102636 - Il Cimitero Militare Monumentale “Adriano Lobetti Bodoni” di Santo Stefano di Cadore

Il Cimitero Militare Monumentale “Adriano Lobetti Bodoni” di Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno è uno fra i cimiteri di guerra più significativi delle Dolomiti.

E’ la testimonianza che un cimitero può anche essere bello.

Il Cimitero, sobrio ed elegante, è intitolato alla memoria di Adriano Lobetti Bodoni, sottotenente del 92° Reggimento Fanteria, che morì, appena ventenne, sul Monte Roteck (per gli Austro – ungarici), Monte Rosso (per gli Italiani) il 4 agosto 1915. Per il suo sacrificio fu insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria.

Nel Cimitero sono sepolti 948 soldati:

  • 831 Italiani
  • 109 Austro – ungarici
  • 1 Ascaro
  • 1 Boemo  tutti della Prima Guerra Mondiale, caduti sul Fronte del Comelico e in Alta Val Fiscalina
  • 4 Italiani della Seconda Guerra Mondiale
  • un alpino ignoto il cui corpo fu ritrovato da alcuni escursionisti nella zona Croda Rossa – Popera, sul ghiacciaio, nell’estate del 1983 e tumulato il 13 agosto dello stesso anno, nel corso di una solenne cerimonia alla quale partecipò anche l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. L’alpino fu sepolto nella tomba n. 744: di lui si sapeva solo il numero della piastrina 30995 – 28 e che era originario di Treviso. Nel 1984, grazie alle ricerche effettuate, il soldato fu identificato in Lorenzo Dottor  del 7° Reggimento Alpini, di Fregona (Treviso), caduto il 15 agosto 1915 a Forcella Camoscietto. (VEDI NOTA DI RETTIFICA DI CIME E TRINCEE IN CALCE)

Nel 1919 il Sindaco di Santo Stefano di Cadore, Luigi Ianesi, raccolse l’invito delle Autorità Militari di “raccogliere le numerose salme di militari caduti sul campo e sparse per la campagna per darne degna sepoltura nei cimiteri vicini”. Furono anche il cappellano militare don Angelo Arnoldo, “Pré Angelo”,  e il padre del sottotenente Lobetti-Bodoni, il Cav. Uff. Alberto Lobetti Bodoni, che vollero onorare degnamente la memoria di tutti i soldati italiani ed austriaci morti in Comelico durante la Grande Guerra: Italiani ed Austriaci che erano stati nemici in vita, ora riposavano finalmente in pace gli uni accanto agli altri. Calabresi, siciliani, piemontesi, veneti, soldati provenienti da tutte le regioni italiane, riposano vicino a tirolesi e bavaresi, come fratelli.

L’Amministrazione Comunale concesse un terreno in località “Baiarde”, alle pendici, del Monte Col, sulla sinistra orografica del fiume Piave per “essere ridotto in sacro recinto nel quale saranno raccolte le salme di militari che sono dispersi su questo territorio”. Qui, poco prima del paese di Santo Stefano, durante la guerra, era stato allestito un piccolo cimitero militare dove ora sorge un capitello.

Si occupò dell’opera pietosa di ricerca e di raccolta delle salme don Angelo Arnoldo, allora parroco nel paesino di Costalissoio, molto conosciuto e amato dai soldati del Fronte del Comelico perché, pur non essendo né arruolato né stipendiato era sempre presente come cappellano militare volontario. All’interno del Cimitero Militare è ricordato da un piccolo monumento con una targa in bronzo.

Nel tempo questa sistemazione sembrò poco adatta sia perché il numero delle tombe era notevole e richiedeva uno spazio maggiore sia perché si sentiva l’esigenza di onorare più degnamente i Caduti del Fronte del Comelico.

Nel 1921 il Cimitero fu trasferito in località “Colaré”, dove si trova attualmente e dove durante la Prima Guerra Mondiale erano situati gli accampamenti delle retrovie italiane, i Comandi Militari della IV Armata, 10° Divisione, e un ospedale da campo, precisamente il numero 039. Accanto scorre il torrente Padola che nel primo tratto era chiamato “Grenzbach”, cioè “Rio di confine” perché segnava appunto il confine fra il Regno d’Italia e l’Impero austro – ungarico. Nel territorio compreso fra il Monte Quaternà, italiano, e il Monte Roteck, austriaco, si combatterono le fasi più aspre e violente della guerra sul Fronte del Comelico.

Originariamente le croci erano in legno.

Nel 1921 furono sepolte tutte le salme dei militari esumati sul fronte o nei cimiteri militari del Comelico.

La prima manifestazione solenne avvenne il 4 novembre 1921.

La manutenzione e la custodia del cimitero militare furono affidate al mutilato di guerra Isidoro Zandonella per 50 lire mensili.

Il 17 agosto 1922 fu inaugurato il monumento – ossario che fu collocato al centro del Cimitero Militare, voluto e donato dal Cav. Uff. Alberto Lobetti Bodoni che, inoltre, chiese ed ottenne dal Ministero della Guerra “di poter dedicare un ricordo marmoreo ad ogni salma inumata nel Cimitero” che così assunse il carattere di “Cimitero Monumentale di Guerra”.

Nel monumento – ossario fu calato un triplice cofano che conteneva i resti del Sotto Tenente Lobetti-Bodoni e di altri Caduti del 92° Reggimento Fanteria.

Il monumento é opera dello scultore Albino Bosco che era considerato uno dei migliori autori di monumenti funerari del Piemonte.

Il Ministero della Guerra mise a disposizione tutto il bronzo occorrente per le decorazioni metalliche.

Il 26 agosto 1923 fu inaugurato solennemente il cimitero nel suo aspetto attuale.

Il 24 maggio 1924 il Commissario Prefettizio Vergilio Brovedani, “interprete e esecutore dei valori del popolo di Santo Stefano…”, conferì la cittadinanza onoraria di Santo Stefano di Cadore al Cav. Alberto Lobetti Bodoni.

Il Cimitero ha un aspetto molto semplice e severo, tutto il luogo emana una grande sacralità perchè nel granito sono incise e raccontate centinaia di storie.

E’ formato da tante tombe volutamente tutte uguali, di pietra bianca, sormontate da una croce, per significare che sono sullo stesso piano indipendentemente dal grado militare e dalla nazionalità.

Il cimitero contiene 186 monumentini in granito su quali, in bronzo, sono riportati, se possibile, il cognome e il nome del caduto, il reparto di appartenenza, il luogo della morte. Molti soldati sono ignoti e in questo caso compaiono le scritte:

  • “Caduto per l’Italia”, se Italiano
  • “Austriaco vittima del dovere”, se Austriaco

A volte sotto la stessa pietra sono stati sepolti più soldati, come nel caso del cippo n. 20 che accoglie le spoglie di sette Austriaci morti ai Laghi Boden.

Raramente compare la foto del Caduto.

16 lapidi di granito sono applicate ai muri di cinta sud e ovest del cimitero e riportano le seguenti iscrizioni, forse un po’ retoriche, ma significative:

  • “Morti oscuramente, luminosamente vivono”
  • “Una croce a loro, all’Italia la Gloria”
  • “Nella Gloria dei Cieli Dio li accolse eletti fra gli eletti”
  • “La loro tomba è un’ardente ara sacra inginocchiatevi”
  • “L’ala del tempo non cancela il nome degli Eroi”
  • “Correndo verso la Gloria salirono al Cielo”
  • “I corpi qui le anime in alto”
  • “La morte non distrugge gli Eroi”
  • “Li baciarono la Morte e la Gloria”
  • “Diedero il sangue più puro e sacro”
  • “Fissando la meta varcarono l’Infinito”
  • “Caddero gli Eroi risorse l’Italia”
  • “Non turbate il loro sonno di Gloria”
  • “Il tramonto degli Eroi non vedrà mai sera”
  • “Fiori, non lacrime!”
  • “Se ignoto è il nome uno ne hanno immortale Fante d’Italia”

Unico monumento vero e proprio del Cimitero Militare è il monumento – ossario che si trova al centro di un’aiuola abbellita da fiori e che ricorda gli ufficiali e i soldati del 92° Reggimento Fanteria caduti il 4 agosto sul Monte Roteck.

Il monumento, donato dal Cav. Alberto Lobetti-Bodoni, è in granito lucido di Baveno e fu inaugurato il 17 agosto 1922 a ricordo degli ufficiali e dei soldati del 92° reggimento Fanteria caduti il 4 agosto 1915 sul Roteck. Le spoglie appartengono a:

  • Sotto Tenente Adriano Lobetti-Bodoni di Saluzzo (Torino)
  • Capitano Renato Franck di Napoli
  • Capitano Paolo David di Pinerolo
  • Sergente Teofilo Ramondetti di Susa
  • Soldato Alfredo Barbatti di Venegono

Il monumento, sormontato da un’aquila con le ali spiegate, contiene anche un cofano in noce fasciato a borchie, contenente un astuccio metallico foderato in pelle che nella targa centrale porta impressi lo stemma dei Savoia e lo stemma del 92° Reggimento Fanteria. Nell’astuccio è custodita una pergamena miniata da Natale Varetti con la narrazione della vicenda militare accaduta il 4 agosto 1915 sul Rotheck, estratti dal Diario Storico del 92° Reggimento Fanteria.

Lungo la strada d’accesso al Cimitero Militare e sul piazzale antistante fu piantato il Parco della Rimembranza in memoria degli Eroi del Comune di Santo Stefano di Cadore Caduti per la Patria.

Originariamente il Cimitero era completamente circondato da un muro; negli Anni ’50 fu costruita una recinzione in ferro su due lati per consentire la visione delle tombe dall’esterno.

NOTA DI RETTIFICA DI CIME E TRINCEEE: riguardo i resti ritrovati nel 1983 nel Vallon Popera  e attribuiti ad un alpino, solamente perchè accanto ai resti fu rinvenuto un cappello alpino sena fregio, si precisa che fino ad oggi l’identità del soldato è rimasta sconosciuta in quanto nessuna piastrina di riconoscimento è stata rinvenuta all’epoca accanto ai resti e i pochi oggetti recuperati, fino ad oggi non hanno permesso alcuna possibilità di identificazione. Il soldato citato nell’articolo tale Dottor Lorenzo di Sebastiano, del 7° reggimento alpini, nato a Fregona (TV) il 18 giugno 1891, da quanto riportato nell’albo d’oro nazionale risulta morto il 15 agosto 1915 sul campo per ferite riportate in combattimento. Tra l’altro Forcella Camoscetto, citata nell’articolo come luogo di morte si trova sul monte Paterno, ben lontano dal Vallon Popera dove sono stati trovati i resti del soldato ignoto attualmente tumulati nel cimitero militare di santo Stefano del Cadore Lobetti-Bodoni.  Daniele “Gira” Girardini

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Inizialmente il Cimitero Militare fu realizzato in località "Baiarde", nel 1921 fu trasferito nella località "Colarè" dove si trova tuttora. Il luogo era particolarmente significativo perché durante la Prima Guerra Mondiale su quei prati c'erano gli accampamenti delle retrovie italiane, i comandi militari e un ospedale militare da campo.
Indirizzo:
Via S.Candido, 28
CAP:
32045
Latitudine:
46.55513835558816
Longitudine:
12.54564106464386

Informazioni

Luogo di collocazione:
Il cimitero è collocato in un'area verde molto suggestiva, circondata da prati e da boschi di conifere. Si trova accanto al cimitero del paese di Santo Stefano di Cadore, vicino al Parco della Medola.
Data di collocazione:
Il cimitero fu trasferito nel 1921 dalla località "Baiarde" alla località "Colaré" dove si trova attualmente. Il 17 agosto 1922 fu inaugurato il monumento - ossario posto al centro del cimitero a ricordo degli ufficiali e dei soldati del 92° Reggimento Fanteria caduti il 4 agosto 1915 sul Monte Roteck - Monte Rosso, Fronte del Comelico. Il Cimitero fu inaugurato nel suo aspetto attuale il 26 agosto 1923.
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Le tombe sono costruite in pietra bianco-grigia sulla quale sono state applicate delle targhe di bronzo con i nomi dei soldati, italiani o austriaci, quando sono conosciuti, oppure la scritta "Caduto per la Patria", per gli Italiani, e "Vittima del dovere", per gli Austriaci.
Il Monumento - ossario è costruito in marmo di Baveno.
Tutte le scritte e le decorazioni sono in bronzo ben lavorato.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Santo Stefano di Cadore (Belluno)/Associazione Nazionale Alpini Sezione di Santo Stefano di Cadore (Belluno)
Notizie e contestualizzazione storica:
Il Cimitero Monumentale è spesso al centro di importanti manifestazioni pubbliche a cui partecipano autorità civili e militari italiane e austriache. Le cerimonie vedono sempre una grande partecipazione di pubblico.
In particolare, due sono le cerimonie annuali in onore dei Caduti:

- 4 agosto, anniversario della battaglia del Roteck
- 4 novembre, celebrazione per i Caduti di tutte le guerre

Con queste manifestazioni si vuole mantenere vivo il significato civile del cimitero nei cui spazi esterni nel 2015 sono stati collocati un pannello illustrativo della storia del luogo e del fronte bellico del Comelico e tre bandiere: italiana, austriaca ed europea, segno che oggi i popoli d'Europa vivono in pace ed armonia.
Particolarmente intensa e solenne fu la cerimonia dell'estate 1983, organizzata in occasione del 60° Anniversario della costruzione del Cimitero Militare Monumentale, con il Patrocinio dell'Associazione Italia-Austria. Il 13 agosto 1983 l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini partecipò alle onoranze nei confronti dell'Alpino ignoto del Popera, caduto nel 1916 e restituito dal ghiacciaio dopo 67 anni. Durante la sua visita il Capo dello Stato invitò "a svuotare gli arsenali e a riempire i granai".
La Val Comelico, territorio all'estremo confine nord del'Italia, nei primi mesi del 1915 divenne uno dei settori strategicamente più importanti di tutto il fronte bellico.
Per la prima volta si combatté in alta montagna, d'inverno, in condizioni climatiche ed ambientali estreme, se non impossibili. Non era mai accaduto prima.
Il mantenimento di questo fronte causò grandi sacrifici, migliaia di morti, dispersi, feriti e prigionieri.
La rotta di Caporetto rese tutto inutile.
Il 3 novembre 1917 in Comelico arrivò l'ordine di abbandonare le posizioni e di trasferirsi sul fiume Piave e sul Monte Grappa per l'ultima difesa.
Per il Comelico, già provato da due anni di guerra, iniziò il periodo peggiore: il 1918, l'anno della fame.

Le vicende del 4 agosto 1915 sul Monte Rotheck sono narrate nel Diario Storico del 92° Reggimento Fanteria dove il 1° Battaglione combatté valorosamente.
Il Sotto Tenente Adriano Lobetti-Bodoni fu decorato alla memoria con la Medaglia d'Argento al Valor Militare con la sehuente motivazione:

"Occupata per primo una trincea nemica, dopo aver egli stesso aperto un varco nei reticolati, ferito una prima volta, restò sulla linea di fuoco, incitando i dipendenti alla lotta, finché venne mortalmente ferito al petto e al capo".

Il combattimento sul Monte Rotheck fu un massacro: morirono 49 fra soldati ed ufficiali, 39 furono i dispersi e 207 i feriti.
Così scriveva il Sotto Tenente Lobetti-Bodoni il 23 maggio 1915 alla "carissima Maman":

"...ci sentiamo nobili e forti, ci sentiamo tutti fratelli, abbiamo fiducia in noi stessi e negli altri...State tranquilli e cercate di attendere con la maggiore serenità possibile che il destino si compia.
Qualunque sia la mia sorte l'accetterò contento...".

E ancora, il 16 giugno 1915, poche settimane prima di morire:

"Ti scrivo dalla rispettabile altezza di 2000 metri, dove sono solo col mio plotone alla difesa di una forcella...Abbiamo un freddo cane...Stiamo sopportando fatiche e disagi quali non credevo che la natura umana potesse sopportare...
Per fortuna i nostri soldati sono forti, buoni e valorosi; non cedono se non quando sono completamente sfiniti...".


Contenuti

Iscrizioni:
Il monumento-ossario, in granito lucido di Baveno, contiene le seguenti iscrizioni su ciascuno dei lati:

- TARGA CENTRALE DI MARMO VERDE DELLA ROJA FISSATA DA QUATTRO BORCHIE IN BRONZO: DEDICA A ADRIANO LOBETTI-BODONI, in stampatello

Sereno olocausto il tuo
Adriano Lobetti-Bodoni
Quando sul cruento Rothek
La ventenne vita donasti
Ai fati nuovi d'Italia
Con cinque tuoi consorti
Di Gloria e di Morte
Or qui riposa dove l'ego scenda
Dalle austere superne cime
Delle forti italiche gesta
Ed amoroso salga il sospiro
D'un popolo memore e gentile

SOTTO: La scritta MONTE ROTHEK e, in mezzo, il simbolo del 92° Reggimento Fanteria.

- ISCRIZIONE DEDICATA AL 92° REGGIMENTO FANTERIA, in stampatello:

MEDAGLIA D'ARGENTO
AL VALOR MILITARE CONFERITA
ALLA BANDIERA
DEL 92° REGGIMENTO FANTERIA
PER L'AZIONE SUL M. ROTHEK

MOTIVAZIONE: "IL 1° BATTAGLIONE
DOPO FATICOSA MARCIA NOTTURNA
E SOTTO INTENSO FUOCO AVVERSARIO
CONQUISTO' LE POSIZIONI ALPESTRI DEL
M. ROTHEK (ALTA VALLE DI SEXTEN)
E LE MANTENNE PER OTTO ORE RESISTENDO
DA SOLO A FORZE SOVERCHIANTI
DEL NEMICO (4 AGOSTO 1915)".

SOTTO: La data 4 Agosto 1915 in numeri romani e, al centro, il simbolo del 92° Reggimento Fanteria.

- TARGA DI BRONZO RETTANGOLARE FISSATA DA QUATTRO BORCHIE: DEDICA A CINQUE UFFICIALI E SOLDATI DEL 92° REGGIMENTO FANTERIA, in stampatello

Caduti sul Rothek
Ove sei anni ai venti ai geli
attesero la pia ricerca
delle terrene loro spoglie
CINQUE UFFICIALI E SOLDATI
del 92° Reggimento Fanteria
qui furono composti
perché già uniti da un sol fato
di Gloria e di Morte
col Sotto Tenente
Adriano Lobetti-Bodoni
con lui qui giacessero
raccolti per l'Eterno Riposo
in un solo Santo Rito
d'Amore

SOTTO: La data 4 agosto 1915 in numeri romani e, al centro, il simbolo del 92° Reggimento Fanteria.

- QUATTRO TARGHE DI BRONZO RETTANGOLARI, APPLICATE AL MARMO CON QUATTRO BORCHIE, CON I NOMI DI UFFICIALI E SOLDATI CADUTI SUL ROTHEK, in stampatello:

CAPITANO RENATO FRANCK
NATO A NAPOLI, 6 OTTOBRE 1885
+ M.TE ROTHEK - 4 AGOSTO 1915


CAPITANO PAOLO DAVID
N. PINEROLO 28 OTTOBRE 1885
+ M.TE ROTHEK - 4 AGOSTO 1915

Queste due targhe sono uguali.


SOLDATO ALFREDO BARBATTI
* VENEGONO SUP. 7 NOV. 1894
M. ROTHEK 4 AGOSTO 1915


SERGENTE
P.LO TEOFILO RAMONDETTI
NATO SUSA 31 - 5 - 1894
CADUTO IL 4 - 8 - 1915
SUL MONTE ROTHEK
GENITORI E FRATELLI

SULLA FACCIATA PRINCIPALE ESTERNA DELLA CHIESETTA DEL CIMITERO MILITARE SONO APPLICATE DUE TARGHE IN BRONZO UGUALI CON LE SEGUENTI ISCRIZIONI:

- I Genitori
di
ADRIANO LOBETTI - BODONI
Il suo certo voto
imperioso per essi
come una suprema volontà
intendendo e adempiendo
Tutti i combattenti
qui sepolti
vollero onorati di tombe
che sugli anni e sull'intemperie
sicuramente
trionfassero

Agosto dell'Anno 1923


- Di quest'opera
intesero
tutta la religiosa umana pietà
e con fede patriottica
con generoso disinteresse
vollero associarvisi
Il torinese
Ing. GIUSEPPE PEVERELLI
I Cadorini
ANGELO DAL FARRA
BORTOLO PULIE'
VALENTINO DE CANDIDO

Agosto dell'Anno 1923


- La figura amatissima del cappellano militare DON ANGELO ARNOLDO è ricordata da una targa di bronzo rettangolare fissata ad una lapide di pietra bianca da due borchie metalliche, con la seguente scritta:


Qui presente il suo spirito
fra le salme dei compagni caduti
ch'egli raccolse e onorò
con lunga opera di fede e d'amore
Don Angelo Arnoldo
Sacerdote di Dio e della Patria
Cappellano Milit. del 7° Regg. Alpini
vigila e prega
Alpini Combatt. Popolo Comelicense
posero

4 Nov. 1949

Don Angelo Arnoldo, che per anni raccolse e compose le salme dei soldati morti in Comelico, ottenne dal Governo italiano la Croce di Cavaliere della Corona d'Italia.
Morì nel 1948 e fu sepolto nel Cimitero Militare, in mezzo ai suoi soldati.

- Nel Cimitero Militare, al numero 744, compare la seguente targa in bronzo particolarmente significativa:

Alpino
LORENZO DOTTOR
7° RGT. ALPINI
BTG. "PIEVE DI CADORE"
Nato a Fregona (TV)
15 - 6 - 1891
Caduto il 15 - 8 - 1915
A Forcella Camoscietto
30995 - 28
IDENTIFICATO NEL 1984


- Segnaliamo, inoltre, la seguente targa in bronzo presente su una tomba:


CADUTO IGNOTO
DELLA 1 GUERRA MONDIALE
RITROVATO NELL'ANNO 2003
SUL GHIACCIAIO
DEL VALLON POPERA

GLI ALPINI DI SANTO STEFANO
DEPOSERO

Le fusioni in bronzo furono eseguite dai fratelli Chiampo su modelli del professor Bosco.
Simboli:
- in cima al monumento-ossario è posta, rivolta verso l'ingresso, un'aquila di bronzo, con la ali spiegate, molto espressiva.

- sui lati compare il simbolo del 92° Reggimento Fanteria dove compaiono:

- in alto una corona reale
- al centro il numero 92, che è il numero del Reggimento Fanteria, fra due fucili incrociati, circondato da rami di quercia con le ghiande e un nastro

- sulla facciata posteriore del monumento- ossario, dove compaiono le quattro targhe degli ufficiali e soldati del 92° Reggimento Fanteria, sotto il fregio vegetale è applicata una bella corona di bronzo formata da rose avvolte da un nastro con lunghi pendenti

- al di sotto dell'aquila di bronzo, sui quattro lati del monumento-ossario, compare un fregio, anch'esso di bronzo, che raffigura un ramo di alloro in orizzontale

Altro

Osservazioni personali:
Nel mese di settembre 2016 la classe II B, accompagnata dall'insegnante Ilde Pais Marden Nanon, ha effettuato una visita guidata al Cimitero Militare Monumentale di Santo Stefano di Cadore (Belluno), nell'ambito delle attività didattiche che sono state programmate per il centenario della Prima Guerra Mondiale. Il momento è stato particolarmente significativo ed ha lasciato un segno profondo in tutti noi. Abbiamo così pensato di tradurre le nostre impressioni in un racconto che abbiamo intitolato "Verde, bianco, rosso: i colori del Comelico in guerra" e che abbiamo inviato al Concorso "Tutti i colori del Comelico", anche se non era prevista una sezione per le scuole.
Nel racconto, che vi invieremo e che è stato realizzato attraverso un lavoro di gruppo, abbiamo immaginato che dopo alcuni anni dalla fine della Grande Guerra proprio nel Cimitero Militare di Santo Stefano si siano ritrovati due reduci, un italiano ed un austriaco, tutti e due in visita alle tombe dei loro compagni morti.
Sono stati nemici durante la guerra, ma ora le motivazioni dell'odio sono scomparse: rimangono il dolore per i compagni perduti e la consapevolezza dell'inutilità di quella come di tutte le guerre.
Ho seguito questo lavoro di ricerca sul Cimitero Militare Monumentale di Santo Stefano di Cadore con particolare interesse e, vorrei dire, anche con affetto , perché l'ho considerato un debito di coscienza nei confronti del mio nonno paterno, Antonio Pais Marden, che non ho conosciuto e che neppure mio padre ha conosciuto perché è morto il 20 febbraio 1926, pochi mesi prima della sua nascita, a causa di una malattia contratta durante la guerra che combatté proprio in Comelico e per la quale ottenne alcuni riconoscimenti, ai quali, mi è stato detto, teneva moltissimo.

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