239813 - Lapide in memoria di Dino Colombo – Milano

La lapide che commemora Dino Colombo è in marmo bianco debolmente rosato, quasi privo di venature; le sue misure approssimative sono di 50×35 centimetri. Sul lato superiore vi è una sporgenza semicircolare in cui alloggia il foto-ritratto di Dino Colombo. Le iscrizioni sono incise e smaltate in rosso.

La lapide poggia su due zanche in marmo verde scuro fuoriuscenti dalla parete ed il suo fissaggio è realizzato evitando di forare il marmo per l’inserimento di chiodi che col tempo avrebbero rilasciato colature di ossidi sul marmo.

La lastra è posta a circa 3,5 metri dal suolo, sulla parete esterna del palazzo dove abitò Dino, a sinistra del portone di ingresso.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
quartiere Stadera
Indirizzo:
via Nicola Palmieri, 5, Milano
CAP:
20144
Latitudine:
45.4350679
Longitudine:
9.1752599

Informazioni

Luogo di collocazione:
A circa 3,5 metri dal suolo, sulla parete esterna del palazzo dove Dino abitò, a sinistra del portone di ingresso.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Informazione non reperita
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Dino Colombo nacque il 27 aprile 1922 e crebbe nel quartiere "Stadera" o "Baia del Re", in via Palmieri 5.
Fece parte della 114a brigata Garibaldi, con punto di ritrovo in via De Sanctis in una ex sede fascista.
I il 26 aprile 1945, (giorno precedente il suo ventitreesimo compleanno e successivo a quello della Liberazione), i nazi-fascisti si stavano rassegnando ad arrendendersi. A non arrendersi fu un gruppo di tedeschi asserragliati nella Cascina Valleambrosia a Rozzano (MI) che dà il nome alla via.
I partigiani assediarono la cascina per costringere i tedeschi ad arrendersi.
Dino Colombo entusiasmato dagli avvenimenti ed eccessivamente fiducioso nel successo dell'operazione, irruppe dal portone della cascina intimando la resa.
Questa imprudenza gli costò la vita perché un ufficiale tedesco lo freddò con un colpo di pistola per poi ripetere il medesimo gesto su se stesso.
I testimoni Virginio Gallazzi e Biagio Colamonico affermarono che a causa del clima di continua sfida, era comparsa una sorta di assuefazione ai rischi derivanti dalla guerra e dalle rischiosissime azioni partigiane, al punto che soprattutto fra i più giovani, nacque un atteggiamento spavaldo che faceva loro ignorare la paura e le cautele necessarie anche nelle circostanze più critiche.
Dino Colombo era una delle tante figure che in quartiere incarnava queste tipiche caratteristiche giovanili.
A lui e dedicata anche la lapide in via Valleambrosia di Rozzano.
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FONTI:
  • A.N.P.I. Barona
  • Wikipedia: I municipi di Milano
  • Contenuti

    Iscrizioni:


    DINO COLOMBO
    27-4-1922 ­­­­- 26-4-1945
    CADUTO COMBATTENDO
    CONTRO I NAZIFASCISTI
    PER LA LIBERTA'
    I COMPAGNI E CITTADINI DEL QUARTIERE

    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:

    IL QUARTIERE STADERA


    La zona municipale 15 di Milano comprende i quartieri: Porta Vigentina-Porta Lodovica, Ticinese-Conca del Naviglio, Scalo Romana, Chiaravalle, Morivione, Vigentino-Fatima, Quintosole, Ronchetto delle Rane, Gratosoglio-Missaglia-Terrazze, Stadera-Chiesa Rossa-Torretta-Conca Fallata, Tibaldi, Parco delle Abbazie, Parco dei Navigli, Cantalupa.

    Il quartiere Stadera che dagli anni '70 del '900 è parte del Municipio 15 di Milano, nacque agli inizi degli anni '30 del '900.
    Prese il nome dall'omonimo strumento per la pesa delle merci che anticamente era posto in un cascina prossima all'ingresso delle merci nella cerchia di Milano: una specie di dazio.
    Il regime fascista battezzò questo quartiere "Quartiere XXVIII Ottobre" in ricordo della "marcia su Roma", ma buona parte dei lavoratori e degli abitanti confinati in questo quartiere ghetto ai margini della città, respinsero con forza questo nome, ribattezzandolo a loro volta "Baia del Re", ovvero il nome base di partenza della tragica spedizione Nobile al Polo Nord. Un gesto che può essere facilmente letto come: "siamo italiani, non fascisti", come gli abitanti dimostrarono resistendo ai tedeschi durante la guerra, con l'antifascismo durante le lotte partigiane e dei tragici giorni delle vittoriose insurrezioni che portarono alla Liberazione.

    Un quartiere che fu protagonista nel dare un notevole contributo alla Resistenza, nella lotta contro il nazifascismo, pagato al costo di tante vite dei suoi giovani ragazzi che intrapresero la via dei monti e di quelle valli dove i nazisti in fuga con la collaborazione dei fascisti, mietevano vittime fra i partigiani.
    Questo risulta evidente a chi camminando oggi per le vie del quartiere Stadera volge lo sguardo sul gran numero di lapidi disseminate nelle sue vie. Si contano anche numerosi supporti per la bandiera nazionale che ogni ricorrenza del 25 aprile, commemora la Liberazione, a dimostrazione di un certo spirito patriottico, quello che nonostante i gravi rischi spinse gli abitanti a lottare contro i tedeschi invasori, a lottare contro i fascisti in seguito ed infine nella lotta di classe per i diritti dei lavoratori.
    Il quartiere Stadera fu senza dubbio uno dei più attivi protagonisti nella città di Milano che da 'culla del fascismo' divenne la 'Capitale della Resistenza' soprattutto per merito della classe operaia.

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