246906 - Lapide e targa a quattro civili fucilati presso la Rocca – Reggiolo (RE)

La lapide è dedicata a quattro civili fucilati il 17/9/1944 in questo luogo dagli squadristi della XXX Brigata Nera come rappresaglia per l’uccisione di due camerati avvenuta la notte precedente per opera dei partigiani. Si tratta di una grande lastra rettangolare di marmo collocata sulla parete esterna del fianco destro della Rocca ed inaugurata nel primo anniversario dell’eccidio. La lapide ha i quattro lati con i bordi frastagliati e poggia su due piedini di marmo. L’epigrafe, dettata da Egisto Lui, primo sindaco di Reggiolo liberata, riporta incisi in ordine alfabetico i nomi dei Caduti, la data della fucilazione e quella di posa della lapide. I caratteri sono stati riempiti con vernice di colore nero che il trascorrere del tempo ha pressoché eroso. Nella parte superiore della lapide sono stati incisi in bassorilievo un ramo di alloro (a sinistra) ed uno di palma (a destra). Sotto la lapide, in posizione centrale, si trova una conca marmorea, a forma di trapezio isoscele, atta a collocarvi un vaso portafiori. Sopra la lastra corre una sottile listella di marmo a guisa di parziale protezione. Il 25 Aprile 2001 l’Amministrazione locale ha fatto apporre accanto al fianco sinistro della lapide una piccola targa rettangolare in bronzo: oltre ai nomi delle quattro vittime è impressa una succinta descrizione del tragico evento. Anche in questo caso i caratteri sono stati riempiti con inchiostro di colore nero.

Visualizza la mappa

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza dei Martiri, Vicolo del Castello
CAP:
42046
Latitudine:
44.918225
Longitudine:
10.803066

Informazioni

Luogo di collocazione:
All'esterno del fianco destro delle mura della Rocca di Reggiolo.
Data di collocazione:
La lapide è stata inaugurata il 17 Settembre 1945; la targa il 25 Aprile 2001.
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per l’intera lapide, per i piedini di sostegno, per la conca portafiori e per la listella di protezione. Bronzo per la piccola targa laterale. Vernice o inchiostro di colore nero a riempire i caratteri dell’epigrafe presenti nella lapide e nella targa bronzea.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Reggiolo
Notizie e contestualizzazione storica:
La notte tra il 16 ed il 17 Settembre 1944, a Reggiolo, a seguito di uno scontro a fuoco tra squadristi della XXX Brigata Nera e partigiani dei G.A.P. (1) a bordo di un’auto, cadono le camicie nere Ambrogio Zanotti ed Arturo Bianchini. Immediatamente raggiungono la cittadina gli altri reparti della Brigata Nera e gli agenti dell’U.P.I. della G.N.R. (2), rispettivamente guidati dal neo segretario federale Guglielmo Ferri e dal capitano Cesare Pilati. Quest’ultimo, con una lista compilata dal milite Giorgio Zanotti in cui figurano nomi di persone sospettate di antifascismo (ma anche ex fascisti che non avevano aderito alla Repubblica Sociale Italiana), ne ordina il fermo e la perquisizione delle abitazioni. Due di queste vengono date alle fiamme. Alla fine dell’operazione vengono fermate una trentina di persone, poi rinchiuse in una stanza del locale presidio della Brigata Nera. Ma non è finita: i due camerati devono essere vendicati e per questo, dai fermati, vengono scelti quattro uomini noti in Reggiolo per la loro autorevolezza e prestigio: il dottor Antonio Angeli, l’ingegner Erminio Marani, l’avvocato Mario (o Massimiliano) Polacci ed il tenente colonnello Giuseppe Sacchi. Così, nel primo pomeriggio, i quattro sono condotti presso il fianco destro della Rocca, addossati contro il muro e fucilati dai brigatisti. I loro corpi sono lasciati esposti a monito della popolazione.
Tale assurda e barbara rappresaglia sconvolge non solo la popolazione, ma arriva al punto tale che il commissario prefettizio di Reggiolo, Augusto Nasuelli, il giorno successivo, decide di togliersi la vita nel cortile della propria abitazione. Mentre il federale Guglielmo Ferri, in un rapporto inviato al segretario del P.F.R. (3) Alessandro Pavolini, esprima la sua soddisfazione per l’azione punitiva, che, a suo dire, ha impressionato favorevolmente la popolazione ed anche i fascisti reggiani. Nel suo rapporto Ferri ha, inoltre, la spudoratezza di accusare le quattro vittime di antifascismo ritenendoli materialmente e moralmente responsabili della morte dei due brigatisti grazie al loro agire sovversivo, antinazionale e antitedesco

• Antonio Angeli, nato il 20 Gennaio 1911, residente a Reggiolo, dottore in Agraria.

• Erminio Marani, nato a Fabbrico (Re) il 5 Febbraio 1865, residente a Reggiolo, ingegnere (o insegnante, le fonti non sono concordi).

• Mario Polacci, nato il 25 Febbraio 1899, residente a Reggiolo, avvocato. Indicato col nome di Massimiliano nei volumi di Guerrino Franzini e Massimo Storchi.

• Giuseppe Sacchi, nato il 21 Marzo 1882 a Reggiolo, ivi residente, tenente colonnello in congedo, impiegato.

NOTE:

1. G.A.P., Gruppi di Azione Patriottica o Partigiana; in questo caso potrebbero appartenere alla 37a Brigata Garibaldi G.A.P. “Vittorio Saltini”.

2. Ufficio Politico Investigativo della 79a Legione della Guardia Nazionale Repubblicana.

3. Partito Fascista Repubblicano.

Contenuti

Iscrizioni:
Lapide:

L’ALLORO DELLA GLORIA
CRESCE ACCANTO ALLA PALMA DEL SACRIFICIO

IN QUESTA PIAZZA
IL 17 SETTEMBRE 1944
BARBARAMENTE TRUCIDATI DAI FASCISTI
CADEVANO

DR. ANTONIO ANGELI
ING. ERMINIO MARANI
AVV. MARIO POLACCI
T.COL. GIUSEPPE SACCHI

UNITI NEL SACRIFICIO CHE NE ETERNA IL NOME GLORIOSO
ESSI RIVIVONO
NELL’INESTINGUIBILE AMORE DEI FAMIGLIARI
NELLA SOLIDARIETA’ DEI COMPAGNI DI FEDE
NEL PURO RICORDO DI TUTTI I BUONI

NELLA LUCE CHE DA QUEST’ARA S’IRRADIA
SOSTINO UN ATTIMO SERENI
GLI UOMINI CHE CONOBBERO L’ORRORE DELLA CRIMINALE DOMINAZIONE FASCISTA
SOSTINO FIDENTI I GIOVANI
CHE ASPIRANO AD UN MIGLIORE AVVENIRE
INSIEME RIPRENDANO IL CAMMINO
AFFRATELLATI NELL’AMORE E NELLA GIUSTIZIA

17 – 9 – 1945

Targa:

ANGELI ANTONIO – MARANI ERMINIO
POLACCI MARIO – SACCHI GIUSEPPE
Qui fucilati il 17.9.1944 dagli squadristi della
Brigata Nera come rappresaglia per uno
scontro a fuoco avvenuto la notte precedente.
Furono scelti come capri espiatori, in quanto
molto noti ed importanti nel paese per il loro
prestigio, allo scopo di terrorizzare la
popolazione e far ricadere sui partigiani
la colpa della rappresaglia
Reggiolo, 25 Aprile 2001

Simboli:
In testa alla lapide sono incisi in bassorilievo un ramo di alloro, simbolo di gloria ed un ramo di palma che, secondo il Cristianesimo, rappresenta il sacrificio dei giusti premiato con l’entrata di questi in Paradiso.

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps:
44.918225, 10.803066

Gallery