260556 - Lapide ai “Peveragnesi trucidati dai nazifascisti” – Peveragno (CN)

L’eccidio di Peveragno, o eccidio della Paschetta, è stata una strage nazista perpetrata il 10 gennaio 1944 a Peveragno, in provincia di Cuneo. Nel corso del massacro, compiuto dalle truppe tedesche, troveranno la morte 30 civili inermi.
Memoria ai loro nomi è data in una lapide che si trova sul muro di una casa di Peveragno, in Piazza XXX Martiri. Su questa piazza furono fucilate 19 delle 30 vittime. A quel tempo si chiamava Piazza Paschetta, da qui l’eccidio prende il nome. In onore delle trenta vittime, la piazza fu poi ribattezzata Piazza XXX Martiri.
La lapide, piazzata a circa 180 cm da terra, è alta due metri e larga 1 metro circa. Ha la forma di edicola poggiante su di un ripiano costituito da due lastre di marmo bianco sovrapposte, a loro volta sorrette da due mensole fissate al muro. Sul ripiano, si alzano due colonne laterali poggianti su capitello in stile dorico. Stesso capitello è posto in cima alle colonne. Questi ultimi sorreggono un arco di circonferenza, di marmo, i cui estremi si appiattiscono in corrispondenza dell’appoggio sulle due colonne. Sopra la parte piatta poggiano due fiaccole anch’esse in marmo, e sul vertice una stella a cinque punte sormontata dalla sagoma di una montagna con due cime affiancate, fatta di materiale nero. All’interno della composizione marmorea è posta la lastra di marmo bianco, che elenca i nomi dei Peveragnesi Trucidati dai Nazifascisti.

 

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza XXX Martiri, 2
CAP:
12015
Latitudine:
44.329641990658
Longitudine:
7.6208099478851

Informazioni

Luogo di collocazione:
Muro di una casa, verso la piazza
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
La lapide ha la forma di edicola poggiante su di un ripiano formato da due lastre di marmo bianco sovrapposte, a loro volta sorrette da due mensole in marmo bianco fissate al muro. Sul ripiano, si alzano due colonne laterali, in marmo scuro/nero poggianti su capitello in stile dorico. Stesso capitello è posto in cima alle colonne. Questi ultimi sorreggono un arco di circonferenza di marmo bianco, i cui estremi si appiattiscono in corrispondenza dell’appoggio sulle due colonne. All’interno della composizione marmorea è posta la lastra di marmo bianco, che elenca i nomi dei Peveragnesi Trucidati dai Nazifascisti.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Il 10 gennaio, un lunedì, giorno di mercato a Peveragno, alle ore 10 arriva improvvisamente un reparto tedesco motorizzato, di cui una parte cospicua prosegue verso Chiusa Pesio e la sua valle. Non si sa bene qual è la causa delle puntate in quelle zone, ma si pensa ragionevolmente che l’azione facesse parte del ciclo di rastrellamenti delle Alpi cuneesi e una conseguente “pulizia” antipartigiana dopo il grande rastrellamento della contigua Boves di fine 1943 e inizio 1944. I testimoni parlano anche di spie che avrebbero indicato Peveragno come ricettacolo di partigiani. Sta di fatto che per le strade del paese, ma anche nelle frazioni sciamarono i tedeschi sparando ad ogni uomo che tentasse la fuga e per molti altri (19) ci fu una vera e propria fucilazione in piazza Paschetta. Furono incendiate almeno 5 abitazioni. L’azione ebbe certamente un effetto terroristico su una popolazione di poveri contadini. Infatti, quasi tutti i morti di questo eccidio furano contadini, non militari o partigiani.
Le ragioni che spinsero i tedeschi a compiere il massacro non sono mai state del tutto appurate. Tra la fine di dicembre 1943 ed i primi giorni di gennaio 1944 i tedeschi, supportati dagli alleati fascisti, compirono diverse stragi nel cuneese, come il secondo eccidio di Boves, quello di Villar Bagnolo o quello di Ceretto. L'obiettivo di tutti questi massacri non era tanto l'eliminazione fisica dei partigiani, quanto il perseguimento di una politica di terrore nei confronti della popolazione e di conseguente terra bruciata nei confronti della Resistenza locale. Una delle cause potrebbe essere stata l'uccisione di tre soldati tedeschi nelle campagne tra Boves e Peveragno.
Nel 2005 il comune di Peveragno fu insignito della medaglia d'argento al valor civile per la strage del 10 gennaio 1944. La piazza dove si verificò l'eccidio fu ribattezzata piazza XXX Martiri.

Contenuti

Iscrizioni:
PEVERAGNESI TRUCIDATI DAI NAZIFASCISTI

IN PEVERAGNO, PIAZZA PASCHETTA - IL 10-1-1944
CAMPANA MATTEO DI MATTEO / MACAGNO DONATO FU FRANCESCO
GARRO BATTISTA FU LUIGI / MACAGNO GIACOMO FU BARTOLOMEO
GARRO GIOVANNI FU TOMASO / MACAGNO GIOVANNI FU PIETRO
GARRO ORLANDO DI STEFANO / MARRO PAOLO FU BATTISTA
GHISOLFI MICHELE DI BATTISTA / PEANO MICHELE FU GIACOMO
GIORGIS BARTOLOMEO FU BATTISTA / RE FRANCESCO FU CLEMENTE
GIORGIS GIOVANNI FU FRANCESCO / TASSONE GIUSEPPE FU GIOVANNI
TASSONE MATTEO FU ANTONIO

IN PEVERAGNO IL 10-1-1944
CAVALLO ANTONIO DI ANTONIO / GROSSO GIOVANNI FU GIOVANNI
DALMASSO MARCO DI MARCO / GROSSO GIOVANNI DI GIOVANNI
ELLENA BATTISTA FU GUGLIELMO / GROSSO GIOVANNI FU GIACOMO
GIORGIS GIUSEPPE DI BATTISTA / GROSSO GIUSEPPE FU BARTOLOMEO
TOSELLI COSTANZO FU ANTONIO

IN LOCALITA' E DATE DIVERSE
BAUDINO GIUSEPPE DI LUIGI / GARRO SIMONE DI VALENTINO
CAPPELLINO DOMENICO DI STEFANO / GROSSO ANTONIO DI MICHELE
CAVALLO MICHELE FU BARTOLOMEO / GROSSO GIACOMO DI MATTEO
CIVALLERI PAOLO FU BATTISTA / GROSSO GIUSEPPE DI MICHELE
DALMASSO GIOVANNI FU STEFANO / MACAGNO PAOLO DI FRANCESCO
DALMASSO SEBASTIANO DI ANDREA / MARRO MICHELE FU GIOVANNI
GARRO MARTINO FU ANDREA / PELLEGRINO FILIPPO FU ANTONIO
GARRO SEBASTIANO DI SEBASTIANO / PITTAVINO ANTONIO FU GIOVANNI

CIVILI NON PEVERAGNESI
RIGHI DOMENICO FU EVANGELISTA / ROSSI SECONDO FU ANTONIO
DHO MICHELE FU SEBASTIANO / MUSSO GIUSEPPE FU LORENZO

Simboli:
Sulla lapide sono poste due lampade il cui fuoco simboleggia la luce perpetua che accompagna le anime delle vittime verso la salvezza eterna.
La stella a cinque punte, o stella italiana, rappresenta la Patria.
In cima c’è la sagoma di un monte con due punte. La forma è quella del monte Bisalta (=doppiamente alta), sulle cui pendici risiede Peveragno. Il monte fu sede di lotta partigiana.

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