225380 - Lapide a Cesare Battisti – Milazzo (ME)

A Milazzo si trova la lapide che commemora le gesta eroiche di Cesare Battisti, geografo, poltico e militare nella prima guerra mondiale. Per il suo eroismo in combattimento e il suo coraggio e sacrificio gli venne concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare. La pietra è collocata sul prospetto di un palazzo affacciato sulla piazza a lui dedicata.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Cesare Battisti
CAP:
94100
Latitudine:
38.22065817569
Longitudine:
15.240652881449

Informazioni

Luogo di collocazione:
Prospetto di un palazzo affacciato sulla Piazza Cesare Battisti
Data di collocazione:
20 luglio 1918
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra di marmo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Milazzo
Notizie e contestualizzazione storica:
Cesare Battisti (Trento,4 febbraio 1875 – Trento, 12 luglio 1916) è stato un patriota, giornalista, geografo e politico socialista. E’ considerato un eroe nazionale italiano e a lui sono dedicati monumenti, scuole, piazze e vie in tutta Italia. Dedicò la vita alla causa della sua regione, il Trentino, per ottenerne l'autonomia amministrativa dall'Impero austriaco e l'annessione all'Italia. Con Guglielmo Oberdan, Damiano Chiesa, Fabio Filzi, Francesco Rismondo e Nazario Sauro è considerato tra le più importanti figure dell'irredentismo risorgimentale italiano.
Nacque il 4 febbraio 1875 a Trento nell'omonima provincia dell’Impero austro-ungarico.
Battisti, dopo aver frequentato quello che oggi corrisponde al liceo classico, andò a Firenze e si iscrisse alla facoltà di Lettere, dove si laureò con una tesi in Geografia. Pubblicò alcune guide di Trento e cominciò a fare politica con i socialisti impegnandosi in diverse battaglie per migliorare le condizioni di vita degli operai, per rendere autonomo il Trentino dall’Austria e per aprire un’università italiana a Trento. Fondò e diresse anche alcune riviste: il giornale socialista Il Popolo (su cui scriveva anche Mussolini) e poi il settimanale illustrato Vita Trentina.
Nel 1911, convinto di poter ottenere dei risultati a favore dell’irredentismo continuando a combattere l’impero dall’interno, Battisti si fece eleggere deputato al Reichsrat, il parlamento di Vienna. L’11 agosto del 1914, dopo l’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo da parte di Gavrilo Princip, che si batteva per l’unificazione degli slavi della Serbia con quelli che abitavano nel sud dell’Impero austro-ungarico, e dopo l’inizio della guerra, Battisti si trasferì in Italia, a Milano, seguito qualche giorno dopo dalla moglie e dai tre figli.
Ebbe da subito posizioni interventiste e tenne comizi nelle maggiori città italiane pubblicando anche diversi articoli a favore dell’entrata in guerra di quello che considerava il “suo” paese contro il paese che, come deputato, rappresentava. Nel maggio del 1915 l’Italia entrò effettivamente in guerra e Battisti si arruolò come volontario: entrò nel corpo degli Alpini, venne trasferito al passo del Tonale e successivamente, una volta promosso ufficiale, venne inviato sul Monte Baldo e sul Pasubio. Nel 1916 partecipò alla cosiddetta battaglia degli Altipiani, combattuta tra il 15 maggio e il 27 giugno sugli altipiani vicentini e conosciuta in tedesco come “Strafexpedition” (“spedizione punitiva”). Battisti venne fatto prigioniero con un altro irredentista, Fabio Filzi, e dopo essere stato riconosciuto fu incarcerato a Trento.
La mattina dell’11 luglio Battisti venne trasportato attraverso la città in catene sopra un carro, e insultato e malmenato come traditore, vigliacco e disertore. La mattina dopo, il 12 luglio 1916, fu portato con Fabio Filzi davanti al tribunale militare, che era stato istituito al Castello del Buonconsiglio: durante il processo non rinnegò mai quello che aveva fatto e anzi ribadì la propria fedeltà all’Italia. Respinse le accuse di tradimento e volle essere considerato un semplice soldato catturato in guerra. Secondo le trascrizioni del processo, disse:
«Ammetto di aver svolto, sia anteriormente che posteriormente allo scoppio della guerra con l’Italia, in tutti i modi la più intensa propaganda per la causa d’Italia e per l’annessione a quest’ultima dei territori italiani dell’Austria; ammetto d’essermi arruolato come volontario nell’esercito italiano, di esservi stato nominato sottotenente e tenente, di aver combattuto contro l’Austria e d’essere stato fatto prigioniero con le armi alla mano. In particolare ammetto di avere scritto e dato alle stampe tutti gli articoli di giornale e gli opuscoli inseriti negli atti di questo tribunale al N. 13 ed esibitimi, come pure di aver tenuto i discorsi di propaganda ivi menzionati. Rilievo che ho agito perseguendo il mio ideale politico che consisteva nell’indipendenza delle province italiane dell’Austria e nella loro unione al Regno d’Italia».

Fu condannato a morte e la condanna fu eseguita al castello. Gli furono negate la fucilazione e anche la divisa militare. Battisti fu impiccato: secondo alcune versioni dell’epoca, la prima volta il cappio si spezzò e l’esecuzione della condanna venne ripetuta con una nuova corda. Secondo altri non fu un caso che il cappio si spezzasse, ma era stato deciso allo scopo di farlo soffrire di più. Secondo la versione più accreditata dalla storiografia, Battisti morì gridando: «Viva Trento italiana! Viva l’Italia!».
Gli fu conferita la Medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione:
«Esempio costante di fulgido valore militare, il 10 luglio 1916, dopo aver condotto all’attacco, con mirabile slancio, la propria compagnia, sopraffatto dal nemico soverchiante, resistette con pochi alpini, fino all’estremo, finché tra l’incerto tentativo di salvarsi voltando il tergo al nemico ed il sicuro martirio, scelse il martirio. Affrontò il capestro austriaco con dignità e fierezza, gridando, prima di esalare l’ultimo respiro: “Viva l’Italia!” e infondendo così con quel grido e col proprio sacrificio, sante e nuove energie nei combattenti d’Italia. Monte Corno di Vallarsa, 10 luglio 1916.»
—2 gennaio 1919

Contenuti

Iscrizioni:
A CESARE BATTISTI
offertosi al carnefice austriaco
per ricordare al mondo
il nostro diritto
e la ferocia che lo contrasta
con fede ardente nella vittoria
che feconderà il sacrificio
I cittadini di Milazzo posero
il XX luglio 1918.
Simboli:
Non sono presenti simboli.

Altro

Osservazioni personali:
Le notizie relative alla vita di Cesare Battisti sono tratte dal sito https://www.ilpost.it/2016/07/12/cesare-battisti-il-traditore-che-mori-100-anni-fa/.

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