232393 - Lapide con i comunicati di guerra del Generale Diaz – Alberobello (BA)

Lastra in marmo riportante due comunicati di guerra del Generale Diaz del novembre 1918, il primo, più breve, del giorno 3 novembre e il secondo, quello con cui annunciò la vittoria della Guerra, del giorno 4 novembre.

Lastra Alberobello

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza del Popolo, 30
CAP:
70011
Latitudine:
40.784094132963
Longitudine:
17.237388226879

Informazioni

Luogo di collocazione:
Facciata del Municipio
Data di collocazione:
24 Maggio 1919
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Marmo
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione Comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
Il 3 novembre 1918 l’Austria firmò l’Armistizio che sarebbe entrato in vigore il giorno successivo, gli italiani entrarono a Trento e la Regia Marina sbarcò a Trieste, mentre sul fronte francese gli Alleati accolsero la richiesta formale di Armistizio avanzata dal governo tedesco. Alle ore 15 del 4 novembre sul fronte italiano le armi cessarono di sparare; quello stesso giorno il comandante in capo dell’Esercito d’Italia, generale Armando Diaz, dava notizia all’intero paese della conclusione della prima guerra mondiale, firmando l’ultimo bollettino di guerra che sarebbe passato alla storia come il Bollettino della Vittoria.
Il Bollettino della Vittoria è quindi il documento ufficiale con cui il generale Diaz annunciò, il 4 novembre 1918, la disfatta nemica e la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Il suo autore materiale, in realtà, fu il generale Domenico Siciliani, capo dell'Ufficio stampa del Comando Supremo.
Per il primo anniversario della fine vittoriosa della Grande Guerra furono organizzate commemorazioni in tutta Italia. Le celebrazioni prevedevano l’inaugurazione in quasi tutti i Municipi e in tutte le Caserme di targhe e lapidi recanti il Bollettino della Vittoria, il cui testo era stato realizzato con lettere in bronzo ricavato dalle artiglierie catturate al nemico. Successivamente targhe e lapidi con il Bollettino di Diaz vennero affisse anche nelle scuole.

Armando Vittorio Diaz (Mercato San Severino - Sa, 5 dicembre 1861 - Roma, 29 febbraio 1928) è stato un generale italiano, capo di Stato Maggiore del Regio Esercito durante la Prima Guerra Mondiale, ministro della guerra e maresciallo d’Italia. Fu nominato Duca della Vittoria alla fine della guera.

Contenuti

Iscrizioni:
COMUNICATI DI GUERRA

3 Novembre 1918
Le nostre truppe hanno occupato Trento e sono sbarcate a Trieste.
Il tricolore italiano sventola sul Castello del Buon Consiglio e
sulla Torre di San Giusto.
Generale DIAZ


4 Novembre 1918

La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida
di S. M. il Re, DUCE SUPREMO, l’Esercito Italiano, inferiore per
numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta.
La gigantesca battaglia, ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed
alla quale prendevano parte 51 divisioni italiane, 3 britanniche,
2 francesi, 1 czeco-slovacca ed 1 reggimento americano contro
73 divisioni austro-ungariche, è finita.
L’esercito austro-ungarico è annientato: esso ha subito perdite
gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni di lotta e
nello inseguimento; ha perduto quantità ingentissime di materiale
di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini ed i depositi;
ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri
con interi Stati Maggiori e non meno di cinquemila cannoni.
I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo
risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano
disceso con orgogliosa sicurezza.
Generale DIAZ

I LAVORATORI ORGANIZZATI
NEL
“CIRCOLO DEL POPOLO
POSERO
24 MAGGIO 1919
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Sulla facciata del Municipio sono affisse parecchie lastre commemorative di epoche diverse: al Concittadino Don Francesco Gigante, fondatore dell’Istituto agrario, a Vittorio Emanuele, fondatore dell’unità d’Italia, a Giuseppe Garibaldi, a Leonida Bissolati, per la proclamazione della Repubblica Italiana e contro l’oppressione nazifascista.

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