208694 - Lapide in ricordo del “profugato” – Possagno (TV)

Lapide, con supporti bronzei in rilievo nei quattro angoli, posta in ricordo dello sgombero dei civili da Possagno nel 1917, affissa alla facciata di un edificio vicino al municipio e al museo-gipsoteca Canova.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Morera, 66
CAP:
31054
Latitudine:
45.8545625
Longitudine:
11.8808125

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada, sulla facciata di un edificio che reca il civico n. 66, vicino al municipio e al museo gipsoteca Canova
Data di collocazione:
1997
Materiali (Generico):
Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Lapide in marmo e pietra con scritte incise e puntali in bronzo ai quattro angoli.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Possagno
Notizie e contestualizzazione storica:
La parola "profugato" in italiano non esiste, ma dalle nostre parti "tra Piave e Brenta" è molto usata per indicare quell'immenso movimento di veneti che tra la fine di ottobre (sconfitta di Caporetto, giorno 24) e i primi giorni di novembre 1917 "in poche ore" hanno dovuto abbandonare le loro case e i loro paesi per rifugiarsi in terre lontane. Il Veneto infatti veniva velocemente occupato dalle truppe austro-ungariche (che arrivarono da Vittorio e Valdobbiadene fino al Piave e lì si arrestarono; un'altra colonna austriaca giunse da Feltre ad Alano e lì si fermò: neanche Rommel riuscì coi suoi uomini a prendere il monte Palon da Alano e scollinare verso Possagno; il massiccio del Grappa venne definito "baluardo d'Italia"). A bloccare l'avanzata nemica furono tre elementi naturali della nostra terra: il Montello, il Piave e il Grappa (battaglia d'Arresto, dal 13 novembre a Natale del '17).
I civili, quindi, da Possagno, il giorno 12 novembre 1917 ricevettero l'ordine di sgombero: dovevano lasciare il paese (che sarebbe stato invaso dalle truppe italiane e poi da quelle francesi velocemente addestrate per arrestare sui nostri monti l'avanzata del nemico). 280 famiglie, circa 1700 persone da Possagno (alcuni anche da Cavaso) furono ammassati proprio sulla piazzetta davanti al Museo e al Municipio e accompagnati (a piedi o, se vecchi e malati, su carri trainati da animali) a Ca' Rainati (frazione meridionale di San Zenone). Tre colonne umane di circa 600 persone l'una nei giorni 13, 15 e 16 novembre 1917, giorni di pioggia scrosciante.
Una canzone popolare (cantata dai gruppo folcloristico I Posagnòt) dice: "Il 16 novembre dell'anno '17, si vedevano i borghesi, i borghesi andare via".
I Possagnesi restarono a Ca' Rainati fino alla tarda primavera del 1918 quando, con due tradotte ferroviarie militari, partenti da Cassola, il 3 e il 6 giugno '18, 600 profughi alla volta vennero trasferiti in Sicilia (Marsala, Trapani, Alcamo ecc.) per evitare che venissero coinvolti nella successiva battaglia del Solstizio (15 giugno 1918 – 23 giugno 1918).

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