277838 - Lapide in memoria della strage di Mommio – Fivizzano (MS)

La lapide dedicata alle vittime della strage di Mommio avvenuta durante la seconda guerra mondiale nei giorni 4 e 5 maggio 1944 è composta da una lastra in marmo bianco contornata da cornice in rilievo di marmo grigio, lavorata con scanalatura. La lapide di forma rettangolare misura cm. 90 x 84,5 ed è fissata alla parete esterna della chiesa di S. Martino di Mommio sul lato sinistro ad un’altezza di cm. 235, sostenuta da due regoli in marmo grigio. La lastra in marmo bianco contiene l’epigrafe in memoria del tragico evento con i nomi delle vittime della strage di Mommio; in basso a sinistra è incisa anche una croce.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Mommio
Indirizzo:
via 5 Maggio 1944
CAP:
54013
Latitudine:
44.25115381066
Longitudine:
10.192504175394

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete esterna sinistra della chiesa di S. Martino.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Marmo bianco per la lastra in cui è incisa l'epigrafe; marmo grigio per la cornice e i due regoli di sostegno.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
- Si riporta di seguito il testo per la contestualizzazione storica fornito da Daniele Rossi, ricercatore e presidente della Sezione A.N.P.I. di Casola in Lunigiana-Fivizzano "Hans e Sophie Scholl".

Il rastrellamento del 3-4-5 maggio 1944 è un’operazione militare compiuta nel Comune di Fivizzano e Casola in Lunigiana (Prov. di Massa-Carrara), nel Comune di Minucciano, Giuncugnano e Sillano (Prov. di Lucca). L’operazione nazifascista causa la morte di sei persone nella provincia di Lucca così distribuite: quattro nel Comune di Minucciano, una nel Comune di Giuncugnano, una nel Comune di Sillano, una persona uccisa nel Comune di Casola in Lunigiana. Ventidue persone uccise nel Comune di Fivizzano, di cui sei residenti a Mommio, tale villaggio viene completamente distrutto: 70 delle 72 case vengono minate o date alle fiamme.
Il rastrellamento viene effettuato da circa 2.000 soldati appartenenti alla III compagnia del 135° Brigata da Fortezza della “Luftwaffe”, dalla II, III, IV, V, Compagnia del reparto esplorante motorizzato della Divisione Paracadutisti Corazzata “Hermann Göring” (Fallschirm-Panzer-Aufklärung-Abteilung, le compagnie citate erano formate da un plotone con artiglieria pesante, lanciafiamme, plotone anticarro, cannoni da fanteria) un gruppo Flak antiaereo della stessa Divisione “Hermann Göring”, da un reparto del II Battaglione (Russisches) proveniente da Lucca, da militi del battaglione Lupo della “X° Flottiglia M.a.s.”, un reparto di reclute della Divisione San Marco, da militari appartenenti alla Guardia Nazionale Repubblicana di Fivizzano, Casola, Pontremoli, Lucca, Massa e Parma; da squadristi di Piazza al Serchio, Castelnuovo Garfagnana e Carrara, da alcuni militari della Guardia di Finanza di La Spezia, utilizzati come soldati nei posti di blocco sulla Statale 63 nei pressi di Fivizzano. L’Azione è ideata dal Colonnello Kurt Almers, Comandante della III compagnia della 135° Brigata da Fortezza della “Luftwaffe” (Kurt Almers, nato a Braunschweig, 01-11-1897, ufficiale di carriera, colonnello comandante la III compagnia 135° Brigata da Fortezza della Luftwaffe dal 08-09-1943 fino alla fine della guerra). Il 3 maggio 1944, un reparto russo tedesco del II Battaglione Russiches inizia l’operazione di rastrellamento, nel Comune di Sillano (LU); nel villaggio viene catturato Regali Luigi (vulgo Francesco), partigiano nativo di Piazza al Serchio e nei dintorni del villaggio viene fucilato. Il 4-5 maggio, tocca ai Comuni di Giuncugnano, Minucciano. Fivizzano e Casola, Le truppe nazifasciste erano divise in 5 colonne provenienti da Carrara, La Spezia, Pontremoli, Reggio Emilia e Garfagnana. Ad Aulla si concentrano le forze giunte da Pontremoli, La Spezia e Carrara, formando un unico gruppo. In località Cormezzano di Fivizzano, la colonna proveniente da Aulla si divide, una parte del gruppo della Decima M.a.s., insieme alle reclute della Divisione S. Marco, prende l’attuale strada regionale 445 del Passo dei Carpinelli; nei pressi di Casola in Lunigiana il reparto si divide ulteriormente, le reclute della S. Marco si dirigono verso Regnano mentre i militi della Decima si dirigono verso la Garfagnana, in direzione Albiano-Sermezzana (Comune di Minucciano). Da Castelnuovo Garfagnana e da Piazza al Serchio giunge nel Comune di Giuncugnano e Minucciano un reparto nazifascista su 10 autocarri, al comando del prefetto di Lucca Mario Piazzesi. Il gruppo è formato da militi della Guardia Nazionale Repubblicana di Lucca, squadristi di Castelnuovo Garfagnana e Piazza al Serchio, questi ultimi al comando del segretario del fascio repubblicano Francesco Diamantini.

Il rastrellamento nella zona dell’alto fivizzanese viene eseguito con il dispiego delle truppe a “pettine”, così da controllare il territorio e perquisire i villaggi. A causa di ciò, il Comune di Fivizzano risulta il più colpito. (22 vittime). Il centro dell’operazione è la zona di Mommio e Massicciano (zona pianeggiante, a nord del borgo); qui, i tedeschi della Divisione “Hermann Göring” arrivano percorrendo un sentiero proveniente dal Passo del Cerreto e dalla zona di Sassalbo (Casa Giannino). All’interno di Mommio, giungono percorrendo la strada carrozzabile che porta al paese, la stessa sorte viene riservata al paese di Vendaso. La zona del crinale destro e sinistro della vallata di Fivizzano e il territorio a sud di Mommio, viene rastrellato dalla colonna nazifascista proveniente da Aulla.
[...]
Il rastrellamento del 3-4-5 maggio è la prima grande operazione compiuta in Lunigiana e in Garfagnana. I nazifascisti non potevano permettere di avere lungo la strada Statale 63 del passo del Cerreto e lungo la Statale 445 del Passo dei Carpinelli, una grande base partigiana che potesse disturbare il transito delle truppe, considerato che le due direttrici avevano funzioni strategiche importanti: il Passo del Cerreto era una delle porte che collegava il nord Italia con il centro, ed il porto di La Spezia, dove erano presenti numerosi arsenali militari. Mentre la Statale 445, era un prezioso collegamento est-ovest tra due zone importanti per i nazifascisti: la Lunigiana e la Garfagnana. I nazisti non volevano che si radicasse in questo territorio un forte movimento resistenziale. Fin dall’estate del 1943 l’alto Comando della Wehrmacht, aveva scelto per il fronte italiano, come barriera di contenimento e di difesa ad oltranza, la linea dell’Appennino centro settentrionale: la futura Linea Gotica. Le formazioni partigiane presenti nel territorio considerato erano il gruppo di Azzari-Marini con sede in Tea di Monte Tondo, a nord di Regnano di Casola in Lunigiana. Dal 15 aprile 1944, alcuni partigiani di Azzari-Marini si trasferiscono a Massicciano di Mommio, per prepararsi a ricevere un lancio alleato, per poi tornare nella zona dei Prati di Tea e l’Argegna. Le forze ribelli del territorio erano: il gruppo di Almo Bertolini “Oriol” nella zona di Sassalbo; 3 gruppi presenti nel Comune di Minucciano, Giuncugnano, Borsigliana di Sillano, di cui quello comandato da Filippetti di Minucciano era il più numeroso e organizzato. Nel territorio intorno a Sassalbo, fino al 22 aprile 1944, vi era la formazione di Francesco “Renzo” Ferrari “primo Diavolo Nero”. A Massicciano vi era un piccolo gruppo di ribelli di Mommio, 8/10 persone native del borgo, comandati da Armido Fiori. La zona di Massicciano era un campo di transito per i partigiani, grazie alle numerose capanne lì presenti. Questa zona viene utilizzata per il ricovero temporaneo di tutti gli ex prigionieri alleati, provenienti dal nord Italia, che volevano passare il fronte. Solo alcuni ex prigionieri dell’est rimangono nel gruppo di Azzari Marini. I partigiani stavano dando parecchi fastidi ai nazifascisti lungo lungo la strada statale 63: il gruppo di Bertolini si collega alle formazioni emiliane e con esse organizza le prime operazioni militari sia nel versante fivizzanese che reggiano. Ciò avviene fino al marzo 1944, dopo questa data il gruppo di “Oriol”, diviene indipendente dalle formazioni reggiane. Il 17 marzo 1944, un gruppo partigiano al comando di Francesco Ferrari ed Orazio Ricci della formazione di Azzari-Marini, attacca il presidio fascista del Cerreto, disarmando e catturando l’intera guarnigione della Guardia Nazionale Repubblicana. L’11 aprile 1944, una pattuglia di cinque uomini appartenenti al gruppo di Bertolini fanno esplodere una carica di tritolo che danneggia la casa cantoniera della Fossa, vicino a Sassalbo. I partigiani erano venuti a conoscenza che il comando della Guardia Nazionale Repubblicana era in procinto di ricostruire lì un presidio a controllo del Passo del Cerreto. Nella seconda metà del mese di aprile, vengono uccisi due fascisti a nord di Fivizzano ed uno nel Comune di Casola in Lunigiana. Occorre poi parlare dell’intensa attività del gruppo di Francesco Ferrrari “Diavolo Nero”: in occasione di un bando fascista, in cui si ordinava la consegna del bestiame all’ammasso repubblicano, Francesco Ferrari, a cavallo, corre per tutti i villaggi, incitando i contadini a contravvenire all’ordine. Per ristabilire l’autorità, un gruppo formato da militi della Guardia Nazionale Repubblicana di presidio nel Comune di Fivizzano e da Camicie Nere provenienti da Carrara attacca in forze, ma è fermato dagli uomini del Diavolo Nero, nei pressi di Collegnago di Fivizzano.
Il 21 aprile, è bloccato un convoglio tedesco nella zona di Fivizzano, i soldati sono disarmati e il carico di vettovaglie è trasportato a Mommio e Vendaso. Tale operazione è compiuta dai partigiani di Marini-Azzari in collaborazione con Maggiorino Folegnani, comandante di un gruppo di sede nella Valle del Lucido.
In base a quanto detto, risulta facile affermare che l’intera zona a nord di Fivizzano e Casola, e il territorio di Magliano di Giuncugnano, fosse sotto il controllo dei partigiani. Il paese di Mommio è distrutto perché i nazifascisti sapevano che la popolazione del villaggio sosteneva il movimento resistenziale ed era il villaggio più vicino al campo di lancio di Massicciano. Il rifornimento alleato è fatto nella notte del 30 aprile 1944, Domenico Azzari racconta: “Sapevo che a terra la preparazione non era sufficiente e d’altra parte temendo di perdere l’occasione, partii, raccolsi gli uomini, ma non giunsi in tempo sul campo. I segnali furono allestiti di là da un costone. C’era vento e i container finirono in parte sull’abitato di Mommio. Bloccammo la zona e nella notte feci radunare tutti i capi famiglia avvertendoli che ciò che stava accadendo era la cosa più tremenda che fosse mai accaduta a quel paese, chiesi l’aiuto di tutti. Non dovevano restare tracce. Non fui abbastanza chiaro e forse ciò che dicevo non era comprensibile. Molti effetti furono trafugati e nascosti. I miei ordini non furono sufficienti ad impedirlo, sarebbe stato necessario una severità che da quasi compaesano, non potevo esercitare”.

Giovanni Tonetti, di Tenerano, intervistato il 15-05-2018, racconta: “Io conobbi Domenico Azzari, durante una commemorazione dell’Eccidio di Tenerano. Iniziai con lui un dialogo per farmi raccontare quello che aveva passato durante la lotta partigiana, lui, tra le cose raccontate, mi parlò di Mommio, e gli vennero le lacrime agli occhi, quel partigiano si rimproverava di non essere stato duro con gli abitanti di quel villaggio, di non aver saputo impaurirli. Egli pensava che il paese fosse stato distrutto a causa del materiale trovato nel borgo e che lui non fosse riuscito ad intimidire gli abitanti per farsi consegnare tutto il materiale da loro nascosto”.

I partigiani perquisiscono il paese di Mommio, per trovare tutto il materiale lanciato. Renato Jacopini, inviato nel fivizzanese dal Comitato Provinciale di Liberazione di La Spezia afferma: “Giunsi in paese quando i partigiani stavano perquisendo le case per ritirare il materiale nascosto: era sparita perfino una piastra da mortaio”. Ivano Biancardi, storico di Fivizzano, nel suo volume Aspetti della Resistenza nel Fivizzanese e nella Bassa Lunigiana afferma: “A Mommio le cose prendono un aspetto più tragico. I tedeschi vennero e frugarono minuziosamente il paese e proprio nell’ultima casa scoprirono un mitra. Mettono tutto sottosopra scoprendo anche le altre armi”.

Contenuti

Iscrizioni:
LUPI DEL SETTENTRIONE
LEOPARDI MUSSOLINIANI
ASSALIRONO QUESTO GREGGE
DEVASTARONO L’OVILE
STRAZIARONO IL CUORE
GIÀ TRAFITTO PER LA PATRIA
DI BEN OTTO PECORELLE

O TU CHE PASSI
FERMATI E PREGA

FIORI CARLO
BABBINI ERMINIO
LAZZERINI CESARE
ROSSI GINO

PINELLI GUIDO
BIANCHI DOMENICO
LAZZERINI GIOVANNI
PALMIERI ANTONIO IRREPERIBILE
MOMMIO 4 - 5 MAGGIO 1944
Simboli:
Una croce nella lastra in marmo bianco in basso a sinistra.

Altro

Osservazioni personali:
La lastra di marmo bianco presenta segni di ingiallimento.

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