103642 - Lapide commemorativa di Creppo II° Guerra Mondiale

La lapide è stata collocata  in onore di Francesco Moraldo  e di tutti gli abitanti di Creppo per il salvataggio di due bambini tedeschi ebrei.
Il 1/03/2017 la scolaresca di Triora ha posto sulla lapide esistente una pietra (even) portata da Paolo Veziano , storico locale, da Israele  ( Giardino dei Giusti)

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Creppo
Indirizzo:
Salita Chiesa
CAP:
18010
Latitudine:
44.00682984707661
Longitudine:
7.716093063354492

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato Strada
Data di collocazione:
28/01/2006
Materiali (Generico):
Pietra
Materiali (Dettaglio):
Pietra locale (ardesia) più una pietra (even) portata da Israele .
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Triora
Notizie e contestualizzazione storica:
Questa lapide commemorativa ricorda questo avvenimento: Da diversi anni l’Europa era sconvolta dalla seconda guerra mondiale, in preda ad una demenza umana che uccideva bambini, donne e uomini per la loro appartenenza ad uno Stato, ad una religione o ad un genere di vita inaccettabile ed inconcepibile per l’ideologia dettata dalla dittatura nazista. I genitori di Rolf e Marianne, ebrei tedeschi, erano scappati dal loro paese fin dal 1936, malgrado fossero totalmente integrati nella borghesia di Erfurt in Turingia: altri uomini avevano deciso i loro destini. La famiglia, trovato rifugio a Bruxelles, fu costretta a rifugiarsi nel sud della Francia, quando i Tedeschi, nel 1940, invasero il Belgio. La tranquillità fu di breve durata; nel corso dell’estate 1942 infatti il destino si accanì ancora sui due bambini.

I loro genitori furono arrestati e deportati ad Auschwitz, mentre il destino, nella persona di un Questore di Nizza, lasciò la vita salva ai due orfani, successivamente accolti in quella città da un uomo di cuore che diede loro asilo, sicurezza e conforto. Quest’italiano, di origine modenese, aveva un nome predestinato: Angelo Donati. Decise di fare di tutto affinché i due ragazzini potessero ritrovare una vita normale quanto più possibile, malgrado i tormenti della guerra che imperversava dappertutto. La sua intenzione fu di breve durata. Angelo Donati, anch’egli ebreo, dovette scappare a sua volta dalla Costa Azzurra per sfuggire ad un arresto programmato da tempo. Fu allora che affidò il ragazzino e sua sorella alle cure del suo maggiordomo, che seppe essere tanto generoso quanto affettuoso; si chiamava Francesco (detto François Moraldo). Creppo era, all’epoca, accessibile unicamente attraverso strette mulattiere. Il ragazzino e sua sorella scoprirono queste strade disagevoli con stupore e fatica. Le ore di marcia sui sentieri di montagna nascondevano la bellezza del luogo, che i due bambini, con ogni probabilità, non notarono neanche.

Alla svolta di un sentiero, il cammino scendeva verso il fondo della valle, si perdeva nelle acque dell’Argentina, che bisognava attraversare a guado, poi risaliva un poco più in là, e la lenta processione continuava. Infine, al di là di una curva del sentiero, Creppo apparve. Il ragazzino e sua sorella ignoravano totalmente quale destino li attendesse in quel luogo. Non potevano certo immaginare il loro avvenire in quel piccolo villaggio nel quale il loro arrivo con François stupì gli abitanti, che parlavano un dialetto a loro assolutamente incomprensibile. I paesani interrogarono François. Egli spiegò loro le ragioni del suo ritorno al villaggio natio, accompagnato da quei due bambini ebrei che rischiavano, per mancanza di discrezione e di silenzio, di essere arrestati dai fascisti italiani, all’epoca alleati con i Tedeschi. I loro nomi furono “italianizzati”: Marianne si chiamò Marianna e Rolf diventò ... Rodolfo.

Tutta la popolazione di Creppo, composta da gente semplice dal cuore immenso, comprese ed accettò immediatamente. Erano generosi e buoni, vivevano semplicemente e modestamente e sapevano sempre accontentarsi di poco, come tutti i montanari. Il villaggio era piccolo e poco abitato: due bambini in più non modificavano per niente la sopravvivenza di Creppo. I due nuovi arrivati furono dunque immediatamente ricevuti e calorosamente accolti come membri di pieno diritto della comunità , ragione per cui nessuno sparse la voce. Oggi i rari abitanti che restano ancora a Creppo e che hanno partecipato alla salvezza dei due bambini, continuano a vederli come due nativi, vissuti accanto a loro. Bianca, Mario ed altri, compagni d’infanzia di Marianna e Rodolfo, sono diventati adulti, ma non li hanno mai dimenticati.

Contenuti

Iscrizioni:
Sulla lapide è inciso: A Francesco Moraldo e a tutti gli abitanti di Creppo che dal Settembre 1943 all'Aprile 1945 nascosero salvandoli dalla barbaria nazifascista i bambini ebrei Marianna Rolf Spier.

Dal libro "Ritorno da Erfurt" di Olga Tarcali.

"Sapevano che eravamo dei bambini ebrei nascosti , conoscevano il nome di chi ci proteggeva nonchè, ben inteso, che ciò era rigorosamente segreto. E mai nessuno di quei contadini ci aveva tradito, mai a rischio delle loro vite e di quelle dei loro famigliari, nessuno aveva trasgredito alla ferrea legge di ospitalità degli umili, la grandezza d'animo dei montanari, la silenziosa fierezza della gente semplice. Sebbene fossero poveri, senza mezzi, privi di ogni comodità, sebbene conducessero una vita rozza e austera , un'esperienza aspra e difficile, dettero prova di grande nobiltà d'animo.Essi possedevano l'antico istinto di ciò che si deve e di ciò che non si deve fare. Il comune di Triora posa il 28/01/2006


Simboli:
Pietra in ardesia con pietra (even) proveniente da Israele ( Giardino dei Giusti)

Altro

Osservazioni personali:
Sulla lapide già esistente è stata posta una pietra proveniente da Israele (even) precisamente dal Giardino dei Giusti in onore di Francesco Moraldo che ha ricevuto questa onorificenza nel 1991.

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