100734 - Lastra a Don Giuseppe Celli – Cagli Località Secchiano (PU)

La lastra di marmo è collocata sopra il portone di ingresso di un palazzo con pietre a vista appartenuto a dei religiosi, come confermato dalla grata in ferro a protezione della parte superiore del portone dove, in ferro battuto, è riportato l’acronimo “SC†SN”; sotto la lapide troviamo una fotografia che ritrae Don Giuseppe Can. Celli

 

 

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Secchiano
Indirizzo:
strada Provinciale Cagli-Pianello, numero civico 174
CAP:
61043
Latitudine:
43.54542421593609
Longitudine:
12.605105638504028

Informazioni

Luogo di collocazione:
La lastra è collocata sopra il portone d’ingresso della casa dove Don Giuseppe Celli abitò prima di essere deportato e ucciso in Germania.
Data di collocazione:
ottobre 1945
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo bianco
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Non reperibile
Notizie e contestualizzazione storica:
La lastra, inaugurata nell’ottobre 1945, è stata affissa ad opera del Comitato di Liberazione Nazionale; autore dell’epigrafe è monsignor Faraoni Vincenzo (S. Cuppini, G. De Marzi, P. Desideri, La memoria storica tra parola e immagine, Urbino, 1995, n. 41 p. 90)
Don Celli è anche ricordato in un articolo del Resto del Carlino del 2011 (riportato in http://www.spiritocagliese.it/notizie/attualita/news.asp?id=2178): “CAGLI _ Giornata della Memoria in Prefettura a Pesaro, ma a Cagli è stato notato che non tutti siano stati ricordati. Infatti ci si è dimenticati di un prete cagliese deportato nel campo di sterminio di Mathausen nel 1944, il parroco di Secchiano Don Giuseppe Celli. Fu arrestato dai nazifascisti nel 1944 perché accusato di aver nascosto nella sua canonica soldati alleati sbandati nella zona e fu prima deportato a Pesaro al comando Tedesco e poi nel campo di Fossoli. Vani furono i tentativi per liberarlo da parte dell’allora Vescovo di Cagli, Mons. Raffaele Campelli che si recò anche a Bologna presso il comando delle S. S. per intercedere sul suo rilascio, ma invano. Poco dopo da Fossoli fu trasferito con quei carri ferroviari dove erano ammassati ebrei, spie, prigionieri politici, arrivò nel campo di Mathausen. Debilitato e sofferente per l’età avanzata, fu impiegato nei lavori forzati in una cava di pietra nei pressi del campo dove vi era un dirupo dalla cui sommità i nazisti lanciavano nel vuoto i prigionieri più vecchi o ormai senza più forze per continuare ad estrarre la pietra. Con il lancio nel vuoto avveniva un macabro divertimento da parte delle S.S. , una sorte di tiro a segno sparando su questi prigionieri mentre erano in caduta libera ed ancora vivi. Poi dalla cava i prigionieri ormai senza vita, venivano condotti nei forni crematori. E Don Giuseppe Celli, come narrano alcune vecchie testimonianze di prigionieri riusciti a sopravvivere, venne cremato il 15 agosto del 1944. Pochi giorni prima della liberazione della sua città. Cagli fu infatti liberata il 22 agosto 1944 e poco dopo venne intitolata a Don Giuseppe Celli una via che parte dalla piazza e nella sua casa lungo il Corso XX Settembre fu affissa una lapide tutt’ora esistente. Pertanto non averlo ricordato in Prefettura come tanti altri è stata una dimenticanza non trascurabile. E per di più a Don Giuseppe Celli, forse tra i pochi se non l’unico in provincia ad aver finito i suoi giorni in un campo di sterminio nazista, non era mai stata messa la sua foto nella grande lapide che ricorda i caduti della Provincia, nel Piazzale Collenuccio a Pesaro. Fu il Carlino a segnalare qualche anno fa questa dimenticanza e la foto di Don Giuseppe Celli fu finalmente affissa come tante altre dei vari caduti. Quindi un “prete” più volte dimenticato e che ha subito atrocità inumane. Non sarebbe giusto non dimenticarsi più di questa figura simbolo delle atrocità subite dalla furia nazista? Anche per don Giuseppe Celli, nel “Giorno della Memoria” era forse opportuno ricordarlo e menzionarlo nell’elenco di coloro che come lui subirono le barbarie della guerra e delle deportazioni.”

Contenuti

Iscrizioni:
VIVA QUI’ PERENNE LA MEMORIA DI / DON GIUSEPPE CAN. CELLI / PRIORE BENEFICO SAPIENTE ˕ APOSTOLO / DI CARITA’ E DI LIBERTA’ ˕ DEPORTATO / UCCISO NEL CAMPO DI MAUTHAUSEN / IL XV AGOSTO MCMXLIV ~ / IL SUO SACRIFICIO SUONI MONITO / DI CIVILE CONCORDIA NELL’ETERNA / LEGGE DI CRISTO FRA GLI UOMINI
Simboli:
Sotto la lapide troviamo una fotografia di Don Giuseppe Celli.

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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