3309 - Lapide all’aviatore Gian Felice Gino

Lapide in memoria dell’aviatore Gian Felice Gino, posta sulla facciata della sua casa natale nella piazza centrale di Nizza Monferrato, intitolata ai Martiri di Alessandria. La lapide è sormontata da un’elica di aereo e ricorda le imprese e la scomparsa del “Primo tra i primi alati d’Italia”.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Martiri di Alessandria, 3
CAP:
14049
Latitudine:
44.77431641990828
Longitudine:
8.356087912511498

Informazioni

Luogo di collocazione:
Collocata sulla facciata della casa natale, attuale sede INPS/INAIL
Data di collocazione:
1940
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Lapide in marmo, elica in lega d’acciaio
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Gian Felice Gino nacque a Nizza Monferrato il 9 maggio 1883. Affascinato dall'idea del volo, in quei tempi di mero pionierismo, fu uno dei primi italiani a conseguire il brevetto, ottenuto presso il campo volo di Taliedo nel 1911 e partecipò al Raid di Reims. Tornato in Italia fu vittima di alcuni incidenti aerei, di cui uno avvenuto il 29 ottobre1911, quando fu costretto ad un atterraggio di fortuna durante il primo tentativo di volo Milano–Torino–Milano, ed un altro quando precipitò su un edificio a Milano, durante la scorta al dirigibile Uselli. I danni fortunatamente lievi gli permisero una veloce ripresa.
Nel 1912 partì per il Sud America in compagnia dell'amico Angelo Bigliani per dare visibilità al movimento aviatorio che stava nascendo. Nonostante la morte dell'amico in un incidente di volo, portò avanti il proprio progetto compiendo dimostrazioni in gran parte degli stati brasiliani volando sui cieli di Recife, San Paolo e Rio de Janeiro. In questa città, il 9 gennaio 1913, fondò la "Escola Brasileira de Aviaçao militar e civil".
Ritornato in Italia per l'acquisto di nuovi aerei, convinse alcuni amici nicesi a recarsi in Brasile ove venne costituita la società "Gino Buccelli & C." che instaurò subito un rapporto di collaborazione con il governo di quel paese. Per più di un anno egli resse praticamente le sorti dell'aviazione brasiliana contribuendo alla sua evoluzione. La collaborazione con le istituzioni brasiliane si concluse però nel 1914.
Gino rientra in Italia poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale, e gli viene assegnato l'incarico di sergente istruttore del Servizio Aeronautico prima a Mirafiori e poi a Malpensa. In questo periodo, oltre a formare ed istruire i migliori nomi dell'aviazione italiana, inizia a collaudare i velivoli Caproni. Gino chiese di essere assegnato ad un reparto operativo per poter combattere, ma lo Stato maggiore dell'Esercito non accolse le sue richieste, considerandolo più prezioso per altri incarichi. Nel 1917, per i notevoli meriti acquisiti, lo Stato Maggiore dell'esercito lo chiamò infatti a far parte del Corpo di Aviazione Italiana in America e nell'ottobre dello stesso anno, partì per gli Stati Uniti d'America, che gli offrirono grande gloria ma da cui non fece più ritorno.
Nell'aprile del 1918, a bordo di un Caproni, stabilisce il record mondiale di velocità percorrendo un tragitto di 145 miglia a Langley Field di Washington, nel tempo di un'ora. Durante le manifestazioni aeree che si svolgevano vicino a New York il pubblico accorreva per vedere le notevoli e acrobazie che Gino riusciva a fare, tanto da essere battezzato con il nome di "principe degli aviatori".
Il 7 luglio 1918, pochi giorni dopo aver assistito alla morte di un suo allievo, il capitano Resnati, durante un incidente aereo, anche Gian Felice Gino trovò la morte precipitando con un velivolo monoposto "SVA Monoplace", tutto di fabbricazione italiana: durante l'evoluzione l'aereo era divenuto ingovernabile.
I giornali americani diedero grande risalto alla notizia, riportando cronache del fatidico volo e delle esequie che si celebrarono il 10 luglio alla presenza delle autorità e delle rappresentanze americane e italiane. Dopo l'interessamento di un altro nicese illustre, l'onorevole Vittorio Buccelli e di altre personalità, la salma venne trasportata in Italia e il 14 novembre 1921 la città di Nizza poté offrire a uno dei suoi figli più grandi il meritato tributo.
(fonti: http://www.comune.nizza.at.it/index.php?option=com_content&view=article&id=130%3Agian-felice-gino&catid=43&Itemid=190, http://it.wikipedia.org/wiki/Gian_Felice_Gino)

Contenuti

Iscrizioni:
ALL’OMBRA DI QUESTO TETTO GIA DEI SUOI AVI
IL 9 MAGGIO 1883 NASCEVA
GIAN FELICE GINO
VOLONTARIO DELLA GRANDE GUERRA

PRIMO TRA I PRIMI ALATI D’ITALIA
IL 20 AGOSTO 1911 VOLAVA SU REIMS

MAESTRO DI PERIZIA E DI ARDIMENTO IN PACE E IN GUERRA
CADEVA NEI CIELI AMERICANI DI MINEOLA IL 7 LUGLIO 1918
PER AVERE FORZATO CON ALA TRICOLORE I LIMITI DEL PRODIGIO
NIZZA MONFERRATO 1940-XVIII
Simboli:
L’unico simbolo presente è rappresentato dall’elica d’aereo

Altro

Osservazioni personali:
Il nome di Gian Felice Gino è riportato anche nell'elenco dei Caduti della prima guerra mondiale, nella lapide principale posta alle spalle del Monumento ai Caduti, che si trova ai piedi della Torre Civica, sul lato opposto della piazza.

L'articolo sui funerali di Gian Felice Gino, dal “The New York Times” dell’11 luglio 1918 è visibile all'indirizzo http://query.nytimes.com/mem/archive-free/pdf?res=F40916F63C5A11738DDDA80994DF405B888DF1D3 (fomato PDF)

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