84580 - Lapide ai partigiani fucilati a San Martino Spino

Cappella che raccoglie le spoglie di 3 partigiani. Si trova all’interno del Cimitero di San Martino Spino e vi si accede da un cancello a doppia anta in legno con tre croci dello stesso materiale, una per vittima. Inoltre è protetto da due pesanti tende. La lapide rettangolare, che ricorda la storia dei 3 partigiani fucilati il 13 dicembre 1944, è di marmo grigio scuro così come la cornice che la circonda e la croce che la sormonta. L’epigrafe è incisa nel marmo ed è colorata in bianco. Sono presenti le tre fotoceramiche dei Caduti. All’interno si trova anche un altare in marmo su quattro colonne su cui sono disposte altre tre immagini incorniciate dei partigiani e le trascrizioni delle loro ultime lettere scritte ai familiari prima di affrontare il plotone d’esecuzione. Completano il Sacrario una lampada votiva pendente dal soffitto e alcuni vasi portafiori in marmo e metallo. Il pavimento è in formelle di palladiana.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
San Martino Spino
Indirizzo:
Via Giulio Natta
CAP:
41037
Latitudine:
44.93857230544631
Longitudine:
11.233676075935364

Informazioni

Luogo di collocazione:
Interno del cimitero
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Laterizio, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lapide sepolcrale in marmo grigio. Altare in marmo bianco. Cancello e croci in legno. Pavimento in palladiana. Tende in stoffa.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Con l’autunno del 1944 inizia il periodo della stasi del fronte per le sfavorevoli condizioni climatiche ed ambientali che non permettono agli Alleati di scardinare le difese tedesche approntate lungo la cosiddetta “Linea Gotica”. Il messaggio del maresciallo H. R. Alexander (comandante supremo delle forze Alleate del Mediterraneo) ai partigiani invita a rallentare le loro attività in attesa della ripresa delle operazioni su vasta scala per la primavera successiva. Ciò permette ai nazifascisti di concentrate i loro sforzi contro il movimento partigiano con una serie di rastrellamenti che investono anche la pianura modenese.
E’ in questo contesto che matura la tragedia di questi tre partigiani, catturati dai tedeschi a metà dicembre 1944 grazie alla delazione di un loro compagno, tale Ugo, originario del Mantovano, che, arrestato, non sopporta le torture che gli vengono inflitte e fa i loro nomi. Nell’azione di repressione si distinguono anche gli squadristi della XXVI Brigata Nera “Mirko Pistoni”, che nel Mirandolese è comandata da Ugo Rezzaghi, segretario della locale federazione del PFR (Partito Fascista Repubblicano).
Oles Pecorari è il comandante di un piccolo gruppo partigiano di orientamento social comunista operante a S. Martino Spino, una frazione del Comune di Mirandola, che sarà poi aggregato come SAP (Squadra di Azione Patriottica) alla XIV Brigata Garibaldi “Remo” (Divisione “Modena” Pianura). Il suo amico Mario Borghi ne è il commissario politico, mentre Cesarino Calanca è un gregario.
Nonostante l’intervento delle famiglie, del parroco di Mirandola, don Dante Sala e perfino del vescovo di Carpi, monsignor Virginio Federico Della Zuanna, i 3 giovani sono processati da un Tribunale di guerra germanico di Mirandola che li condanna a morte come misura di rappresaglia per alcune azioni che erano state compiute lungo la Strada Statale n. 12. Pecorari, Borghi e Calanca sono fucilati da un plotone di militari tedeschi il 13 Dicembre 1944 dinanzi al Cimitero di S. Martino Spino.
Oles Pecorari era nato a S. Martino Spino il 16 Maggio 1921 dove vi risiedeva. Nipote per parte di madre di Giovanni Tironi, un antifascista perseguitato e reso quasi cieco dalle brutalità a cui era stato sottoposto dalle “squadracce” del regime e che sarà il suo modello di riferimento e d’ispirazione nell’intraprendere la lotta partigiana. Dopo l’esecuzione Il suo cadavere viene anche oltraggiato.
Mario Borghi era nato a Medolla (Mo) il 15 (o 14 da altra fonte) Giugno 1923 e risiedeva a S. Martino Spino.
Cesarino Calanca era nato a Bondeno (Fe) il 28 Dicembre 1921 e risiedeva a S. Martino Spino.

Contenuti

Iscrizioni:
MARIO BORGHI
N. 15 – 6 – 1923

OLES PECORARI
N. 16 – 5 – 1921

CESARINO CALANCA
N. 28 – 12 – 1921

HANNO UCCISO NOI MA NON UCCIDERANNO MAI L’IDEA IN NOI
COME TUTTE LE ANIME PURE DELLA LIBERAZIONE D’ITALIA
AL NAZIFASCISMO RIPETIAMO IL TESTAMENTO DEL PRIMO MARTIRE
ANTIFASCISTA E DAL CICLO DEI NOSTRI
ATTENDIAMO DAL POPOLO ITALIANO CHE ASSICURI PER SE E PER NOI
PACE
NELLA REPUBBLICA DEL POPOLO
AFFRATELLATO E LIBERO NELLE LEGGI
DEL PROGRESSO CIVILE

COPIA DELLE ULTIME LETTERE DEGLI EROI

BORGHI MARIO
Mia mamma,
mentre i minuti volano
e la morte si avvicina sono
fiero e attendo il minuto finale
con il sorriso sulle labbra.
Fatti coraggio perché su
questa terra non ci sono gioie.
Il mio pensiero al nonno,
cugini, parenti, compagni e
paesani.
Un bacio a tutti
Mario

PECORARI OLES
Il mio grande amore per
la mamma è quello che mi
consola nell’ultima mia ora
della vita.
Volevo fare tante cose belle
per S.M. (S. Martino Spino, NdS) la nostra strada è
stata intralciata. Io veglierò su
tutti e sarò sempre vicino a
tutti voi.
Non prendetevi tanto dolore
io muoio contento.
Bacio tutti parenti cugini e
tutti quelli che ci ricordano.
Addio Oles.
Fate dire una messa ogni mese, fate accendere
delle candele davanti alla Madonna per tutti
tre. Portate dei fiori sulle nostre tombe.

CALANCA CESARINO
Carissimi:
papà, Olga, Alcesta, alla mia
cara Adriana cugina, parenti,
amici, tutti voi cittadini di S.
Martino Spino siamo stati tra=
diti ma l’animo nostro è vivo
a fianco a voi tutti.
Tu Olga fatti coraggio,
fai che Adriana cresca sana
Prega per noi che siamo inno=
centi tutti. Ugo ci ha tradito.
Bacioni a tutti. Ciao Adriana,
ciao Olga, Papà, Sorella tutti
Cesarino.
Viviamo sempre con voi.
Simboli:
Croce in marmo sopra la lapide sepolcrale.

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Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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