Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Strada Provinciale 7, angolo Via Quattrino, Cappella di Sant’Antonio
- CAP:
- 12060
- Latitudine:
- 44.684894233203
- Longitudine:
- 7.9714474423279
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Parete esterna della Cappella di Sant'Antonio
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Marmo, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Marmo per la lapide. Vernice di colore nero a riempimento dei caratteri dell’epigrafe. Ferro per i quattro perni di sostegno.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Roddi
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Il 10 Ottobre 1944 la città di Alba venne occupata senza colpo ferire dai partigiani. Si trattava in prevalenza dagli “autonomi” della 2a Divisione “Langhe”, facenti a loro volta parte del 1° Gruppo Divisioni Alpine agli ordini del maggiore degli alpini Enrico Martini (“Mauri”), ma non mancavano piccole aliquote di garibaldini e giellisti. Nelle settimane precedenti Alba e, principalmente, la sua periferia, era stata sottoposta a continui attacchi notturni dei partigiani che tendevano a colpire i posti di blocco e le caserme nemiche. Così, tramite la mediazione della Curia, nella persona del vescovo mons. Luigi Maria Grassi, i fascisti del Battaglione “Cadore”, al comando del tenente colonnello Ippolito Radaelli, lasciarono in buon ordine la città con tutto il loro armamento.
La presa di Alba, a cui furono contrari i partigiani garibaldini, rivestì una valenza politica e di prestigio per “Mauri” e i suoi, pur consapevoli dei loro mezzi limitati e di non poter resistere a lungo ad un attacco nemico. Cosa che avvenne, infatti, il 2 Novembre 1944.
Dal libro di Michele Calandri e Marco Ruzzi “Con la guerra in casa. La provincia di Cuneo nella Resistenza 1943/1945”, Ist. Storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo, Primalpe, Cuneo 2016:
(…) “Mauri” affida il progetto difensivo ai luogotenenti “Carletto” (Carlo Alberto Morelli, comandante della piazza di Alba, NdS) e “Fede” (Enzo Bramardi, incaricato della difesa di Alba, NdS). Quest'ultimo, arrivato solo da qualche giorno, applica uno schema difensivo abbastanza semplice e intuitivo e d'altronde, visto l'arduo compito, non avrebbe potuto fare di meglio.
Sulle colline comprese fra Verduno (Cn) e la Cantina di Roddi (Cn) si schiera il grosso della 48a Brigata Garibaldi “Dante Di Nanni”, per vigilare sulla rotabile Verduno-Roddi. Di fronte, dopo la strada, si apre l'area allagata e minata, contigua al Tanaro, prolungata sino alle vicinanze del Cimitero di Alba. Intorno alla città vigilano, a iniziare dal lato ovest, la 1a Brig. “Castellino” (1a Divisione autonoma “Langhe”), poi, in senso orario, la Brig. “Alba” (autonoma), con alle spalle ridosso del centro abitato, la Brig. “Canale” (2a della 2a Divisione autonoma “Langhe”) e successivamente, ai piedi delle colline, la Brig. “Belbo” (1a della 2a Div. autonoma “Langhe”). Il lato ovest prevede anche sbarramenti e interruzioni stradali poi non effettuati o svolti solo parzialmente. Completa lo schieramento, fra Neive (Cn) e Castagnole Lanze (Cn), per sorvegliare il Tanaro la 98a Brig. Garibaldi “Martiri di Alessandria” di Giovanni Rocca (“Primo”). Indicativamente una forza di 800 partigiani per difendere un perimetro di circa tre chilometri: un uomo ogni quattro metri, con una dotazione assai ristretta di armi di squadra. Presupponendo come probabile l'arrivo dei fascisti da Pollenzo (frazione di Bra, NdS) (come effettivamente avvenne), si munisce in modo particolare tale direttrice, sperando che interruzioni e ostacoli siano sufficienti a rallentare la marcia, esponendoli il più a lungo possibile al tiro garibaldino proveniente dalle colline fiancheggianti la strada Verduno-Cantina di Roddi. In tal modo avrebbero cozzato contro quella che si ritiene essere la migliore Brigata a disposizione di “Mauri”, la “Castellino”, già provati e stanchi, per cui sarebe stato più facile reggerne l'urto e ritardarne l'entrata in Alba, poiché nessuno si illude circa le sorti conclusive dello scontro. Una soluzione alternativa alla resistenza cittadina si sarebbe potuta concretizzare attuando gruppi mobili in grado di molestare il nemico sui fianchi e poi scivolare lungo il suo schieramento.
I fascisti (unicamente loro, il sostegno germanico si limita al riattamento e alla sorveglianza del ponte sul Tanaro a Pollenzo, non sufficientemente distrutto) hanno invece un piano che, seppur non troppo articolato, è funzionale e si fonda sul presupposto che i partigiani avrebbero accettato di lasciarsi agganciare in combattimenti ravvicinati. La spinta principale avviene sull'asse Roddi-Alba, con il concorso di puntate secondarie che devono attraversare il fiume più a valle, una nei dintorni di Piana Biglini (Alba), la successiva dopo il ponte ferroviario e l'ultima all'altezza della galleria “Ghersi” (galleria ferroviaria tra Alba e Neive, NdS). Il sostegno di artiglieria è a Piana Biglini e in una località non troppo distante da Case Patrita. Il segmento più solido è formato da due compagnie delle Brigate Nere, una della G.N.R., un plotone della X Mas, per un totale di 300 combattenti che all'altezza della Cantina di Roddi si scinde orientandosi verso due direttrici, una in direzione di Porta Savona e l'altra verso Porta Cherasca. Un gruppo meno numeroso, deve investire l'abitato frontalmente da Porta Tanaro e due unità più ridotte attaccano da Corso N. Bixio, provenendo dal Tanaro e dalla galleria ferroviaria “Ghersi”. I fascisti impiegano in tutto 3000 uomini anche se quelli realmente coinvolti nei combattimenti sono molti meno forse il 50%.
La battaglia dura, grosso modo, dalle 8:00 alle 12:00-12:30 del 2 Novembre poi la resistenza si conclude, spezzandosi in scontri isolati: ai partigiano scarseggiano le munizioni e le armi, mentre l'artiglieria avversaria, pur non avendo fatto molti danni, ne martella le posizioni, contribuendo non poco a fiaccarne il morale. Intelligentemente “Fede” non si lascia irretire dall'idea della “Stalingrado” piemontese e prima che gli scontri arrivino in città, sottoscrive l'ordine di ritirata: alle 14:00 Alba è ripresa dalla task force repubblicana. La loro superiorità è evidente e per certi versi prevedibile e comprensibile: Salò ottiene una vittoria resa ancor più memorabile dall'assenza degli alleati germanici. Le riserve sono da indirizzarsi semmai alla superficialità con cui i vertici della Resistenza gestiscono l'intera vicenda e infatti il C.L.N. avvia un'inchiesta. Si evidenzia una sproporzione fra le formulazioni un poco roboanti della dirigenza partigiana e l'insufficienza di un piano difensivo studiato in economia, più per una formalità che per reale volontà di opporsi all'avversario: nessuno muove in soccorso dei difensori di Alba, nonostante il grosso delle forze “autonome” gravitasse non lontano, fra Rocca Cigliè (Cn), Igliano (Cn) e Castellino Tanaro (Cn). Non si svolgono azioni di disturbo contro le colonne fasciste (probabilmente previste dai militari repubblicani e ciò spiegherebbe l'elevata disparità di forze in campo) e neppure lo spirito garibaldino smuove le acque: la 48a Brig. Garibaldi viene lasciata sola; non portano soccorso né la 98a Brig. Garibaldi sistemata tra Neive e Castagnole delle Lanze (Cn), né la 16a Brig. Garibaldi “gen. Giuseppe Perotti”.
E' come se nessuno volesse legare il proprio nome alla ritirata da Alba.
(…) Le vicende della “capitale delle Langhe” chiudono definitivamente la pagina della grande stagione partigiana e i mesi successivi saranno di profonda crisi: umana, motivazionale, organizzativa e militare”.
Tra i partigiani caduti del 2 Novembre 1944 vi sono i garibaldini Franco Bocca (“Zoe”), Amedeo Bosio (“Falco”) e Giuseppe Sottimano (“Beppe”), uccisi dai fascisti presso la Cappella di Sant’Antonio, in frazione Toetto di Roddi.
Sulla loro fine esiste la testimonianza del loro compagno Giuseppe Perino (“Nuccio”) rilasciata a Torino il 9 Ottobre 1984 e presente nel libro curato da Libero Porcari “Alba Libera. 10 Ottobre – 2 Novembre 1944”, atti del convegno di studi “La libera repubblica partigiana di Alba”, Istituto storico della Resistenza in Cuneo e Provincia, Tipografia L’Artigiana, 1985 e citata nel volume “Strade delle memorie partigiane. Itinerario Leonardo Cocito”, quaderno n. 2:
Infatti Bocca e Sottimano era caduti per primi, mentre Bosio era rimasto ferito. Quest’ultimo viene interrogato dai fascisti per estorcergli informazioni circa la dislocazione dei gruppi partigiani. Visto il suo netto rifiuto, viene fucilato poco dopo nei pressi della Cappella di Sant’Antonio.
I Caduti:
• Franco Bocca (“Zoe”), nato il 2 Novembre 1924 a Graglia (Bi), residente a Torino; impiegato. Già aviere motorista nella 43a Squadriglia aerosiluranti di stanza a Pisa. Partigiano appartenente alla 48a Brig. Garibaldi “Dante di Nanni”, 14a Div. Garibaldi “Luigi Capriolo”. Secondo il database del partigianato piemontese presente nel sito dell’Istoreto, la data di nascita è fatta risalire al 10 Agosto 1922 e la professione svolta risulta quella di disegnatore tessile. Medaglia di Bronzo al Valor Militare “alla Memoria”.
• Amedeo Piero Bosio (“Falco”), nato il 10 Luglio 1924 a Torino, ivi residente; tornitore meccanico. Partigiano appartenente alla 48a Brig. Garibaldi “Dante di Nanni”, 14a Div. Garibaldi “Luigi Capriolo”. Medaglia di Bronzo al Valor Militare “alla Memoria”.
• Giuseppe Sottimano (“Beppe”), nato il 13 Aprile 1923 a Monchiero (Cn), ivi residente; operaio. Partigiano appartenente alla 48a Brig. Garibaldi “Dante di Nanni”, 14a Div. Garibaldi “Luigi Capriolo”. Croce di guerra al Valor Militare “alla Memoria”.
Dati biografici desunti da “Vite spezzate”, database dei Caduti della e nella provincia di Cuneo durante la II Guerra Mondiale consultabile nel sito dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo e dalla banca dati del partigianato piemontese consultabile sul sito dell’Istituto piemontese per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino (Istoreto).
FONTI:
• “Strade delle memorie partigiane. Itinerario Leonardo Cocito”, quaderno n. 2, Città di Alba, Anpi sezione di Alba, Ass. Colle della Resistenza, L’Artigiana, Alba 2011.
Contenuti
- Iscrizioni:
- IL GIORNO 2 NOVEMBRE 1944
QUI CADDERO COMBATTENDO CONTRO I
NAZIFASCISTI
SOTTIMANO GIUSEPPE
BOCCA FRANCO
BOSIO AMEDEO
NELLA LOTTA PER LA LIBERAZIONE
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Coordinate Google Maps: 44.684858, 7.9714689