140083 - Cippo al Tenente Ruggero De Simone sul Monte Piana – Auronzo di Cadore

Iniziamo la descrizione con una dedica che, a nostro avviso, bene rappresenta la guerra sul fronte dolomitico:

“La guerra sulle Dolomiti è stata forse la più meravigliosa fra le campagne di guerra… dev’essere stato come prendere d’assalto il cielo.” Ch. G. Wells, Scrittore, giornalista, inviato di guerra inglese.

Il cippo si trova a Monte Piana, nel Comune di Auronzo di Cadore, un vero e proprio luogo della memoria che ricorda 14.000 soldati italiani, austro-ungarici e tedeschi morti su questo territorio del fronte dolomitico. É dedicato al Tenente Ruggero De Simone, originario di S. Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi.

Fu eretto negli Anni Venti dai suoi compagni d’arme sopravvissuti nel punto in cui era caduto per ricordare il suo eroismo. Il cippo, alto circa 3 metri, è molto semplice e somiglia ad altri eretti a Monte Piana in ricordo di soldati ed ufficiali caduti per la loro Patria.

Il cippo si presenta alla base con un parallelepipedo rivestito di pietra (dolomia), probabilmente recuperata nello stesso pianoro e ciò attribuisce al monumento un valore ancora più intenso: sono le stesse pietre che hanno visto morire il Tenente De Simone. La base quadrata è alta circa 80 cm., di dimensioni 2 metri x 2 metri.

Sopra questa si innalza una colonna, a base quadrata, rivestita anch’essa di pietra, alta circa 2 metri, di dimensioni 80 cm. x 80 cm.

Il cippo termina con una piramide formata da quattro gradoni in pietra, dal più grande al più piccolo. É circondato da 4 pilastri di cemento, alti circa 1 metro, che delimitano una sorta di recinto.

Sulla faccia rivolta a sud sono state posizionate due targhe:

  • la prima fu messa negli Anni Venti, al tempo della costruzione del monumento;
  • la seconda è stata collocata nel mese di settembre 2017, in occasione della celebrazione del centenario della morte del Tenente De Simone, avvenuta il 22 ottobre 1917, proprio in quel punto.

La pietra presenta il tipico colore grigio della dolomia, ma i licheni arancioni negli anni l’hanno in parte ricoperta.

Al Tenente De Simone è stata dedicata la Scuola Primaria di S.Pietro Vernotico, che si trova in via Monte Piana.

Il Tenente De Simone era arruolato nel 54° Reggimento Fanteria ed era Comandante del V Reparto d’assalto, il cosiddetto “Corpo degli Arditi”, dei “volontari della morte, sempre in prima linea durante azioni militari rischiosissime. Il Tenente, nonostante la giovane età (aveva appena vent’anni), aveva già dimostrato uno straordinario coraggio in operazioni di guerra temerarie.

Il 21 ottobre 1917 era arrivato in Cadore, a Monte Piana, e il giorno dopo fu impegnato nell’ultima battaglia, violentissima, prima della rotta di Caporetto.

Il 22 ottobre 1917 morì in una battaglia che si svolse alla “Forcella dei castrati”, nome dato alla località dai pastori che salivano a Monte Piana con le greggi. Durante la guerra questo avvallamento era “terra di nessuno”: la parte italiana era poco difesa e svantaggiata, perché era difficile per i nostri soldati risalire la china sotto il fuoco delle artiglierie nemiche.

Il Tenente De Simone morì da eroe. Ferito per due volte e circondato dai soldati avversari, che gli ordinarono di arrendersi, ferito una terza volta, continuò a combattere al grido di “Viva l’Italia!”, fino a che fu ucciso.

I suoi compagni non vollero abbandonare al nemico il corpo del loro Comandante: lo raccolsero e lo portarono a Misurina dove fu sepolto provvisoriamente. Finita la guerra le sue spoglie furono riportate al suo paese natale. Al padre fu consegnata, alla Memoria, la Medaglia d’Oro al Valor Militare, l’unica del suo Reggimento, conferita il 2 giugno 1921.

Questa la motivazione:

“Comandante di un plotone d’assalto accorso in difesa di una posizione fortemente attaccata dal nemico, ferito alla bocca da una scheggia di granata, continuava a tenere il comando del proprio reparto, incitando e trascinando con l’esempio, sotto un fuoco violento, i propri soldati. Ferito una seconda volta, nella lotta corpo a corpo che ne seguì, ed intimatagli la resa, rispose scaricando la rivoltella e gridando: Viva l’Italia. Ferito una terza volta, cadeva a terra, ed alla nuova intimidazione di resa rispondeva: No, viva l’Italia! Una quarta ferita al cuore lo uccise. Sublime esempio di valore e di amor patrio. Forcella Monte Piana, 22 – 23 ottobre 1917”.

Oggi Monte Piana è un luogo di pace e di ricordi legati ad un passato tragico che ha coinvolto migliaia di uomini e le loro famiglie.

Le trincee, le gallerie, le postazioni di guerra sono state restaurate dalla Fondazione “Monte Piana” e dalla “Dolomitenfreunde” (“Amici delle Dolomiti”).

Grazie a questa collaborazione è stato creato un vero e proprio “museo all’aperto”, visitato ogni anno da migliaia di turisti.

Ogni anno, d’estate, a Monte Piana si svolge una cerimonia molto significativa, alla presenza di autorità civili e militari, sia italiane sia austriache, per ricordare i tragici avvenimenti della Prima Guerra Mondiale.

In questa occasione viene fatta una visita ufficiale al vicino Cimitero austro – ungarico situato in località “Sorgenti di Landro”, chiamato anche “Sacrario n. 2 di Monte Piana”. Qui riposano 1259 soldati e ufficiali austro – ungarici, tedeschi e un sergente di Fanteria italiano, tutti caduti a Monte Piana.

Tutti i Caduti meritano lo stesso rispetto!

Il 6 settembre 2015 a Landro, vicino a Monte Piana, per ricordare i cento anni dall’inizio della Grande Guerra, si è svolta una cerimonia molto importante con la partecipazioni di delegazioni italiane ed austriache delle province di Belluno, Trento, Bolzano e del Tirolo: la manifestazione è stata intitolata “Divisi dalla guerra, uniti dalla pace”.

Un giorno di pace, ricordando l’impegno comune per la pace in Europa.

Secondo noi, è stato il modo migliore di ricordare gli uomini che , da una parte e dall’altra, hanno combattuto e sacrificato la loro vita. Questo è l’insegnamento che ci viene dall’Europa unita!

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Misurina
Indirizzo:
Monte Piana - Misurina - Auronzo di Cadore (BL)
CAP:
32041
Latitudine:
46.61074639999999
Longitudine:
12.25112020000006

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area verde situata a Monte Piana
Data di collocazione:
Presumibilmente negli Anni Venti, poco dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Il cippo dedicato al Tenente Ruggero De Simone è stato costruito in pietra, probabilmente con le stesse pietre che si trovano in grande quantità sul pianoro roccioso di Monte Piana, pietre di dolomia la roccia tipica delle Dolomiti.
Le pietre sono tenute insieme dalla malta e rivestono il cippo completamente.
La targa che risale agli Anni Venti è di marmo, mentre quella posizionata nel settembre 2017 è di bronzo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Auronzo di Cadore (Belluno) - Sezione Associazione Nazionale Alpini Gruppo di Auronzo di Cadore Il Comune di Auronzo di Cadore ha previsto e già programmato un progetto che prevede la realizzazione di percorsi tematici relativi alla Grande Guerra.
Notizie e contestualizzazione storica:
Monte Piana è uno dei simboli della Prima Guerra Mondiale sul fronte dolomitico, uno dei suoi teatri più importanti e sanguinosi. Qui si combatté una terribile guerra di alta montagna che non fu combattuta mai più.
Le trincee, le gallerie, le postazioni di guerra, ripristinate sia dagli Italiani sia dagli Austriaci, hanno dato origine ad un vero e proprio museo all'aperto, visitato ogni anno da centinaia di turisti italiani e stranieri.
Monte Piana è nel Comune di Auronzo di Cadore, in provincia di Belluno, e confina con Cortina d'Ampezzo e la Val Pusteria.
Dal punto di vista geologico è una tozza montagna alta 2324 metri, composta di dolomia, una specie di panettone inserito fra le Tre Cime di Lavaredo, la Valle di Landro - Carbonin, e i Cadini di Misurina.
Da questo altopiano si possono ammirare alcune fra le più belle montagne delle Dolomiti, proclamate dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.
Per centinaia di anni questo territorio, che fece parte prima del Patriarcato di Aquileia e dal 1420 al 1797 della Repubblica di Venezia, fu un pascolo frequentato dai pastori del Cadore e del Tirolo, spesso in contrasto tra loro.
Alla fine dell'Ottocento, quando nacque l'interesse alpinistico e turistico nei confronti della montagna, Monte Piana, pur essendo privo di cime da scalare, fu un ottimo osservatorio per la vista che offriva sulle Dolomiti.
Il periodo più significativo della storia di Monte Piana fu quello relativo alla Prima Guerra Mondiale, quando divenne un luogo strategico di grande importanza perché si trovava al confine tra il Regno d'Italia e l'Impero austro - ungarico: conquistare Monte Piana significava per l'esercito italiano controllare la Val Pusteria. Di conseguenza il settore fu consolidato con opere di difesa e di offesa sia dagli Italiani sia dagli austro - ungarici e dai Tedeschi loro alleati. Il 24 maggio 1915, alle ore 8.30, una bomba austriaca sparata dal Monte Rudo, provocò la morte di due soldati bellunesi, il sergente Beniamino Apigalli di Sospirolo e l'alpino Luigi De Mario di Costalissoio Comelico. Furono le prime vittime.
Quando non erano impegnati nei combattimenti i soldati lavoravano per ampliare e collegare fra loro le postazioni e i camminamenti scavati nella roccia.
I servizi per il rancio venivano effettuati di notte, per evitare la perdita di uomini, ma a volte i pasti non riuscivano ad arrivare alle prime linee.
Nel luglio 1915 sulla Cima Grande di Lavaredo fu installato, con enormi sacrifici, un grande faro che il 14 agosto illuminò tutto il settore austriaco lasciando completamente nell'oscurità le postazioni italiane. Gli Austriaci rimasero impietriti e furono costretti a sparare alla cieca.
Con un'altra impresa eccezionale fu sistemato sullo spigolo della Cima Grande di Lavaredo un cannone dotato di 300 colpi. Due imprese incredibili dal punto di vista militare ealpinistico.
A Monte Piana si verificarono diversi episodi di cameratismo e di solidarietà fra soldati e ufficiali italiani e austriaci. In particolare ricordiamo la morte dell'alpinista di Sesto Pusteria Sepp Innerkofler, avvenuta il 5 luglio 1915: il Tenente medico Antonio Berti, che lo conosceva bene perché entrambi esperti alpinisti, volle scendere nel burrone dove era precipitato per recuperarne il corpo.
Il primo Natale di guerra i soldati dei due schieramenti lo vissero rintanati nelle trincee e nei rifugi cercando di difendersi dal freddo, con la costante nostalgia di casa.
Le nevicate abbondanti provocarono la caduta di valanghe che travolsero e uccisero molti soldati. In particolare l'inverno 1916 - 1917 fu terribile: in alcuni punti la neve superò i 7 metri d'altezza e le temperature scesero a - 42°.
Le difficoltà quotidiane e la precarietà della vita rafforzarono i legami di solidarietà e di cameratismo fra i soldati che provenivano da tutte le regioni: forse fu qui che Veneti, Siciliani, Piemontesi... sentirono per la prima volta di essere italiani.
L'imperatore d'Austria - Ungheria, Carlo I d'Asburgo, visitò i suoi soldati a Monte Piana e così fece anche il re d'Italia Vittorio Emanuele III di Savoia.
Il 22 ottobre 1917, con la neve alta ormai 40 centimetri, fu combattuta l'ultima battaglia di Monte Piana, quella in cui morì anche il Tenente Ruggero De Simone.
Due giorni di guerra feroce non cambiarono nulla dal punto di vista militare, ma lasciarono una lunga scia di dolore e di lutti. Dei sei plotoni italiani impegnati nei combattimenti ne scomparvero tre, carbonizzati dai lanciafiamme, un'arma temutissima dai soldati perché annientava letteralmente le vittime.
Il 24 ottobre 1917 la rotta di Caporetto cambiò completamente la strategia militare della Prima Guerra Mondiale: Monte Piana perse del tutto il suo significato strategico e i soldati ricevettero l'ordine di ritirarsi lungo la linea del Piave e del Monte Grappa per l'ultimo anno di guerra.
Fra questi mio nonno Antonio Pais Marden, un nonno che non ho mai conosciuto, che aveva combattuto sul Monte Peralba, fronte del Comelico.
Monte Piana, dopo la tragica esperienza della Prima Guerra Mondiale, è ora tornato ad essere un luogo di pace nel ricordo del sacrificio di 14.000 sodati italiani, austro - ungarici e tedeschi.
Molto significative sono le parole che un capitano austriaco lasciò scritte:
QUESTO MONTE E' STATO BATTEZZATO A RAGIONE MONTE PIANTO,
TANTO SANGUE E' COSTATO E ANCORA NE' COSTERA' A NOI E AGLI ITALIANI
CHE NON SO PROPRIO SE IL SUO POSSESSO POSSA GIUSTIFICARE UN COSI'
GRANDE SACRIFICIO PER NOI E PER LORO.
QUANTI MORTI SONO QUI SEPOLTI!
QUANTI MORTI DAVANTI ALLE TRINCEE!
SE QUESTO E' NECESSARIO DAVVERO NON LO SO:
SO SOLTANTO CHE QUESTO VOGLIONO COLORO CHE STANNO NELLE RETROVIE,
CON I LORO ORDINI PERENTORI.
DEL RESTO TUTTO CIO' NON MI RIGUARDA: IO DEVO SOLTANTO UBBIDIRE.

Contenuti

Iscrizioni:
Prima iscrizione sulla targa di marmo:
MEDAGLIA D'ORO
TENENTE RUGGERO DE SIMONE
DEL 54° FANTERIA
DA S. PIETRO VERNOTICO BRINDISI
CON UN MANIPOLO DI PRODI
RISALI' LA BALZA INFERNALE
LOTTO' DISPERATAMENTE
FINO A CHE LA 4° FERITA MORTALE
GLI SPEGNEVA SULLA BOCCA
IL GRIDO DI VIVA L'ITALIA
LANCIATO AL NEMICO
PROTESTA ESTREMA DI EROISMO

Seconda iscrizione, in bronzo:
LE COMUNITA' DI
SAN PIETRO VERNOTICO E
AURONZO DI CADORE
NEL CENTENARIO DELLA MORTE
DEL TEN. RUGGERO DE SIMONE
GRATI E MEMORI POSERO
M.O.V.M. MONTE PIANA SETTEMBRE 201
Simboli:
Sulla pietra non compaiono simboli.

Altro

Osservazioni personali:
La classe III B fin dall'anno scolastico 2015/2016 ha partecipato ad una programmazione specifica relativa alla Prima Guerra Mondiale, nell'ambito delle celebrazioni del centenario, approfondendo la conoscenza del proprio territorio, che, essendo stato teatro di guerra, è stato coinvolto direttamente nel conflitto, in particolare dei monumenti o cippi o segni, numerosissimi, che sono presenti in Cadore.
Abbiamo scelto di partecipare ai concorsi proposti a livello regionale per dare spessore e visibilità al nostro lavoro specie attraverso il Concorso "Esploratori della Memoria", perché questo pensiamo di essere stati, riscoprendo storie spesso dimenticate anche dagli stessi famigliari.
L'esperienza di questi anni è stata molto bella, significativa e coinvolgente e ci ha riservato molte soddisfazioni.
Vorremmo ricordare anche l'incontro con il sig. Giopp, di origini bellunesi, che non è più fra noi, ma ha trasmesso ai nostri ragazzi un messaggio di speranza e di vita che sicuramente rimarrà loro impresso nella mente.
In particolare, la classe III B ha partecipato ad un Laboratorio di animazione teatrale che ha realizzato uno spettacolo in lingua italiana e ladino - auronzana,, intitolato "Io era quasi...che morivo", ambientato proprio a Monte Piana e ad Auronzo di Cadore.
La classe III B ha preso parte anche ad un Laboratorio di canto in lingua ladino - auronzana realizzando, fra gli altri, un canto intitolato "Monte Piana" canto che compare nel videoclip "Monte Piana" e il cui testo è stato scritto dai ragazzi..
Significativo è stato il gemellaggio con l'Istituto Comprensivo di S.Pietro Vernotico (Brindisi) che è iniziato nell'anno scolastico 2014/2015, in occasione delle celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale.
Il gemellaggio ha coinvolto scuole, amministrazioni e istituzioni di S. Pietro Vernotico (Brindisi) e di Auronzo di Cadore (Belluno) attraverso alcune videoconferenze e la manifestazione che si è tenuta a Monte Piana il 17 settembre 2017 con la partecipazione delle delegazioni delle due comunità, di alunni della classe III B, di genitori, di rappresentanti della Sezione ANA di Auronzo di Cadore, del Presidente del CAI Stefano Muzzi, dello storico, prof. Walter Musizza, della scrittrice Antonella Fornari e del musicista Cosimo Mascolo che ha realizzato il videoclip, oltre che della prof.ssa Ilde Pais Maden Nanon.
In questa occasione, oltre al Tenente De Simone, sono stati ricordati anche i quattro Auronzani caduti a Monte Piana, in particolare il soldato Andrea Da Corte Zandatina, caduto il 20 luglio 1915, anche lui a soli vent'anni.
Concludo con alcuni ricordi personali.
Ho spesso accompagnato mio marito Bruno Vecellio Salto alla cerimonia che si teneva a Monte Piana, un tempo la prima domenica di settembre e ricordo che negli Anni Settanta vi partecipavano ancora alcuni reduci, sia italiani sia austriaci, che avevano combattuto a Monte Piana. Era molto commovente!

Gallery