Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Monte Piana - Misurina - Auronzo di Cadore (BL)
- CAP:
- 32041
- Latitudine:
- 46.61074639999999
- Longitudine:
- 12.25112020000006
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Area verde situata a Monte Piana
- Data di collocazione:
- Presumibilmente negli Anni Venti, poco dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo, Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- Il cippo dedicato al Tenente Ruggero De Simone è stato costruito in pietra, probabilmente con le stesse pietre che si trovano in grande quantità sul pianoro roccioso di Monte Piana, pietre di dolomia la roccia tipica delle Dolomiti.
Le pietre sono tenute insieme dalla malta e rivestono il cippo completamente.
La targa che risale agli Anni Venti è di marmo, mentre quella posizionata nel settembre 2017 è di bronzo.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Auronzo di Cadore (Belluno) - Sezione Associazione Nazionale Alpini Gruppo di Auronzo di Cadore Il Comune di Auronzo di Cadore ha previsto e già programmato un progetto che prevede la realizzazione di percorsi tematici relativi alla Grande Guerra.
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Monte Piana è uno dei simboli della Prima Guerra Mondiale sul fronte dolomitico, uno dei suoi teatri più importanti e sanguinosi. Qui si combatté una terribile guerra di alta montagna che non fu combattuta mai più.
Le trincee, le gallerie, le postazioni di guerra, ripristinate sia dagli Italiani sia dagli Austriaci, hanno dato origine ad un vero e proprio museo all'aperto, visitato ogni anno da centinaia di turisti italiani e stranieri.
Monte Piana è nel Comune di Auronzo di Cadore, in provincia di Belluno, e confina con Cortina d'Ampezzo e la Val Pusteria.
Dal punto di vista geologico è una tozza montagna alta 2324 metri, composta di dolomia, una specie di panettone inserito fra le Tre Cime di Lavaredo, la Valle di Landro - Carbonin, e i Cadini di Misurina.
Da questo altopiano si possono ammirare alcune fra le più belle montagne delle Dolomiti, proclamate dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.
Per centinaia di anni questo territorio, che fece parte prima del Patriarcato di Aquileia e dal 1420 al 1797 della Repubblica di Venezia, fu un pascolo frequentato dai pastori del Cadore e del Tirolo, spesso in contrasto tra loro.
Alla fine dell'Ottocento, quando nacque l'interesse alpinistico e turistico nei confronti della montagna, Monte Piana, pur essendo privo di cime da scalare, fu un ottimo osservatorio per la vista che offriva sulle Dolomiti.
Il periodo più significativo della storia di Monte Piana fu quello relativo alla Prima Guerra Mondiale, quando divenne un luogo strategico di grande importanza perché si trovava al confine tra il Regno d'Italia e l'Impero austro - ungarico: conquistare Monte Piana significava per l'esercito italiano controllare la Val Pusteria. Di conseguenza il settore fu consolidato con opere di difesa e di offesa sia dagli Italiani sia dagli austro - ungarici e dai Tedeschi loro alleati. Il 24 maggio 1915, alle ore 8.30, una bomba austriaca sparata dal Monte Rudo, provocò la morte di due soldati bellunesi, il sergente Beniamino Apigalli di Sospirolo e l'alpino Luigi De Mario di Costalissoio Comelico. Furono le prime vittime.
Quando non erano impegnati nei combattimenti i soldati lavoravano per ampliare e collegare fra loro le postazioni e i camminamenti scavati nella roccia.
I servizi per il rancio venivano effettuati di notte, per evitare la perdita di uomini, ma a volte i pasti non riuscivano ad arrivare alle prime linee.
Nel luglio 1915 sulla Cima Grande di Lavaredo fu installato, con enormi sacrifici, un grande faro che il 14 agosto illuminò tutto il settore austriaco lasciando completamente nell'oscurità le postazioni italiane. Gli Austriaci rimasero impietriti e furono costretti a sparare alla cieca.
Con un'altra impresa eccezionale fu sistemato sullo spigolo della Cima Grande di Lavaredo un cannone dotato di 300 colpi. Due imprese incredibili dal punto di vista militare ealpinistico.
A Monte Piana si verificarono diversi episodi di cameratismo e di solidarietà fra soldati e ufficiali italiani e austriaci. In particolare ricordiamo la morte dell'alpinista di Sesto Pusteria Sepp Innerkofler, avvenuta il 5 luglio 1915: il Tenente medico Antonio Berti, che lo conosceva bene perché entrambi esperti alpinisti, volle scendere nel burrone dove era precipitato per recuperarne il corpo.
Il primo Natale di guerra i soldati dei due schieramenti lo vissero rintanati nelle trincee e nei rifugi cercando di difendersi dal freddo, con la costante nostalgia di casa.
Le nevicate abbondanti provocarono la caduta di valanghe che travolsero e uccisero molti soldati. In particolare l'inverno 1916 - 1917 fu terribile: in alcuni punti la neve superò i 7 metri d'altezza e le temperature scesero a - 42°.
Le difficoltà quotidiane e la precarietà della vita rafforzarono i legami di solidarietà e di cameratismo fra i soldati che provenivano da tutte le regioni: forse fu qui che Veneti, Siciliani, Piemontesi... sentirono per la prima volta di essere italiani.
L'imperatore d'Austria - Ungheria, Carlo I d'Asburgo, visitò i suoi soldati a Monte Piana e così fece anche il re d'Italia Vittorio Emanuele III di Savoia.
Il 22 ottobre 1917, con la neve alta ormai 40 centimetri, fu combattuta l'ultima battaglia di Monte Piana, quella in cui morì anche il Tenente Ruggero De Simone.
Due giorni di guerra feroce non cambiarono nulla dal punto di vista militare, ma lasciarono una lunga scia di dolore e di lutti. Dei sei plotoni italiani impegnati nei combattimenti ne scomparvero tre, carbonizzati dai lanciafiamme, un'arma temutissima dai soldati perché annientava letteralmente le vittime.
Il 24 ottobre 1917 la rotta di Caporetto cambiò completamente la strategia militare della Prima Guerra Mondiale: Monte Piana perse del tutto il suo significato strategico e i soldati ricevettero l'ordine di ritirarsi lungo la linea del Piave e del Monte Grappa per l'ultimo anno di guerra.
Fra questi mio nonno Antonio Pais Marden, un nonno che non ho mai conosciuto, che aveva combattuto sul Monte Peralba, fronte del Comelico.
Monte Piana, dopo la tragica esperienza della Prima Guerra Mondiale, è ora tornato ad essere un luogo di pace nel ricordo del sacrificio di 14.000 sodati italiani, austro - ungarici e tedeschi.
Molto significative sono le parole che un capitano austriaco lasciò scritte:
QUESTO MONTE E' STATO BATTEZZATO A RAGIONE MONTE PIANTO,
TANTO SANGUE E' COSTATO E ANCORA NE' COSTERA' A NOI E AGLI ITALIANI
CHE NON SO PROPRIO SE IL SUO POSSESSO POSSA GIUSTIFICARE UN COSI'
GRANDE SACRIFICIO PER NOI E PER LORO.
QUANTI MORTI SONO QUI SEPOLTI!
QUANTI MORTI DAVANTI ALLE TRINCEE!
SE QUESTO E' NECESSARIO DAVVERO NON LO SO:
SO SOLTANTO CHE QUESTO VOGLIONO COLORO CHE STANNO NELLE RETROVIE,
CON I LORO ORDINI PERENTORI.
DEL RESTO TUTTO CIO' NON MI RIGUARDA: IO DEVO SOLTANTO UBBIDIRE.
Contenuti
- Iscrizioni:
- Prima iscrizione sulla targa di marmo:
MEDAGLIA D'ORO
TENENTE RUGGERO DE SIMONE
DEL 54° FANTERIA
DA S. PIETRO VERNOTICO BRINDISI
CON UN MANIPOLO DI PRODI
RISALI' LA BALZA INFERNALE
LOTTO' DISPERATAMENTE
FINO A CHE LA 4° FERITA MORTALE
GLI SPEGNEVA SULLA BOCCA
IL GRIDO DI VIVA L'ITALIA
LANCIATO AL NEMICO
PROTESTA ESTREMA DI EROISMO
Seconda iscrizione, in bronzo:
LE COMUNITA' DI
SAN PIETRO VERNOTICO E
AURONZO DI CADORE
NEL CENTENARIO DELLA MORTE
DEL TEN. RUGGERO DE SIMONE
GRATI E MEMORI POSERO
M.O.V.M. MONTE PIANA SETTEMBRE 201
- Simboli:
- Sulla pietra non compaiono simboli.
Altro
- Osservazioni personali:
- La classe III B fin dall'anno scolastico 2015/2016 ha partecipato ad una programmazione specifica relativa alla Prima Guerra Mondiale, nell'ambito delle celebrazioni del centenario, approfondendo la conoscenza del proprio territorio, che, essendo stato teatro di guerra, è stato coinvolto direttamente nel conflitto, in particolare dei monumenti o cippi o segni, numerosissimi, che sono presenti in Cadore.
Abbiamo scelto di partecipare ai concorsi proposti a livello regionale per dare spessore e visibilità al nostro lavoro specie attraverso il Concorso "Esploratori della Memoria", perché questo pensiamo di essere stati, riscoprendo storie spesso dimenticate anche dagli stessi famigliari.
L'esperienza di questi anni è stata molto bella, significativa e coinvolgente e ci ha riservato molte soddisfazioni.
Vorremmo ricordare anche l'incontro con il sig. Giopp, di origini bellunesi, che non è più fra noi, ma ha trasmesso ai nostri ragazzi un messaggio di speranza e di vita che sicuramente rimarrà loro impresso nella mente.
In particolare, la classe III B ha partecipato ad un Laboratorio di animazione teatrale che ha realizzato uno spettacolo in lingua italiana e ladino - auronzana,, intitolato "Io era quasi...che morivo", ambientato proprio a Monte Piana e ad Auronzo di Cadore.
La classe III B ha preso parte anche ad un Laboratorio di canto in lingua ladino - auronzana realizzando, fra gli altri, un canto intitolato "Monte Piana" canto che compare nel videoclip "Monte Piana" e il cui testo è stato scritto dai ragazzi..
Significativo è stato il gemellaggio con l'Istituto Comprensivo di S.Pietro Vernotico (Brindisi) che è iniziato nell'anno scolastico 2014/2015, in occasione delle celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale.
Il gemellaggio ha coinvolto scuole, amministrazioni e istituzioni di S. Pietro Vernotico (Brindisi) e di Auronzo di Cadore (Belluno) attraverso alcune videoconferenze e la manifestazione che si è tenuta a Monte Piana il 17 settembre 2017 con la partecipazione delle delegazioni delle due comunità, di alunni della classe III B, di genitori, di rappresentanti della Sezione ANA di Auronzo di Cadore, del Presidente del CAI Stefano Muzzi, dello storico, prof. Walter Musizza, della scrittrice Antonella Fornari e del musicista Cosimo Mascolo che ha realizzato il videoclip, oltre che della prof.ssa Ilde Pais Maden Nanon.
In questa occasione, oltre al Tenente De Simone, sono stati ricordati anche i quattro Auronzani caduti a Monte Piana, in particolare il soldato Andrea Da Corte Zandatina, caduto il 20 luglio 1915, anche lui a soli vent'anni.
Concludo con alcuni ricordi personali.
Ho spesso accompagnato mio marito Bruno Vecellio Salto alla cerimonia che si teneva a Monte Piana, un tempo la prima domenica di settembre e ricordo che negli Anni Settanta vi partecipavano ancora alcuni reduci, sia italiani sia austriaci, che avevano combattuto a Monte Piana. Era molto commovente!