Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Viale Regina Elena, 6
- CAP:
- 10094
- Latitudine:
- 45.041189950812
- Longitudine:
- 7.3529863357544
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Parete edificio pressi balcone.
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Marmo, Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- Lastra in marmo; cornice in pietra nera.
Presente vaso portafiori.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Molte sono le fonti cui attingere per la storia dei quattro partigiani impiccati, e in particolare per le vicende del tenente di artiglieria, M.O.V.M. Felice Cordero.
La motivazione della medaglia recita:
«Ufficiale in servizio permanente effettivo, subito dopo l'armistizio entrava nelle file partigiane guadagnandosi, con ripetuti atti di valore, la stima e la fiducia dei compagni di lotta e la nomina a comandante di Brigata. Ricercato e combattuto dai nazifascisti, che temevano l'aggressività combattiva del suo reparto, cadeva dopo giorni di lotta nelle mani del nemico assai superiore per numero e mezzi. All'offerta di passare nelle file fasciste rispondeva sdegnosamente: "A nobile, si confanno soltanto cose nobili". Affermava di avere combattuto perché fedele soldato del Re e di preferire la morte piuttosto che rinnegare i suoi partigiani. Condannato a morte, affrontava fieramente il capestro, raggiungendo la schiera dei martiri della Patria. Giaveno, 17 agosto 1944.»
Sul pannello informativo posto a breve distanza, si legge:
Il 17 agosto 1944, al balcone sopra la lapide che lo ricorda, fu impiccato il marchese Felice Cordero di Pamparato, detto "Campana", comandante dell'omonima brigata. Catturato dai militi della brigata nera "Ather Capelli" nella borgata Mollar dei Franchi, venne giustiziato con altri tre partigiani: Giorgio Baraldi, Vitale Cordin e Giovanni Vigna.
I quattro corpi, legati col filo di ferro, restarono appesi al balcone fino a quando i nazifascisti se ne andarono.
"Quel mattino ero in ritardo per il lavoro. Sapevo che non dovevo correre, se l'avessi fatto qualcuno poteva pensare che stessi fuggendo. Guardavo in terra e così, appena voltai l'angolo, poco prima dell'Albergo Centrale me li trovai davanti. Quattro uomini appesi al balcone della casa, con le mani legate dietro la schiena, i colli lunghi e le teste reclinate. Quasi sbattevo contro le loro gambe che penzolavano, flosce. Mi misi a piangere e col solo desiderio di fuggire da quella vista attraversai la strada di corsa, ma proprio dalla parte opposta, davanti alla stazione, mi trovai di fronte un tedesco col mitra a tracolla e quando lo vidi voltai bruscamente. Lui non disse nulla ma sentii la sua risata percuotermi come uno schiaffo". (da Claudio Rolando)
Si ricorda infine che "Palazzo Campana" a Torino, dal dopoguerra storica sede della Facoltà di Scienze, è dedicato alla memoria di Felice Cordero di Pamparato. Palazzo Campana durante il fascismo era sede della federazione provinciale del P.N.F. e nel periodo della R.S.I. fu la sede del Partito Fascista Repubblicano, nei cui sotterranei erano le celle di reclusione degli antifascisti. All'ingresso dei partigiani in Torino, il 26 aprile 1945 fu uno degli edifici liberati proprio dalla banda "Campana" che era stata al comando di Felice Cordero.
Per altre notizie e foto, tra cui quella dell'impiccagione, si vedano ad esempio:
- 1944 – 17 agosto: cattura e impiccagione del “Campana”, sul sito "I luoghi della memoria"
- Felice Cordero di Pamparato, sul sito dell'A.N.P.I.
Contenuti
- Iscrizioni:
- FELICE CORDERO
MARCHESE DI PAMPARATO
DETTO "IL CAMPANA"
QUI' TROVO' MORTE GLORIOSA PER MANO NEMICA
NELLA LOTTA PER LA LIBERTA'
CONFESSANDO I SUOI ALTI IDEALI DI SOLDATO
E AVENDO A FIANCO
NEL MARTIRIO
BARALDI GIORGIO - CORDIN VITALE
VIGNA GIOVANNI
17 AGOSTO 1944
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- L'altra lapide citata nel pannello informativo è censita su Pietre della Memoria alla scheda: Lastra ai martiri della barbarie - Giaveno (TO).
Nel momento in cui ho scattato le foto della sottostante galleria, l'ombra del balcone cui furono impiccati i quattro partigiani si allungava sulla lapide, quasi a dare evidenza di quanto avrei letto poco dopo sul pannello informativo. Marco.