Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Str. Statale Tosco Romagnola
- CAP:
- 50062
- Latitudine:
- 43.864469386667
- Longitudine:
- 11.530914798777
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Aiuola a bordo strada
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Marmo, Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- Pietra e marmo. Una piccola ringhiera in ferro e un cancelletto delimitano l'area a lato strada.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Il comune di Dicomano in val di Sieve sin dalla fine del giugno 1944 è teatro di requisizioni e rastrellamenti tedeschi, nonché di attività di bande partigiane. Già ai primi di luglio, a seguito di uno scontro armato con i partigiani tra Monte e Santa Lucia vengono catturati come ostaggi 14 persone del luogo, poi rilasciate grazie all'intervento di don Mario Faggi pievano di Dicomano. Il 7 luglio 1944 a Contea, località tra Montebonello e Rufina, quattro contadini vengono casualmente visti da un tedesco intento a lavarsi nel torrente Sieve mentre asportano alcune bombe da una cassa di munizioni di provenienza non nota. I quattro probabilmente intendono usare gli ordigni per pescare, ma sono accusati invece di volerli portare ai partigiani. Dopo esser stati fermati, ai contadini viene intimato di scavare una fossa. Probabilmente infastidito dalle numerose e reiterate suppliche che gli rivolgono per aver salva la vita, il soldato tedesco li fredda a colpi di pistola. Subito dopo l'eccidio, una ventina di persone rastrellate in zona viene condotta dai militari sul luogo dell'uccisione dei quattro contadini per prendere visione, come monito, di quanto accaduto. I militari tedeschi, venuti nel frattempo a conoscenza che una delle quattro vittime, Albino Cecchini, era fratello del partigiano Armando Cecchini ucciso in località Fungaia il 6 luglio, decidono di recarsi presso l'abitazione del Cecchini in località Capraia, nella parrocchia di Celle. L'8 luglio alcuni soldati vi fanno irruzione sterminando la madre Rosa, la moglie Maria, il figlio Antonio di appena sei mesi e una nipote lì presente di sei anni. La casa viene in seguito incendiata e le salme dei familiari mantenute a lungo senza sepoltura per ordine del comando tedesco.
I responsabili della strage probabilmente erano militari appartenenti alla 1a Fallschirmjager Division. Nel territorio del Comune di Dicomano operavano comunque anche unità della 334a Infanterie Division.
I comuni di Dicomano e di Rufina in occasione del primo anniversario dell'eccidio eressero in località Contea un cippo riportante i nomi delle quattro vittime di Contea e di quelle di Capraia.
http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/CONTEA%20DICOMANO%2007.07.1944.pdf
http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/CAPRAIA%20DICOMANO%2008.07.1944.pdf
Contenuti
- Iscrizioni:
- Colonna:
CECCHINI ALBINO A.27
MARTELLI FRANCESCO A.32
TANINI GINO A.33
TANINI GIUSEPPE A.74
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BARGELLINI ROBERTA A.6
CECCHINI BEVERINI ROSA A.59
CECCHINI FORASASSI MARIA A.28
CECCHINI ANTONIO MESI 6
CECCHINI ARMANDO A.22
Base:
NON LA GUERRA MA LA FEROCIA
NAZI-FASCISTA
VOLLE L'ECCIDIO INCONSULTO E BARBARO
CHE I LIMITI DELLA STORIA NON CONTENGONO
E CHE GLI UOMINI NON DIMENTICHERANNO
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I COMUNI DI DICOMANO E RUFINA
Q. M. P.
NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELL'ECCIDIO
7-8 LUGLIO 1945
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Crediti fotografici Alessandro Bargellini