Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Piazza Rimembranze
- CAP:
- 22017
- Latitudine:
- 46.024409314413
- Longitudine:
- 9.2394005711639
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Area esterna al cimitero, piazza Rimembranze
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- La lapide è di marmo sagomato in forma rettangolare con intagli lungo il bordo e agli spigoli in cui sono presenti le 4 borchie che la fissano al muro del cimitero. Le borchie sono metalliche a rilievo, color argento, presentano una forma stellata a 8 punte su cui risalta al centro una piccola croce. In posizione centrale verso l’alto, sopra l’epigrafe, c’è la fotografia in bianco e nero di Caronti inserita in una semplice cornice ovale, circondata da 2 contorni ovali incisi e smaltati di nero. Anche le scritte sono nere e incise in stampato con caratteri capitali. Il piccolo cippo è stato tagliato conferendogli una forma rettangolare che presenta in cima la sagoma di un triangolo rialzato; al suo interno spiccano le incisioni verniciate di nero della piccola croce con l’epigrafe sottostante in stampato a caratteri capitali. Risaltano i colori acromatici: bianco naturale del materiale usato, ovvero del marmo bianco con venature grigie della lapide e punteggiato di nero in alcuni punti del cippo, unitamente alle scritte incise in vernice nera.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Amministrazione Comunale
- Notizie e contestualizzazione storica:
- La lapide e la stele hanno lo scopo di tenere sempre vivo il ricordo di Enrico Caronti, operaio tintore nativo di Blevio, soprannominato il Partigiano Romolo, trucidato durante la Seconda Guerra Mondiale per aver lottato contro il fascismo. Nell’agosto del 1944 divenne 1° commissario politico e Comandante della 52° Brigata Garibaldi, principale formazione partigiana del Comasco, trasferendosi sopra Dongo. Fu considerato pericolosissimo dai fascisti repubblicani oltre che per la sua attività, per il suo forte ascendente. Durante il coprifuoco, nella notte tra il 21 e 22 dicembre, i militi delle Brigate nere del Centro Antiribelli di Menaggio, con rinforzi provenienti da Como riuscirono ad arrestarlo a Dongo e a trascinarlo nella loro sede a Menaggio.
Il partigiano Enrico Caronti dopo essere stato orrendamente torturato per ore dai suoi carnefici, la notte del 23 dicembre del 1944 venne portato davanti al cimitero, fucilato con una scarica di mitra a distanza ravvicinata, finito con un colpo alla testa e abbandonato sulla strada. I responsabili di questa cruenta rappresaglia vennero inizialmente condannati a morte, la pena fu poi trasformata in trent’anni di carcere e alla fine furono amnistiati.
La lapide venne offerta nel 1952 dal dott. Francesco Cervio di Menaggio al fine di non dimenticare le crudeli torture di Caronti subite dalla brigata nera di Menaggio e di mettere in evidenza la sua nobile figura patriottica.
Contenuti
- Iscrizioni:
- (lapide)
“L’AURORA DEL 23-12-1944/ ILLUMINAVA/ LA NOBILE FIGURA PATRIOTTICA/ DEL PARTIGIANO/ CARONTI ENRICO – ROMOLO/ CHE PER VILTÀ FASCISTA/ FRA ATROCI SOFFERENZE/ ASSURGEVA ALLA GLORIA/ DEL MARTIRIO”
(stele)
“CARONTI ENRICO/ ROMOLO/ MARTIRE DELLA/ LIBERTÀ”
- Simboli:
- Sulla lapide: borchie a rilievo stellate con 8 punte aventi al centro una piccola croce.
Altro
- Osservazioni personali:
- La lapide, la stele e l’insegna potrebbero essere valorizzati da un’opportuna illuminazione.