108647 - Lapide bollettino della Vittoria – Piazzola sul Brenta (PD)

Lapide riportante il bollettino della Vittoria della prima guerra mondiale firmato dal Generale Armando Diaz.

Lapide con il bollettino di Diaz

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via dei Contarini
CAP:
35010
Latitudine:
45.541647
Longitudine:
11.785799

Informazioni

Luogo di collocazione:
La lapide è affissa alla parete nord di Palazzo Negrelli, ex scuole elementari, medie e poi professionali, attive fino al 1989, ristrutturate nel 2011, oggi sede di un'azienda privata. Sulla stessa parete vi sono affisse altre due lapidi dedicate a Caduti delle due guerre.
Data di collocazione:
Non si conosce la data originaria di collocazione. Con il restauro dell'edificio del 2009-11, sono state recuperate e rimesse a nuovo anche le lastre commemorative ai caduti delle due guerre e con il bollettino di Diaz.
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Marmo di Carrara
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Il 3 novembre 1918 l’Austria firmò l’Armistizio che sarebbe entrato in vigore il giorno successivo, gli italiani entrarono a Trento e la Regia Marina sbarcò a Trieste, mentre sul fronte francese gli Alleati accolsero la richiesta formale di Armistizio avanzata dal governo tedesco. Alle ore 15 del 4 novembre sul fronte italiano le armi cessarono di sparare; quello stesso giorno il comandante in capo dell’Esercito d’Italia, generale Armando Diaz, dava notizia all’intero paese della conclusione della prima guerra mondiale, firmando l’ultimo bollettino di guerra che sarebbe passato alla storia come il Bollettino della Vittoria.
Il Bollettino della Vittoria è quindi il documento ufficiale con cui il generale Diaz annunciò, il 4 novembre 1918, la disfatta nemica e la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Il suo autore materiale, in realtà, fu il generale Domenico Siciliani, capo dell'Ufficio stampa del Comando Supremo.
Per il primo anniversario della fine vittoriosa della Grande Guerra furono organizzate commemorazioni in tutta Italia. Le celebrazioni prevedevano l’inaugurazione in quasi tutti i Municipi e in tutte le Caserme di targhe e lapidi recanti il Bollettino della Vittoria, il cui testo era stato realizzato con lettere in bronzo ricavato dalle artiglierie catturate al nemico. Successivamente targhe e lapidi con il Bollettino di Diaz vennero affisse anche nelle scuole.

Armando Vittorio Diaz (Mercato San Severino - Sa, 5 dicembre 1861 - Roma, 29 febbraio 1928) è stato un generale italiano, capo di Stato Maggiore del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, ministro della guerra e maresciallo d’Italia. Fu nominato Duca della Vittoria alla fine della guerra.

Contenuti

Iscrizioni:
PER AMOR DI PATRIA
PER L'AVVENIRE

LA VITTORIA
COMANDO SUPREMO
4 NOVEMBRE 1918
LA GUERRA CONTRO L’AUSTRIA UNGHERIA, CHE SOTTO L’ALTA GUIDA DI S. M. IL RE - DUCE SUPREMO - L’ESERCITO ITALIANO INFERIORE PER NUMERO E PER MEZZI, INIZIÒ IL 24 MAGGIO 1915 E CON FEDE INCROLLABILE E TENACE VALORE CONDUSSE, ININTERROTTA ED ASPRISSIMA PER 41 MESI, È VINTA.
LA GIGANTESCA BATTAGLIA INGAGGIATA IL 24 OTTOBRE ED ALLA QUALE PRENDEVANO PARTE 51 DIVISIONI ITALIANE, 3 BRITANNICHE, 2 FRANCESI, UNA CZECO- SLOVACCA ED UN REGGIMENTO AMERICANO, CONTRO 73 DIVISIONI AUSTRO-UNGARICHE, È FINITA.
LA FULMINEA ARDITISSIMA AVANZATA SU TRENTO DEL 29° CORPO DELLA IA ARMATA, SBARRANDO LE VIE DELLA RITIRATA ALLE ARMATE NEMICHE DEL TRENTINO, TRAVOLTE AD OCCIDENTE DALLE TRUPPE DELLA 7ª ARMATA, ED AD ORIENTE DA QUELLE DELLA 1ª, 6ª E 4ª, HA DETERMINATO IERI LO SFACELO TOTALE DEL FRONTE AVVERSARIO. DAL BRENTA AL TORRE L’IRRESISTIBILE SLANCIO DELLA 12ª, DELL’8ª, DELLA 10ª ARMATA E DELLE DIVISIONI DI CAVALLERIA RICACCIA SEMPRE PIÙ INDIETRO IL NEMICO FUGGENTE.
NELLA PIANURA S.A.R. IL DUCA D’AOSTA AVANZA RAPIDAMENTE ALLA TESTA DELLA SUA INVITTA 3ª ARMATA, ANELANTE DI RITORNARE SULLE POSIZIONI DA ESSA GIÀ GLORIOSAMENTE CONQUISTATE, CHE MAI AVEVA PERDUTE.
L’ESERCITO AUSTRO-UNGARICO È ANNIENTATO. ESSO HA SUBITO PERDITE GRAVISSIME NELL’ACCANITA RESISTENZA DEI PRIMI GIORNI DI LOTTA E NELL’INSEGUIMENTO: HA PERDUTO QUANTITÀ INGENTISSIME DI MATERIALI D'OGNI SORTA E PRESSOCHÉ PER INTERO I SUOI MAGAZZINI ED I DEPOSITI; HA LASCIATO FINORA NELLE NOSTRE MANI CIRCA 300000 PRIGIONIERI CON INTERI STATI MAGGIORI E NON MENO DI 5000 CANNONI.
I RESTI DI QUELLO CHE FU UNO DEI PIÙ POTENTI ESERCITI DEL MONDO RISALGONO IN DISORDINE E SENZA SPERANZA LE VALLI CHE AVEVANO DISCESO CON ORGOGLIOSA SICUREZZA.
DIAZ

11 NOVEMBRE 1918
LE NOSTRE TRUPPE HANNO RAGGIUNTO IL BRENNERO.
LE OPERAZIONI PER ACCERTARE IL NUMERO DEI PRIGIONIERI E DEI CANNONI CATTURATI NELLA BATTAGLIA DAL 24 OTTOBRE ALLE ORE 15 DEL 4 NOVEMBRE SONO TUTT'ORA IN CORSO. FINORA È STATO POSSIBILE ACCERTARE 10658 UFFICIALI, 416116 UOMINI DI TRUPPA E 6818 CANNONI.
DIAZ
Simboli:
Nella parte alta, la lastra è cinta da una fascia in bassorilievo a motivi vegetali; a sinistra rami d'ulivo con olive e la scritta “Per amor di patria”, al centro una stella raggiante e a destra rami di quercia con la scritta “Per l'avvenire”. Due spade corte in posizione verticale, con la punta verso il basso compaiono nelle due estremità.
Nei due angoli in basso vi sono due teste di leone in rilievo.

Altro

Osservazioni personali:
Foto scattate da Giada

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