181358 - Lapide all’Ammiraglio Luigi Rizzo – Milazzo

Sulla facciata del palazzo municipale di Milazzo (realizzato dall’ingegnere Salvatore Richichi in stile neoclassico, su progetto dell’ingegnere Giuseppe Ryolo tra il 1886 e il 1887) è posta una lapide in marmo con bassorilievo in bronzo, con l’immagine di Luigi Rizzo idealizzato come un eroe della mitologia greco-romana che uccide con un gladio un mostro marino. La lapide intende celebrare le maggiori imprese militari di Luigi Rizzo: l’affondamento della corazzata austriaca Wien, avvenuto nella rada di Trieste nel dicembre del 1917 e l’attacco e l’affondamento della corazzata austriaca “Szent István” (Santo Stefano), al largo dell’isola di Premuda, la notte del 10 giugno 1918 durante la prima guerra mondiale

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Francesco Crispi, 1
CAP:
98057
Latitudine:
38.2202124
Longitudine:
15.2419125

Informazioni

Luogo di collocazione:
Prospetto del palazzo municipale di Milazzo
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lapide in marmo; bassorilievo in bronzo.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Milazzo
Notizie e contestualizzazione storica:
“ Comandante di una sezione di piccole siluranti in perlustrazione nelle acque della Dalmazia, avvistava una poderosa forza navale nemica composta di due corazzate e numerosi cacciatorpediniere e, senza esitare, noncurante del grande rischio, dirigeva immediatamente con le sezioni all’attacco. Attraversava con incredibile audacia e somma perizia militare e marinaresca la linea fortissima delle scorte, e lanciava due siluri contro una delle corazzate nemiche, colpendola ripetutamente in modo da affondarla. Liberavasi con grande abilità dal cerchio di cacciatorpediniere che da ogni lato gli sbarrava il cammino e, inseguito e cannoneggiato da uno di essi, con il lancio di una bomba di profondità, lo faceva desistere dall’inseguimento danneggiandolo gravemente".
Costa Dalmata, notte sul 10 giugno 1918.
In queste parole, tratte dalla Motivazione del conferimento della medaglia d’oro al valor militare, si racchiude una vicenda epica, una pagina gloriosa della storia della Marina Militare Italiana, il valore di un eroe della Prima Guerra Mondiale.
Era la notte del 10 giugno 1918 e l’allora giovane ufficiale della Regia Marina Luigi Rizzo, al largo dell’isola di Premuda, attaccava e affondava la corazzata austriaca “Szent Istvàn” (Santo stefano).
Il comandante Luigi Rizzo, Ammiraglio della Marina Militare e primo Conte di Grado e di Premuda (Milazzo, 8 ottobre 1887 – Roma, 27 giugno 1951), non era nuovo a imprese del genere. Già qualche mese prima, infatti, grazie a un’ardita ed efficace operazione da lui diretta, si era reso protagonista di un’altra memorabile azione bellica condotta contro una nave nemica entro la rada di Trieste, e anche in questo caso Luigi Rizzo aveva meritato il conferimento di una medaglia d’oro al valor militare. Il medagliere dell’ammiraglio Rizzo, nel tempo, venne sempre più arricchito da nuove onorificenze a conferma delle virtù militari in possesso dell’illustre milazzese.
L’impresa di Premuda, però, spicca tra tutte le operazioni belliche condotte perché, maturata nel corso della Grande Guerra, in un momento storico particolarmente delicato per le sorti italiane, intervenne dopo la disfatta di Caporetto e rappresentò la rinascita dell’orgoglio delle italiche genti contro lo straniero invasore. Non è solo il risultato (l’affondamento di un’imponente unità navale) a determinare l’ingresso, a pieno titolo, dell’Ammiraglio Rizzo nella storia, ma sono le modalità e il contesto in cui maturò la vittoria a far risaltare la grandezza dell’impresa compiuta.
Con due piccoli M.A.S. (Motoscafo armato silurante o Motoscafo anti sommergibile – unità navale fornita di mitragliera, con siluri e bombe anti-sommergibile, concepita allo scopo di compiere azioni di sabotaggio dei porti nemici dell’Alto Adriatico – nonché acronimo impiegato da Gabriele D’Annunzio per sintetizzare il motto Memento Audere Semper, in ossequio al coraggio e all’audacia necessari per impiegare in battaglia il suddetto mezzo propulsivo), il giovane ufficiale riuscì, infatti, non solo a penetrare all’interno delle linee nemiche ma, sprezzante del pericolo e facendosi largo tra le imponenti corazzate d’acciaio austriache, affondò l’ammiraglia lasciando incredule le forze avversarie. Dal 1939, la Festa della Marina Militare Italiana si celebra il giorno in cui avvenne l’affondamento, il 10 giugno. L’impresa di Premuda, però, di là da ogni retorica e trionfalismo, fu, in primo luogo, storia di uomini, di marinai, che mossi dalla ferma volontà di difendere la Patria, non esitarono a mettere a repentaglio la propria incolumità pur di rendere onore alla divisa indossata. È solo grazie al racconto di quella notte, affidato alle memorie dei diretti protagonisti, che può essere davvero compreso il significato dell’azione militare condotta. I marinai che presero parte alla battaglia erano uomini che, seppur animati da uno spiccato e non comune senso del dovere, durante quei concitati momenti, dovettero sicuramente fare i conti, nella loro mente e nei loro cuori, con sentimenti ed emozioni intensi.

Contenuti

Iscrizioni:
Sul bassorilievo in bronzo:
All’eroico figlio
Luigi Rizzo
per eterno ricordo delle gloriose gesta
Milazzo Dedica
1919
Premuda
Trieste Buccari
Simboli:
L’immagine di Luigi Rizzo scolpito nel bassorilievo in bronzo nelle vesti di un eroe della mitologia classica che uccide con la spada un drago marino simboleggia l’affondamento da parte dei M.A.S. (motoscafo Armato silurante), guidati dall’ammiraglio Rizzo, della guardacoste austriaca Wien, avvenuto nella rada di Trieste nel dicembre 1917 e della corazzata austriaca Santo Stefano il 10 giugno 1918 al largo dell’isola di Premuda

Altro

Osservazioni personali:
Notizie storiche sull’Ammiraglio Rizzo tratte dai libri “101 e più cose da...fare, vedere, scoprire a Milazzo (a cura di Loredana Celebre, Alessandro di Bella, Lara Gitto), Lombardo edizioni, Milazzo, 2012 e Ruggero D’Ondes, Luigi Rizzo l’affondatore, lit. Lombardo, Milazzo, 2001.

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