41390 - Distributore non automatico di coraggio – Cotignola

Si tratta di un murales che rappresenta i volti dei “Giusti” di Cotignola. E’ stato realizzato su una vecchia cabina dell’ENEL, ora non più in uso.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Amendola (parcheggio)
CAP:
48033
Latitudine:
44.3828867
Longitudine:
11.883907399999998

Informazioni

Luogo di collocazione:
Piazzetta adibita a parcheggio
Data di collocazione:
24/4/2014
Materiali (Generico):
Altro
Materiali (Dettaglio):
Sul muro esterno in cemento di una vecchia cabina ENEL, murales realizzato con colori (tonalità del bianco, grigio e nero).
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Il murales, realizzato a Cotignola dagli Street Artists del Collettivo FX di Reggio Emilia, rappresenta i volti dei quattro Giusti cotignolesi: Luigi e Anna Varoli; Vittorio e Serafina Zanzi.
Vi sono dipinti anche i volti di sette cotiognolesi appartenenti al gruppo dei Martiri del Senio, fucilati dai nazisti nell'ottobre del '44 sulle rive del fiume omonimo.
Inoltre, sono raffigurati il partigiano Leno Casadio e il parroco di Cotignola don Stefano Casadio, che liberarono la città con l'operazione “Bandiera bianca”, attraversando il fiume Senio e sventolando un lenzuolo bianco per arrendersi ai neozelandesi.
C'è anche il volto del giovane partigiano Esiodo Rava. Il 20 ottobre 1944, nella zona tra Lugo e Cotignola, brigatisti fascisti e nazisti organizzano un rastrellamento, senza che azioni recenti contro di loro forniscano una pretesto alla rappresaglia, e fanno prigioniero un gruppo di giovani partigiani delle frazioni di Barbiano, Zagonara e della zona a sud di Lugo. Nel corso dell’operazione vengono catturati: Luigi Ballardini (Gigetto), 18 anni, di Barbiano, che lavora a Lugo come apprendista meccanico ed è responsabile del Fronte della Gioventù Comunista del suo paese; Renzo Berdondini, di 17 anni, contadino, che risiede alla periferia di Lugo, in via Madonna di Genova, ed era stato uno dei primi ad entrare nella Resistenza, subito dopo l’8 settembre ’43. Organizza anche distribuzione di propaganda, azioni di sabotaggio e recupero di armi sottraendole ai nemici; dimostra notevoli capacità organizzative e politiche, fino a diventare Comandante della 3° sottozona GAP, SAP e del Fronte della Gioventù di Cotignola, Budrio, Barbiano, Zagonara e del Lughese del sud. Crede nel valore della cultura: “Impossessiamoci di una preparazione culturale e politica che ci permetta di essere maggiormente utili”, diceva sempre, e cerca di abituare i suoi compagni allo studio, oltre che all’azione. Ammalato, viene prelevato dal letto di casa; Giovanni Dalmonte, 18 anni, di Lugo, meccanico, Caposquadra partigiano. Attivo nelle azioni di propaganda e sabotaggio, delle quali andava fiero, quando s’accorge del pericolo incombente, cerca di dare l’allarme e di distruggere carte compromettenti per altri compagni;
Domenico Facciani (Minghì), 20 anni, di Lugo, contadino. Semplice e taciturno, resiste con coraggio alle torture inflitte; Giorgio Folicaldi, 15 anni, di Lugo, apprendista. Orfano dei genitori, viene strappato dalla casa degli zii, e, nonostante la giovanissima età, sa sopportare con forza d’animo le sevizie nazifasciste; Carlo Landi (Matto), 20 anni, di Lugo, segantino. Esuberante e ardito, sempre pronto a partecipare alle azioni individuali e collettive, su di lui i repubblichini lughesi sfogano la loro ferocia, torturandolo orribilmente. Quindi lo uccidono, il 25 ottobre, ai piedi della Rocca, lasciandolo esposto come ammonimento del loro lugubre sadismo;
Floriano Montanari (Sestri), 23 anni, di Lugo, meccanico, Caposquadra partigiano; Gianni Montanari, 17 anni, fratello di Floriano, studente e partigiano.
Trasferiti al Comando della Brigata Nera nella Rocca di Lugo, vengono interrogati e torturati selvaggiamente fino al giorno 26, poi, i sette superstiti, in condizioni pietose, sono consegnati ai Nazisti, che, in una mattinata plumbea, li trascinano nella golena del Senio in piena. Lì, fatti scendere verso la fiumana, vengono fucilati uno alla volta e i loro corpi fatti rotolare in acqua.
Il cadavere martoriato di Giorgio Folicaldi riaffiorò dalla melma il 2 dicembre 1944, quelli di Renzo Berdondini, Giovanni Dalmonte e Gianni Montanari vennero ritrovati il 30 maggio 1945 da parenti e amici volontari, che scandagliarono l’alveo del Senio fino ad Alfonsine, rischiando di incappare nelle mine lasciate dal fronte.
Di Domenico Facciani, Luigi Ballardini e Floriano Montanari non si è trovata più traccia.

Contenuti

Iscrizioni:
DISTRIBUTORE NON AUTOMATICO DI CORAGGIO
DESTREZZA,SPIRITO,SGUARDO,BENEVOLENZA,FRAGORE,SINCERITA’,TOLLERANZA,VERITA’,PIENEZZA,AZIONE,FIEREZZA,VALORE,VOLONTA’,CALORE,INSERIRE VOLONTA’
4 GIUSTI:ANNA E LUIGI VAROLI SERAFINA E VITTORIO ZANZI
OPERAZIONE BANDIERA BIANCA DON STEFANO CASADIO E LUIGI “LENO”CASADIO
I MARTIRI DEL SENIO GIORGIO FOLICALDI,RENZO BERDONDINI,FLORIANO MONTANARI,GIOVANNI MONTANARI,DOMENICO FACCIANI,LUIGI BALLARDINI,GIOVANNI DALMON
AVVERTENZE:NON CI SONO AVVERTENZE LA MACCHINA CONTIENE STORIA IL CONTENUTO DELLA MACCHINA E’DA CONSERVARE PERENNEMENTE TUTTI I GIORNI DELLA PROPRIA VITA
Simboli:
Nell'ultimo riquadro in basso a destra, sono raffigurati occhi e una mano.

Altro

Osservazioni personali:
La scelta di questa forma di arte per ricordare un evento storico così importante è molto azzeccata, perché per i ragazzi e i giovani i murales sono un modo efficace di comunicare. In questo modo è più facile mantenere viva la memoria di quanto accaduto nella città durante la seconda guerra mondiale.

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