135955 - Lapide a 28 studenti reggiani caduti nella Grande Guerra – Reggio Emilia

La lapide è rettangolare, di marmo bianco. Riporta una frase di intitolazione  a cui segue la lista dei 28 studenti caduti. Nella parte superiore un’aquila con le ali spiegate inserita in una corona di alloro. Ai lati, gli stemmi di Trento e Trieste, tutto in rilievo. Nella parte inferiore lo stemma della città di Reggio Emilia, inciso tra le date di inizio e fine della prima guerra mondiale.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazzetta Pignedoli, 2
CAP:
42121
Latitudine:
44.695064992085115
Longitudine:
10.6279027815973

Informazioni

Luogo di collocazione:
Muro esterno Liceo classico Ariosto Spallanzani
Data di collocazione:
10 maggio 2016
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Marmo bianco
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Non reperito
Notizie e contestualizzazione storica:
La lapide, inizialmente era posta al piano terra di palazzo San Giorgio in via Farini (che allora ospitava il regio liceo). Negli anni Settanta, il palazzo divenne sede della Biblioteca Panizzi: la lapide venne quindi rimossa con l’intenzione di essere collocata nel nuovo Liceo. La collocazione è stata rinviata per 40 anni fino al 2016.
Bellegati Aldo Giovanni, nato il 14 agosto 1898 a Vezzano sul Crostolo (RE), 38° reggimento Fanteria, aspirante ufficiale. Morì a Treviso, il 16 Novembre 1917, a causa delle ferite riportate in combattimento. Dopo la guerra gli è stata concessa la Medaglia al valore militare.
Farini Fernando, nato il 15 Novembre 1899 a Montecchio Emilia (RE), 254° Reggimento Fanteria, Sottotenente di Complemento. Morì a Vercelli, il 23 Marzo 1919, di malattia.
Farioli Camillo, nato il 24 Luglio 1894 a Carpineti (RE), 65° Reggimento Fanteria, sottotenente di complemento. Morì a Treviso, il 27 Ottobre 1915, di malattia.
Cattozzi Antonio, nato il 26 Febbraio 1895 a Carpineti (RE), 136° Reggimento Fanteria, sottotenente di complemento. Morì nel Medio Isonzo (tra Gorizia e Tolmino), il 24 Gennaio 1916, in combattimento.
Chiesi Vasco, nato il 27 Giugno 1893 a Campegine (RE), 264° Reggimento Fanteria, sottotenente di complemento. Morì in prigionia,in un ospedale militare di Vienna, il 13 Febbraio 1918, a causa delle ferite riportate in combattimento.
Fantuzzi Arnaldo, nato il 28 Marzo 1899 a Scandiano (RE), 7° Reggimento Genio, soldato. Morì nell’ospedaletto da campo n. 179, a san Vito Leguzzano (VI) l’11 Dicembre 1918, di malattia.
Margini Giuseppe, nato il 4 Giugno 1895 a Viano (RE), 167° Battaglione Milizia Territoriale, tenente di complemento. Morì a Campomarino (CB), il 7 Ottobre 1918, di malattia.
Pedroni Ulderico, nato il 23 Ottobre 1893 a Scandiano (RE), 111° Reggimento Fanteria, sottotenente di complemento. Morì sul Monte San Michele (GO), il 23 Ottobre 1915, a causa delle ferite riportate in combattimento.
Petrazzani Giovanni Battista, nato il 2 Ottobre 1892 a Reggio Emilia, 18° Reggimento Fanteria, sottotenente di complemento. Morì sul Carso, nella battaglia per la conquista della trincea di Selz, presso Ronchi dei Legionari (GO), il 27 marzo 1916, a causa delle ferite riportate in combattimento. Medaglia d’argento al valor militare.
Malagoli Nevio, nato il 18 gennaio 1896 a Novellara (RE), 48° Reggimento Fanteria, sottotenente di complemento. Morì sul Monte San Michele (GO), il 29 Giugno 1916, in seguito all’azione di gas asfissianti (questo fu il primo attacco nei confronti dell’esercito italiano in cui gli austro-ungarici usarono una miscela di cloro e fosgene). Dopo la guerra gli è stata concessa la Medaglia al valore militare.
Mazzelli Ettore, nato il 25 Luglio 1896 a Reggio Emilia, 119° Reggimento Fanteria, sottotenente di servizio attivo. Morì sul Monte Nero, presso Caporetto, oggi in Slovenia, il 22 Ottobre 1915, a causa delle ferite riportate in combattimento. E’ stato sepolto al Sacrario di Caporetto. Dopo la guerra gli è stata concessa la Medaglia d’Argento al valore militare.
Medici Cesare, nato il 4 Ottobre 1899 a Reggio Emilia, deposito aeronautica, soldato. Morì a Roma, il 29 Ottobre 1918, di malattia.
Mironi Giovanni, nato il 3 Settembre 1894 a Reggio Emilia, 159° Reggimento Fanteria, sottotenente di complemento. Morì nell’Ospedaletto da Campo n.89, a Enego (VI), il 9 Luglio 1916, a causa delle ferite riportate in combattimento.
Modena Giovanni, nato il 30 Luglio 1887 a Reggio Emilia, Quartiere Generale Intendenza 9° armata, capitano di complemento. Morì a Udine, l’1 Marzo 1919, di malattia.
Norcia Guido, nato il 27 Novembre 1894 a Reggio Emilia, 60° Reggimento Fanteria, sottotenente di complemento. Morì sul Monte Colbricon (TN), il 26 Luglio 1916, disperso in combattimento. Medaglia d’argento al valor militare.
Panizzi Enrico, nato il 2 Ottobre 1892 a Reggio Emilia, 122° Reggimento Fanteria, sottotenente di complemento. Morì nell’Ospedaletto da campo n.102, a Perteole (Ruda, UD), il 15 Dicembre 1915, di malattia.
Rossi Domenico Bartolomeo, nato il 20 Aprile 1897 a Casina (RE), 239° Reggimento Fanteria, aspirante ufficiale. Morì nell’Altopiano di Asiago (VI), il 27 Ottobre 1917, disperso in combattimento.
Spadoni Alfonso, nato il 24 Settembre 1884 ad Albinea (RE), 1° Reggimento Genio, sottotenente di complemento. Morì sul Carso, il 9 Agosto 1916, a causa delle ferite riportate in combattimento.
Zuccardi Merli Umberto, nato il 14 Marzo 1994 a Novellara (RE), 65° Reggimento Fanteria, sottotenente di Milizia Territoriale. Morì a Reggio Emilia, il 26 Novembre 1915, di malattia.
Scapinelli Antonio, nato il 9 Maggio 1895, a Lugo (RA), 82° Reggimento Fanteria, aspirante ufficiale. Morì sul Col di Lana (BL), il 21 Maggio 1916, a causa delle ferite riportate in combattimento. Medaglia d’argento al valor militare.
Saccozzi Mario, nato l’11 maggio 1886, a Modena, 55° Reggimento Fanteria, capitano. Morì l’8 giugno 1916, disperso in mare nell’affondamento della nave “Principe Umberto”, vittima di un siluramento da parte di un sommergibile nemico.
Alessi Salvatore, nato il 14 giugno 1886, a Livorno, capitano in un reparto non identificato. Morì l’11 giugno 1917, sul campo da battaglia. E’ sepolto nel sacrario di Redipuglia.
Quasi tutti i liceali reggiani caduti durante la prima guerra mondiale facevano parte di un reggimento di fanteria, cioè di soldati appiedati e armati individualmente ed equipaggiati in modo abbastanza economico. Nella prima guerra mondiale l’esercito italiano arrivò a disporre di 235 reggimenti di fanteria, il 65% dei soldati mobilitati: la guerra si svolse in trincea e servivano moltissimi fanti per combattere.
Due di loro facevano parte della Milizia Territoriale (M.T.), cioè delle truppe che avevano i soldati più anziani, tra i 32 e i 39 anni. In teoria veniva impiegata nelle retrovie per costruire strade, fare vigilanza su ponti e ferrovie, fare da scorta ai prigionieri. In realtà dopo il 1916 si trovò impegnata anche al fronte.
Due erano arruolati nel Genio, cioè avevano compiti più tecnici, ad esempio dovevano a scavare la trincea, posizionare il filo spinato a difesa della linea di trincea, oppure installare le linee di comunicazione telegrafiche.
Quasi tutti poi erano ufficiali di complemento, cioè ricoprivano un grado più alto di quello di soldato semplice, in quanto avevano un titolo di studio superiore e per questo ( e per la mancanza di un numero sufficiente di ufficiali di carriera) venivano promossi di grado dopo un corso accelerato. In genere erano a capo di un plotone (dai 20 ai 50 uomini) o di una compagnia (da 100 a 200 uomini) e comandavano gli assalti delle truppe. Proprio per questo i morti e i feriti tra gli ufficiali di complemento, che si trovavano in prima linea, furono molti di più che tra gli ufficiali di carriera che stavano in posizioni più arretrate o lontane dal fronte.
Due di loro sono morti in combattimento, otto a seguito delle ferite riportate.
Uno di loro è morto a causa dei gas. Nella grande guerra infatti furono usati vari gas che attaccavano le vie respiratorie, provocavano vesciche e ulcere sul corpo, oppure avevano effetti lacrimogeni o starnutenti.
Tre invece sono definiti “dispersi”. Questo significa che non sono stati identificati i loro corpi dopo la morte, forse perchè resi irriconoscibili dal combattimento. Uno dei tre è annegato e quindi il suo corpo non è stato più recuperato.
Tre di loro sono morti in un “ospedaletto da campo”: gli ospedaletti da campo erano costituiti da tende e seguivano il fronte, quindi si spostavano insieme alla battaglia. Erano numerati ed è possibile ricostruire dove si trovavano mese per mese durante tutto lo svolgimento della guerra. I medici operavano e medicavano i soldati feriti gravemente. Oppure disinfettavano e inviavano verso le retrovie quelli feriti meno gravemente.
Otto di loro sono morti per malattia: tra le malattie più diffuse c’erano il tifo, il colera, le malattie delle vie respiratorie, la dissenteria e le infezioni. Nel 1918 si diffuse anche l’epidemia di influenza “spagnola” che fece moltissime vittime anche tra i civili. Molti soldati soffrirono anche di patologie psichiche provocate dal senso di precarietà e dalla continua paura nella quale si viveva nelle trincee.
Di sei di loro (Casali Mario, Cavatorti Pietro, Lusetti Gianni, Ferrari Giulio, Piazza Giorgio, Turi Ido) non abbiamo nessuna notizia, se non i loro nomi.

Contenuti

Iscrizioni:
Diedero fidenti alla Patria la bella giovinezza esempio e monito alle generazioni che di qui passeranno amore e speranza dell’Italia nuova.
Alessi Salvatore, Bellegati Aldo, Casali Mario, Catozzi Antonio, Cavatorti Pietro, Chiesi Vasco, Fantuzzi Arnaldo, Farini Fernando, Farioli Camillo, Lusetti Gianni, Malagoli Nevio, Margini Giuseppe, Mazzelli Ettore, Ferrari Giulio, Medici Cesare, Mironi Giovanni, Modena Giovanni, Norcia Guido, Panizzi Enrico, Pedroni Ulderico, Petrazzani Nino, Piazza Giorgio, Rossi Domenico, Saccozzi Mario, Scapinelli Antonio, Spadoni Alfonso, Zuccardi Merli Umberto, Turi Ido.
XXIV MAGGIO MCMXV IV NOVEMBRE MCMXVIII.
Simboli:
Aquila, corona d’alloro, stemmi di Trento, Trieste e Reggio Emilia .
Ai lati frange di labaro.

Altro

Osservazioni personali:
La lapide è posta sul muro del liceo Ariosto- Spallanzani ed è quindi visibile ogni giorno da molti studenti, così che possano ricordare il sacrificio di altri loro coetanei che hanno vissuto in tempi molto più bui e che sono morti per la patria.

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