250499 - Cippo in memoria dell’uccisione di alcuni ostaggi uccisi ad Alberone – Castello di Godego (TV)

Il cippo commemorativo, situato a lato della strada via Cacciatora, ricorda il sacrificio di alcuni ostaggi uccisi dai tedeschi in quel luogo, sito a circa un centinaio di metri dall’inizio del territorio comunale di Castello di Godego.

Il cippo è costituito da un parallelepipedo di marmo leggermente ristretto sulla parte superiore, la cui base misura 47,5 cm, la parte superiore 29 cm, l’altezza 76 cm e lo spessore è di 20 cm.

Sulla sommità del parallelepipedo è posta una croce che misura 15 cm x 24,5 cm x 4,5 cm. Sulla sua faccia, rivolta verso la strada, è collocata una seconda lastra, testimonianza di un precedente cippo di cui non si conosce la data di collocazione né di sostituzione con quello attuale.

Attualmente, pertanto, il nuovo cippo si presenta con una base di cemento e, sopra, il parallelepipedo con croce menzionato sopra e, in evidenza, sulla facciata fronte strada la lastra con l’incisione.

Vista frontale della pietra

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Alberone
Indirizzo:
Via Cacciatora n. 13
CAP:
31030
Latitudine:
45.68099296233
Longitudine:
11.849169186335

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Cippo e croce in marmo, così come le lastre affisse alla faccia anteriore del cippo con punzoni in acciaio. La piattaforma su cui poggia la Pietra è in cemento.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Mentre un reparto tedesco effettuava la piccola Strafexpedition di Maglio (località del comune di San Martino di Lupari), la colonna tedesca con gli ostaggi al seguito, oltrepassava il centro abitato di San Martino di Lupari e, in via Vittorio Emanuele II, uccideva, con una raffica, Giacomo Andretta che osservava la scena dal portone di casa sua. Poi proseguiva verso Campagnalta, passando per Castello di Godego, eliminando alcuni civili non più in grado di camminare.

Da questo punto in avanti è però impossibile ricostruire, con certezza, la dinamica delle esecuzioni perché la memorialistica propone una cronaca parziale e non sempre concordante. Gli atti di morte del comune di Castello di Godego non riportano le vittime di località Cacciatora originarie dei comuni di San Giorgio in Bosco, Villa del Conte e San Martino di Lupari.
Queste ultime figurano, pertanto, come cadute nei rispettivi territori comunali, con una palese alterazione della verità storica.

Fatta questa premessa, un cippo ancora oggi visibile sulla strada che da Campagnalta conduce a Cazzadora (questa la grafia del tempo per Cacciatora), ricorda il sacrificio di quattro ostaggi: il signor Luigi Stocco di San Martino di Lupari e tre civili di Abbazia Pisani (frazione del comune di Villa del Conte) probabilmente uccisi in quel luogo.
Secondo una pubblicazione del 1995, assieme a questi quattro sarebbero stati soppressi anche Mario [Bruno?] Zanchin e Baggio Vittorio.

Sull'esecuzione dei restanti ostaggi, in località "Cazzadora", abbiamo la testimonianza del signor Angelo Moro di Sant'Anna Morosina (frazione del comune di San Giorgio in Bosco), un civile strappato a forza dalla sua abitazione alle ore 9:00 di quel tragico 29 aprile.

Alla commissione d' inchiesta americana, che lo volle sentire in data 24 luglio 1945, egli indicò in «circa 84 persone» i rastrellati rimasti ancora in vita prima della serie finale di decimazioni, mentre il numero sembra invece comprendere anche i sei ostaggi eliminati in precedenza. Questa la descrizione del primo atto:
Circa 100 metri prima di arrivare sulla scena del massacro, i tedeschi fermarono tutti i civili, presero 6 persone e le uccisero in mia presenza.
D. Con quali armi uccisero queste persone?
R. Con le pistole.
D. Fecero resistenza queste persone?
R. No
Dovrebbe trattarsi di sei operai dell'Officina Fiat di Abbazia Pisani che i registri comunali vogliono uccisi alle ore 15:00
A detta di Angelo Moro, i superstiti si «rimisero in marcia» e, ad uno di essi, venne concesso di ritornare a casa.

L'unico ostaggio di cui si hanno notizie certe (menzionato nella lastra del cippo) è Stocco Luigi; il quale, in quell'anno, aveva 35 anni, era sposato, di professione faceva il meccanico e risiedeva a S. Martino di Lupari.

Contenuti

Iscrizioni:
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SALIRONO IL LORO CALVARIO
STOCCO LUIGI
DI ATTILIO
DI ANNI 35
DI S. MARTINO DI LUPARI
CON ALTRI TRE OSTAGGI
DA S. ANNA MOROSINA
E TRUCIDATI DALLA S.S. TEDESCA
IL 29.IV.1945
PREGATE PER LORO
Simboli:
Croce cristiana in marmo posta sopra al cippo che misura 15 cm x 24,5 cm x 4,5 cm

Altro

Osservazioni personali:
Il colore delle iscrizioni, incise sulla lastra frontale del cippo, sta scomparendo. Andrebbe, pertanto, rinnovato così da rendere più facile la lettura. Si suggerisce, inoltre, di mantenere costantemente curato il luogo di collocazione provvedendo allo sfalcio dell'erba così da evitare che il cippo venga nascosto. Un aspetto positivo si rileva nel mese di novembre quando, in concomitanza con la data del 4 novembre, un vaso di crisantemi viene sempre posto davanti al cippo stesso così da ricordare i defunti.

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