74127 - Lapide ai partigiani del quartiere La Chiappa di La Spezia

Lapide in marmo bianco di Carrara in ricordo dei Partigiani, cittadini del quartiere La Chiappa (La Spezia), caduti per la liberazione della Patria.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
La Chiappa
Indirizzo:
Via Genova angolo via S. Bernardo
CAP:
19123
Latitudine:
44.11822896449631
Longitudine:
9.801699072383144

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete palazzina nel cuore del quartiere
Data di collocazione:
1950
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
In marmo bianco di Carrara, bulloni ferma lapide in bronzo, stemma della Repubblica in bronzo. Lastra di marmo bianco lucido per il porta vasi, vaso in bronzo, ganci reggi vaso in ferro.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune della Spezia
Notizie e contestualizzazione storica:
Lapide dedicata ai concittadini del quartiere La Chiappa che presero parte attivamente alla Lotta di Liberazione e vennero uccisi.
Tra questi ricordiamo Bruno Maccione, Medaglia d'Argento al Valor Militare. Nato a La Spezia il 2 gennaio 1915, vive nel quartiere della Chiappa, crescendo in una famiglia dove il padre, Paolo, detto "Bordin", operaio motorista navale dell'Arsenale M.M., cui i fascisti hanno somministrato ben diciassette volte l'olio di ricino, è controllato dalla polizia politica, la quale provvede a metterlo sotto sorveglianza ogni volta che in città ci sono visite di gerarchi o manifestazioni fasciste. Rimasto orfano di genitori molto presto (la madre muore a soli 49 anni e il padre a 51), si prende cura della sorella, più giovane di lui, Verbena, gestendo un negozio di macellaio nel quartiere della Chiappa, in via S. Bernardo (dove è collocata la lapide). Vigile del Fuoco volontario, dopo l'8 settembre 1943 fa parte attivamente della Resistenza spezzina nell'ambito delle S.A.P. cittadine e svolge delicati compiti di appoggio, organizzazione e coordinamento per coloro che vogliono recarsi ai monti, mantenendo i collegamenti fra città e primi nuclei partigiani. Chiamato a giurare fedeltà alla R.S.I. come Vigile del Fuoco volontario nel 42° Corpo dei VV.FF. della Spezia, non lo fa: è allora che viene individuato, arrestato su delazione e rinchiuso nel tristemente noto edificio dell'ex XXI° Reggimento Fanteria. In questa orribile prigione Giuliano è sottoposto a efferate torture e, per non rivelare i delicati segreti della Resistenza spezzina da lui conosciuti, si taglia le vene e si impicca il 22 agosto 1944.
E i cittadini Ezio Grandis e Giovanni Pagani. Ezio Grandis, nato il 18 aprile 1923. Studente a Roma dell’Accademia di Arte Drammatica dove è compagno di Vittorio Gassman e Lea Padovani, entra precocemente nella Resistenza.
Infatti egli, figlio di Giuseppe (“Gisidppe”), stimato professionista, esponente del Partito d’Azione, attivo nella lotta clandestina, arriva a Torpiana (Zignago - Sp) già nell’autunno 1943, perché proprio qui comincia a delinearsi l’attività di un gruppo collegato a “Giustizia e Libertà”, attorno al quale vanno aggregandosi numerosi elementi. Ezio (il cui nome di battaglia è “Ezio II”) diventa comandante della postazione di Rocchetta nel settembre 1944 , ed è quindi uno degli ufficiali di Giovanni Pagani, che diventa formalmente comandante della IV Compagnia GL dal 14 novembre 1944. Proprio a fianco di Giovanni Pagani, Grandis trova la morte, a seguito del rastrellamento del 20 gennaio 1945.
In quella terribile giornata, il comandante Giovanni Pagani ed i suoi uomini, resistono ai nazi- fascisti, su una quota piuttosto bassa, per tutta la giornata del 20 gennaio a Serò (Comune di Zignago- SP) con la finalità anche di attendere i suoi partigiani dell’avamposto di Brugnato. Rimasto proprio perciò isolato e impossibilitato, seguendo la direttiva indirizzata dal Comando IV Zona a tutti i reparti partigiani, a sganciarsi verso il Gottero, dato che le vie più alte sono occupate dai tedeschi, trova rifugio in una grotta sul Dragnone (alle spalle di Pieve di Zignago).
E in questo luogo il 23 gennaio il gruppo è individuato dai nemici. Poiché però, insieme a Pagani e ai suoi uomini, sono tre civili, a loro unitisi, Pagani, giudica inutile ogni resistenza ulteriore e persuade i partigiani ad arrendersi. Tale decisione è determinata dalla convinzione che ogni resistenza ulteriore comporterebbe senza ombra di dubbio anche la morte dei civili. Persuasi i suoi uomini e ottenute dai nemici le rassicurazioni in merito alla sorte dei civili, Pagani si arrende, salvando così la loro vita.
La trattativa prevede anche la salvaguardia della vita dei partigiani, riconosciuti nel loro status di militari, ma le cose vanno diversamente.
Infatti i civili scampano alla morte, ma dei partigiani (nove) sopravvivono, del tutto fortuitamente, solo tre uomini. Gli altri vengono man mano uccisi.
I tre ufficiali partigiani Pagani, Grandis e Da Pozzo vengono duramente percossi a Riccò del Golfo. I tre sono successivamente portati in giro per la città della Spezia ed esibiti come trofei, imprigionati e di nuovo interrogati pesantemente nella Caserma dell’ex XXI° Reggimento.
Grandis e Pagani sono infine fucilati il 3 febbraio 1945 alla Chiappa, alla periferia della Spezia e sono lasciati a giacere per terra, come monito per tutta la popolazione. (rif. Ricci, Giulivo, La colonna "Giustizia e Libertà", Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana)

Contenuti

Iscrizioni:
I L P O P O L O (stemma della Repubblica) D E L L A C H I A P P A

A I P A R T I G I A N I C A D U T I

P E R L A L I B E R A Z I O N E D E L L A P A T R I A

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ALESSANDRINI ALCESTE 1896 _ 1944
BERSAN LUIGI 1915 _ 1944
CIABATTARI EDVINO 1925 _ 1944
CANEPA FRANCO 1925 _ 1944
DE FILIPPIS GIUSEPPE 1919 _ 1944
GRANDIS EZIO 1923 _ 1945
MACCIONE GIULIANO 1915 _ 1944
MARZELLA BRUNO 1925 _ 1944
MONTEVERDI CARLO 1916 _ 1944
ORSINI FRANCESCO 1914 _ 1945
PESCE MARIO 1919 _ 1944
PAGANI GIOVANNI 1920 _ 1945
RICCI BRUNELLO 1928 _ 1944
RUGGERI LINO 1924 _ 1945
Simboli:
Stemma della Repubblica Italiana, croce con la punta in alto circondata dai rami di quercia ed olivo.

Altro

Osservazioni personali:
Lapide ben conservata; interessante ripercorrere e scoprire la storia e la biografia dei singoli cittadini benemeriti.

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