini dalle donne, portarono davanti al letamaio alcuni partigiani li uccisero.Tra caduti in combattimento, morti in seguito alle ferite e uccisi in esecuzioni i morti partigiani e civili di Ca’ di Guzzo furono circa 30. 18 furono i corpi rinvenuti nella fossa vicino al letamaio: gli uccisi nella strage più alcuni partigiani caduti in combattimento. Gli altri corpi vennero ritrovati attorno a Ca’ di Guzzo. il medico partigiano Gianni Palmieri fu in un primo momento mandato a cercare altri partigiani da condurre a Ca’ di Guzzo con la promessa che i civili allineati contro il muro come ostaggi in attesa di fucilazione sarebbero stati liberati. Non è chiaro se la strage dei civili e dei partigiani catturati avvenne quando tornò, da solo, o prima. I nazisti fecero medicare i propri feriti da Palmieri. Il giorno dopo 29 settembre 1944 i tedeschi portarono Palmieri con loro verso il podere situato in località Le Piane. Non è chiaro se Palmieri venne ucciso il 29 o il 30 settembre.Il corpo di Palmieri fu ritrovato nel bosco tra i poderi di Le Piane e Ca’ di Guzzo.
(cit.R.Mira, Stragi naziste e fasciste nell'Imolese, 1943-1945, Bacchilega editore, 2018)
Contenuti
- Iscrizioni:
- “Alla memoria del Medico Partigiano Alpino Gianni Palmieri della 36° Brigata Garibaldi
Qui caduto il 30/9/1944.
I compagni di Segataia D.
Restaurata a cura del Gruppo Alpini Imola Val Santerno nel 60° della morte.
sett.1944 sett.2004"
- Simboli:
- E' nella lastra superiore il logo del Gruppo Alpini Imola Valsanterno in metallo. Nella parte inferiore lo stesso è stato eraso.
Altro
- Osservazioni personali:
- Cercando informazioni su Ca’ di Guzzo e acquisendo informazioni sulla storia dei protagonisti della battaglia, siamo arrivati alla conclusione che il Cippo è un monumento al sacrificio del protagonista Gianni Palmieri, giovane medico partigiano.
Secondo le informazioni del Cav. Uff. Giacomo Lombardi, Tenente T.O. Carabinieri. - Imola "era un medico di statura alta e snella, gentile nei modi ma di poche parole,[...] molto ben voluto nella nostra brigata per la sua continua disponibilità"
Gli Alpini di Imola e della Valsanterno ricordano di "aver rintracciato tra i rovi de sottobosco i ruderi spari della stele che i tuoi amici avevano dedicato poco dopo il tuo martirio, abbiamo pensato che eri stato ucciso una seconda volta.Ci siamo sentiti un po' in colpa[...]Ricercare e ritrovare i resti di quella stele grazie alla memoria e all'intuito di Giovanni e Bruno Bedetti, è stato un poco come ricercare e riscoprire la tua odissea, dopo che la corta memoria degli uomini ti aveva dato per morto e sepolto una seconda volta, e quindi dimenticato[...] Quello che più soddisfa è che tramite questo ripristino sono tornati vivi nella memoria e vi rimarranno nel tempo i ricordi di eventi storici, di persone che si sacrificarono per il prossimo, di avvenimenti che coinvolsero la nostra comunità."