207313 - Lapide in memoria di Gioacchino Gesmundo – Rieti

Lapide in marmo con profilo in bronzo del professor Gioacchino Gesmundo nato a Terlizzi (BA), trasferitosi a Roma nel 1928 divenne docente di storia e filosofia presso il Liceo Terenzio Varrone di Rieti e, a partire dal 1934, presso il liceo Cavour di Roma. Si iscrisse al partito comunista e fu attivo nella resistenza romana durante il fascismo. Ospitò nella sua casa durante l’occupazione tedesca, dapprima la redazione clandestina del giornale l’Unità e successivamente l’arsenale dei GAP romani ai quali egli aderiva. Nel Gennaio del 1944 la polizia fascista fece irruzione nel suo appartamento dove furono scoperti dei sacchi contenenti chiodi a quattro punte: stava infatti progettando un attentato ai danni dei trasporti tedeschi e fu arrestato e portato nel carcere di via Tasso nella cella numero 13, dove venne interrogato e torturato per oltre un mese. Venne condannato dal tribunale di guerra tedesco alla pena capitale , morì alle fosse Ardeatine insieme ad un suo concittadino, Don Pietro Pappagallo.

 

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Giuseppe Mazzini,1
CAP:
02100
Latitudine:
42.4046218
Longitudine:
12.8623512

Informazioni

Luogo di collocazione:
Ingresso del Liceo Classico "M. Terenzio Varrone"
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
La lastra è in marmo, a sinistra il volto di profilo è realizzato in bronzo
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Liceo Classico e Provincia di Rieti
Notizie e contestualizzazione storica:
Il professore Gioacchino Gesmundo, nato a Terlizzi (BA), dopo essersi trasferito a Roma nel 1928 divenne docente di storia e filosofia presso il Liceo Terenzio Varrone di Rieti e, a partire dal 1934, presso il liceo Cavour di Roma. Si iscrisse al partito comunista e fu attivo nella resistenza romana durante il fascismo.
Ospitò nella sua stessa casa, durante l'occupazione tedesca, dapprima la redazione clandestina del giornale l'Unità e successivamente l'arsenale dei GAP romani ai quali egli aderiva.
Nel Gennaio del 1944 la polizia fascista fece irruzione nel suo appartamento dove furono scoperti dei sacchi contenenti chiodi a quattro punte: egli infatti stava progettando un attentato ai danni dei trasporti tedeschi e così fu arrestato e portato nel carcere di via Tasso nella cella numero 13, dove venne interrogato e torturato per oltre un mese. Venne condannato dal tribunale di guerra tedesco alla pena capitale , morì nelle fosse Ardeatine insieme ad un suo concittadino, Don Pietro Pappagallo.

Contenuti

Iscrizioni:
IN MEMORIA
DEL PROF GIOACCHINO GESMUNDO
APOSTOLO DI VERITÀ E DI GIUSTIZIA
TRUCIDATO IL 24 MARZO 1944
ALLE FOSSE ARDEATINE
DA PIOMBO TEDESCO
DOPO TORTURE INDICIBILI SOPPORTATE
CON LA FORZA SERENA
DELLA SUA FEDE COMUNISTA
I COLLEGHI, GLI ALLIEVI, I COMPAGNI
CHE IN QUESTO LICEO
LO EBBERO AMICO E MAESTRO
POSERO
AD ESEMPIO E MONITO
DELLE FUTURE GENERAZIONI
Simboli:
A sinistra è rappresentato il volto di profilo

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Informazione non reperita

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