Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Rampari San Paolo,2
- CAP:
- 44121
- Latitudine:
- 44.8329599
- Longitudine:
- 11.614523400000053
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Lato strada in Rampari S. Paolo, nei pressi del civico 2 addossato alle mura cittadine
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Lapide di medie dimensioni di marmo bianco con riflessi scuri dotata di tetto e altare per fiori.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Ferrara
- Notizie e contestualizzazione storica:
- La lapide è una delle innumerevoli presenti in Ferrara che commemorano le vittime del primo bombardamento aereo avvenuto durante la seconda guerra mondiale.
Dalla testimonianza di un testimone (Giorgio Sitta) riportata sulla Nuova Ferrara il 30 Gennaio 2004
"Stesi in un fosso, sotto le bombe. Io allora, avevo circa 10 anni, e già avevo provato l'esperienza dell'altrettanto terribile prima incursione aerea (più di 300 morti) per non parlare della esperienza della vita di tutti quei giorni: fame, freddo, privazioni, disagi, tribolazioni varie. Io frequentavo la scuola, i miei genitori andavano a lavorare (per fortuna) e quando c'era l'allarme aereo, eravamo già d'accordo di trovarci - tutti e tre - in questa emergenza - in un luogo preciso, e cioè in piazza Ariostea. Da qui saremmo fuggiti verso la più sicura campagna (sicura per modo di dire).
Alla mattina del 28 gennaio - sole magnifico, non tanto freddo - suonano le sirene di allarme verso le 11 - rapido sfollamento dalla scuola - come stabilito - e via di corsa, da solo, verso piazza Ariostea dove, arrivato quasi senza fiato, trovo perfettamente puntuali, mia madre e mio padre; poi, tutti e tre (mio padre è in bicicletta) di corsa per corso Porta Mare, San Giovanni e via Caldirolo, per poi correre verso la campagna.
C'è molta gente che, come noi, sta sfollando, chi a piedi, chi in bicicletta e chi (pochissimi) in automobili ('Balilla" e 'Topolino"). Noi stiamo già per svoltare a sinistra, per la strada (che oggi si chiama via Frutteti) che conduce verso la campagna, quando sentiamo un lieve ronzio di aerei e, quasi subito, una scarica di esplosioni a distanza, dalle parti della frazione di Boara. Ci siamo, e allora mio padre ci ordina secco: 'Buttiamoci nel fosso, presto, distesi a pancia in giù" (era la regola).
Mentre ci sistemiamo distesi nel fossato laterale, ecco che si vedono molte formazioni di aerei che luccicano al sole, tanti aerei da far paura, e alcuni di questi aerei sono già sopra di noi, altri sono sulla città. Cominciano a sganciare le bombe, tante bombe sulla città, sulla campagna, anche nella zona dove siamo noi. Ci sentiamo perduti, non abbiamo scampo e io mi metto a urlare dal terrore, mentre i miei cercano di consolarmi. Un grappolo di bombe cade sulla fornace di via Caldirolo, a poca distanza da noi; uno schianto spaventoso, pietre e calcinacci che saltano via come proiettili. Una scena allucinante, nel mentre gli altri aerei bombardano 'a tappeto" la città e la periferia. Immense colonne di fumo rossastro si levano da tante zone della città. Noi restiamo sempre distesi e immobili, come morti. Quando finalmente finisce questo interminabile bombardamento, e gli aerei se ne vanno, noi ci guardiamo in faccia, meravigliati di essere vivi. Ci siamo salvati quasi per miracolo o per caso. Ci rimettiamo in piedi e via verso casa, sperando di trovarla ancora in piedi. Poi la storia continua, e i successivi bombardamenti me li sono sopportati tutti." - Giorgio Sitta
Contenuti
- Iscrizioni:
- A RICORDO DI TUTTI I CADUTI DELL'INCURSIONE AEREA DEL 29 XII 1943
I CONGIUNTI
CAZZOLA
MAINI / CALDI
FERRACCIOLI / MAZZUCCHELLI
ICORESI / RINALDI
CUOGHI / ved. VENTURA
dott: ZAVATTA / BALBONI
VIOLA / CASELLI
BROCCA / PEZZI / ROSSO
DALLOCO
- Simboli:
- Vi sono tre piccole foto ovali e tre rotonde più grandi in ceramica.
Altro
- Osservazioni personali:
- Informazione non reperita