187181 - Lapide in memoria dell’eccidio al Valico della Scheggia – Anghiari

A lato della strada provinciale della Libbia, nel luogo dove il 26 giugno 1944 avvenne l’atroce eccidio di cinque giovani partigiani, una lapide è posta in memoria all’interno di una piccola area di rispetto.

 

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Libbia
Indirizzo:
SP della Libbia
CAP:
52031
Latitudine:
43.550640921855
Longitudine:
11.965728591612

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Muro in pietra locale sul quale è ricavata una nicchia con la lapide in marmo con iscrizioni e foto in ceramica dei Caduti. Una croce in pietra è posta sopra. Di fronte una piccola area di rispetto è delimitata da colonnini e catena.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Anghiari: 26 giugno 1944 / Eccidio del “valico della Scheggia” i fatti:
“….In un rastrellamento da parte delle truppe tedesche in ritirata, vengono uccisi, al passo della Scheggia nel comune di Anghiari, cinque partigiani di cui quattro giovani tra i 20 e i 18 anni e Italo Tuti un bambino di appena 4 anni. Impiccati con un filo di ferro o uccisi da raffiche di mitra. I cadaveri vengono esposti come trofeo, lungo la strada e sotto il sole cocente, per ben 20 giorni.”
Il pomeriggio del 25 giugno una sparatoria tra una pattuglia tedesca e un gruppetto di partigiani si concluse senza spargimento di sangue. Tuttavia nelle prime ore del 26 giugno del 1944 scattò una energica operazione antiguerriglia nella zona tra la strada della Libbia e Montauto, nell’Anghiarese. I tedeschi notarono un bambino alla finestra che batteva le mani: scambiato il gesto infantile per un segnale concordato con i partigiani, lo colpirono con una raffica di colpi, causandone la morte.
Frattanto, presso la fattoria “La Speranza”, il partigiano Sabatino Mazzi, ventiduenne di Giovi (Arezzo), venne catturato con indosso tre caricatori di munizioni.
Poi, di primo pomeriggio, i tedeschi misero le mani su altri quattro giovani.
Erano i monterchiesi: Tommaso Calabresi, di 18 anni, Pasquale Checcaglini ed Enrico Riponi, entrambi di 19 anni, e Francesco Franceschi, di 20 anni.
Si legge nella relazione germanica:
«In loro possesso si trovavano munizioni italiane, bombe a mano, un fucile ed altri pezzi di equipaggiamento. Queste quattro persone, come pure il bandito trovato al mattino, furono impiccate ad una forca allestita».
I giovani di Monterchi avevano appena deciso di unirsi ai partigiani e la mattina stessa erano passati per Anghiari per prelevare delle armi.
La loro fu una morte orribile.
La memoria tramandata afferma che:
– dopo averli torturati, verso le ore 8 di sera li impiccarono poco oltre il passo della Scheggia con fili di ferro su un tronco d’albero appoggiato a due colonne, finendoli a rivoltellate  mentre agonizzavano.
Prima di andarsene, i tedeschi appesero un cartello ai piedi dei loro corpi che così recitava:
“Banditi puniti, camerati sparate”, invitando quindi i commilitoni di passaggio per l’adiacente strada provinciale a sparare sui cadaveri oppure a non avvicinarsi e a farli seppellire dai “liberatori”. Qualche giorno dopo passò di lì un reparto di partigiani.
Raccontò uno di essi:
«In cima alla Libbia ci fermammo a staccare i cinque impiccati, fra i quali c’era il nostro compagno Sabatino Mazzi: lo seppellimmo nel piccolo cimitero di Colignola. Gli altri, per risparmiargli lo scempio delle soldataglie in transito, che scaricavano su quei poveri corpi i loro mitra, tagliammo le corde e li adagiammo per terra. Era l’unica cosa che potevamo fare».
Le quattro salme, ormai in avanzato stato di decomposizione, dovettero essere bruciate dai soldati alleati al loro arrivo nella zona, ai primi di agosto.
L’eccidio precede di alcune ore l’arresto, da parte dei partigiani di Caciari, del sottufficiale von Gablenz (responsabile del comando della Koruck 594) e del suo accompagnatore, episodio ispiratore, secondo M. Geyer, dell’inasprimento delle misure repressive applicate
nella zona dal comando tedesco.

Commemorazione di Franco Talozzi ex-sindaco di Anghiari

Fonti:
ilfendente.altervista.org/news/anghiari-26-giugno-1944-eccidio-del-valico-della-scheggia/
http://www.storiatifernate.it/pubblicazioni.php?&submit=Cerca&st=scheggia&id=1334

Contenuti

Iscrizioni:
SOFFERMATI E ONORA O VIANDANTE
LA MEMORIA DEI PATRIOTTI

MAZZI SABATINO. ANNI 22 GIOVI
FRANCESCHI FRANCESCO. ANNI 19 MONTERCHI
CHECCAGLINI PASQUALE. ANNI 19 MONTERCHI
RIPONI ENRICO. ANNI 19 MONTERCHI
CALABRESI TOMMASO. ANNI 18 MONTERCHI

CHE AL TRAMONTO DEL 26 GIUGNO 1944
SACRIFICANDO LA LORO GIOVENTÙ
PER LA LIBERTÁ DELLA PATRIA
FURONO TRA QUESTI PILASTRI
BARBARAMENTE STRANGOLATI
DAL CAPESTRO TEDESCO
COMPLICI FAZIOSI ITALIANI.
DIO MISERICORDIOSO
CONCEDI AD ESSI LA GLORIA ETERNA
ALL’ITALIA PACE E PROSPERITÁ

Simboli:
Informazione non reperita

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Osservazioni personali:
STAFF PIETRE: contributo fotografico Daniele Crotti

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