197195 - Cippo dell’Ammiraglio Luigi Rizzo al Molo Marullo – Milazzo

All’interno del Museo di Luigi Rizzo, che si trova a Milazzo al Molo Marullo, è esposto un busto bronzeo con basamento in marmo, con il nominativo inciso e dorato, che ritrae l’eroe milazzese in marziale atteggiamento. Ne fu autore nel 1935 l’artista Tommaso Vicari.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Molo Marullo n.2
CAP:
98057
Latitudine:
38.220191947963
Longitudine:
15.242281985983

Informazioni

Luogo di collocazione:
Molo Marullo, interno del Museo Luigi Rizzo
Data di collocazione:
1935
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Busto in bronzo; basamento in marmo
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Milazzo
Notizie e contestualizzazione storica:
Il busto bronzeo di Luigi Rizzo è collocato a Milazzo nel Museo a lui dedicato, che è stato inaugurato sabato 10 giugno 2017, 99° anniversario dell’Impresa di Premuda, nel Molo Marullo (civico n.2), nel locale concesso dal Comune in comodato alla Società Milazzese di Storia Patria, dove sono conservati i cimeli, la lancia da diporto e gli arnesi da pesca coi quali Luigi Rizzo andava a pesca lungo le coste di Capo Milazzo. L’allestimento del museo intende promuovere e tramandare alle giovani generazioni le gesta e l’umanità dell’Eroe milazzese. L’artista Tommaso Vicari, autore del busto bronzeo di Rizzo, era nato a Palermo il 30 settembre 1883 da Pietro e Grazia Maiorana, appartenente ad un’antica famiglia presente nella nostra città da più di tre secoli e i cui componenti furono esponenti di spicco della marineria siciliana. Nel capoluogo di regione dell’isola frequentò l’Istituto di Belle Arti: ebbe tra i suoi maestri Francesco Lo Jacono ed Eleonora Tarna Klyohara Ragusa. A diciotto anni vinse una borsa di studio, messa a disposizione degli studenti meritevoli dalla città di Palermo, che gli permise di perfezionarsi a Roma riuscendo dopo qualche anno ad aprirvi un suo studio. Nel 1910 fu ammesso alla Biennale di Venezia con due quadri -”Ritratto di giovane uomo” e “Madre” – che riscossero qualche consenso. Nel 1912 sposatosi con Anna Girardi decise di dedicarsi all’insegnamento, ottenendo una cattedra a Milazzo, luogo di origine dei suoi genitori. Scoppiata la prima guerra mondiale, assegnato ai servizi militari fu inviato a Catanzaro (vi rimase fino alla conclusione del conflitto). Durante la Seconda Guerra Mondiale fece ritorno a Roma città in cui visse e in cui si spense il mattino del 29 maggio 1973. Luigi Rizzo nacque l'8 ottobre 1887 a Milazzo (Messina). Ufficiale della marina mercantile, dopo avere conseguito nel 1912 il grado di sottotenente di vascello di complemento, all'inizio della guerra fu chiamato in servizio effettivo e poco dopo fu promosso tenente di vascello di complemento. Dal giugno 1915 al gennaio 1917 fu destinato a Grado, dove si segnalò per vari atti di eroismo e ottenne una prima medaglia d'argento al valore. Promosso per merito di guerra tenente di vascello del servizio attivo e nominato comandante di squadriglia Mas, svolse la sua attività principale nelle acque del golfo di Trieste. Nel maggio del 1917 ottenne una seconda medaglia d'argento per essersi trattenuto con un motoscafo sotto il fuoco di batterie e aerei nemici, mentre stava effettuando la cattura di alcuni aviatori austriaci. Nell'autunno dello stesso anno andò più volte in ricognizione sulle dighe del porto di Trieste allo scopo di preparare l'audace impresa da lui poi compiuta nella notte dal 9 al 10 dicembre 1917, e che fu coronata dal siluramento e affondamento di una delle grandi unità della flotta austro-ungarica, la Wien. In quell'occasione, il Rizzo ebbe la prima medaglia d'oro al valor militare e fu promosso capitano di corvetta per merito di guerra. Dopo l'abbandono di Grado in seguito alla ritirata di Caporetto, Luigi Rizzo continuò la sua attività sui Mas e personalmente condusse la sua squadriglia attraverso i canali navigabili della laguna veneta per arrestare le pattuglie dell'esercito nemico dilaganti verso il Tagliamento e il Piave. Per tali missioni meritò una terza medaglia d'argento. Nel febbraio 1918 partecipò con Gabriele d'Annunzio e con Costanzo Ciano, quale comandante del Mas 96, all'incursione di Buccari, che gli valse la quarta medaglia d'argento. Passato ad Ancona, ebbe l'incarico di organizzare una squadriglia di motoscafi destinati a operare nelle isole dalmate, e molte altre missioni aveva già effettuato, quando il mattino del 10 giugno 1918, presso Premuda, ebbe il compenso delle lunghe precedenti attese notturne, affondando la Szent István. Gli fu decretata la seconda medaglia d'oro con la seguente motivazione: "Comandante di una sezione di piccole siluranti in perlustrazione nelle acque della Dalmazia, avvistava una poderosa forza navale nemica composta di due corazzate e numerosi cacciatorpediniere e senza esitare, noncurante del grande rischio, dirigeva immediatamente con la sezione all'attacco. Attraversava con incredibile audacia e somma perizia militare e marinaresca la linea fortissima delle scorte e lanciava due siluri contro una delle corazzate nemiche colpendola ripetutamente in modo da affondarla. Liberavasi con grande abilità dal cerchio dei cacciatorpediniere che da ogni lato gli sbarrava il cammino e, in seguito cannoneggiato da uno di essi, con il lancio di una bomba di profondità lo faceva desistere dall'inseguimento danneggiandolo gravemente". “Volontario fiumano” nel 1919, nel 1920 lasciò il servizio attivo con il grado di capitano di fregata. Nel 1929 assunse la presidenza della Società di Navigazione Eola e nel 1936, volontario, partecipò al conflitto italo-etiopico nel grado di Contrammiraglio. Promosso Ammiraglio di Squadra nella Riserva Navale, nel settembre 1943 quale presidente dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico, ordinò il sabotaggio dei transatlantici e dei piroscafi affinché non cadessero in mano tedesca. Per questa sua direttiva venne deportato in Germania con la figlia Guglielmina. Rimpatriato al termine del conflitto, morì a Roma il 27 giugno 1951 due mesi dopo un’operazione per un tumore al polmone. L’operazione venne effettuata dal professor Raffaele Paolucci, suo grande amico, che durante la Grande Guerra era stato il protagonista con il maggiore del genio navale Raffaele Rossetti dell’affondamento nel porto di Pola della corazzata austriaca Viribus Unitis.

Contenuti

Iscrizioni:
LUIGI RIZZO
MCMXXXV
Simboli:
Non sono presenti simboli.

Altro

Osservazioni personali:
Le notizie storiche sono state ricavate dalla Società Milazzese di storia patria e dal libro di Girolamo Fuduli, Luigi Rizzo un eroe senza tempo, Lombardo Edizioni, Milazzo, 2018.

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