54634 - Lapide a due partigiani fucilati – Subbiano

Si tratta di una semplice lapide marmorea di forma rettangolare, con epigrafe in caratteri bronzei in rilievo (sono in rilievo anche due supporti), a ricordo di due partigiani fucilati a Subbiano. La data riportata, 27 Marzo 1944, è errata: si deve intendere il 30 Marzo dello stesso anno. La stazione ferroviaria di Subbiano, inoltre, si trova nel territorio comunale di Capolona.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Stazione ferroviaria di Subbiano
CAP:
52010
Latitudine:
43.573738040633636
Longitudine:
11.865584017196625

Informazioni

Luogo di collocazione:
Capannone - rimessa della Stazione ferroviaria
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lapide in marmo e caratteri in bronzo
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Il 28 marzo 1944 i partigiani Ezio Zavagli (nato il 28 Aprile 1924, residente a Capolona) e Vasco Lastrucci (nato il 7 Gennaio 1921, residente a Capolona), di stanza con la loro formazione sull’Alpe di Catenaia, sono incaricati di compiere due distinte missioni: il primo deve portare un messaggio a Raffaello Signorini, referente dei partigiani nel CLN di Subbiano; mentre il secondo ha un incontro volto ad organizzare il rifornimento di alcune armi.
La mattina del giorno successivo Zavagli è catturato da un gruppo di fascisti che stazionano nei pressi della propria abitazione di Caliano (Capolona). Lastrucci, invece, viene arrestato a Subbiano mentre esce dal negozio di generi alimentari Ciambellini. E’ avvicinato dal sergente della GNR Bardelli, suo conoscente di Capolona, che, battendogli una mano sulla spalla, dà il segnale a dei militi in borghese di arrestarlo.
Entrambi sono rinchiusi nelle celle della caserma dei Carabinieri di Piazza G. Carducci, a Subbiano.
Non appena la notizia si diffonde, i compagni partigiani decidono di portarsi su Vigna Picchio, una località che permette di controllare la caserma e così poter studiare un piano per l’attacco. Purtroppo una staffetta inviata dal Signorini gli impone di rinunciare all’impresa ed a rientrare alla base. I fascisti, usando come esca Zavagli e Lastrucci, stavano tendendo una trappola per annientare i partigiani.
I due giovani, arrestati con l’accusa di renitenza alla leva della RSI, subiscono, intanto, violenti pestaggi per far loro confessare i nomi dei compagni.
Intorno alle 2:00 del mattino del 30 Marzo, da Piazza Carducci improvvisamente si odono il fragore di bombe a mano, il crepitio di armi automatiche e urla di persone. Poi il silenzio.
I partigiani, ancora appostati sopra il paese, si chiedono cosa stia succedendo e non fanno in tempo a realizzarlo che in lontananza, nei pressi della stazione ferroviaria di Capolona, si sentono altre raffiche di mitra e poi il rombare di motori di camions. Tuttavia restano sulle loro posizioni perché vogliono sapere cosa sia successo.
Solo al mattino vengono informati dal padre di un loro compagno mandato in paese che Zavagli e Lastrucci sono stati fucilati accanto al capannone merci della stazione ferroviaria. Un cartello, posto sopra i loro cadaveri, recita scritto: “Così si puniscono i traditori; firmato: Matteotti”. I fascisti vogliono far credere che ad assaltare la caserma dei Carabinieri e ad uccidere i due prigionieri siano stati i loro stessi compagni.
Secondo le testimonianze delle persone che, impotenti, stavano a guardare dietro le imposte delle loro finestre il passaggio a piedi dei militi e dei due condannati, al linciaggio hanno preso parte anche i fascisti di Capolona e di S. Martino Sopr’Arno.
Lastrucci e Zavagli ora sono sepolti nella Cappella dei Caduti per la Libertà del cimitero di Subbiano.

Contenuti

Iscrizioni:
IL GIORNO 27 MARZO 1944
QUI IMMOLARONO LA LORO GIOVINEZZA
PER LA LIBERTÀ D'ITALIA
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Simboli:
Non sono presenti simboli

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Osservazioni personali:
La lapide è stata censita nel 2008

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