2574 - Lapide rocca di Spoleto

Lastra a ricordo dell’evasione nel 1943 di 94 detenuti italiani e sloveni, che poi confluirono nelle bande partigiane della Valnerina. E’ posta sul muro di cinta della Rocca, carcere fino al 1982, dal quale evasero i detenuti. Il testo, distribuito in 12 righe, è scritto tutto in maiuscolo di diverso modulo. La committenza, la città di Spoleto, è messa nell’ultima riga.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Spoleto
Indirizzo:
Via del Ponte
CAP:
06049
Latitudine:
42.7327447
Longitudine:
12.7414178

Informazioni

Luogo di collocazione:
Mura esterne Rocca
Data di collocazione:
25/4/1965
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo con fermi in ferro
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Spoleto
Notizie e contestualizzazione storica:
A Spoleto operò uno dei primi nuclei partigiani, non politicizzati, dell’Umbria che operavano sottraendo le armi nei depositi della città. Nella notte tra il 13 e il 14 ottobre del 1943 avviene la prima evasione di detenuti politici dal carcere della Rocca, ove erano rinchiusi anche molti slavi. Il direttore del carcere, Guido Melis, padre di Ernesto, a capo della banda Melis, favorì, se non altro non ostacolando, l’evasione tanto da essere incarcerato a Perugia. Tra gli evasi slavi che si aggregarono alla banda Melis c’è anche Svetozar Lakovic (Toso) che ha attribuito l’evasione allo slavo Ivan Kobec e a Volfango Costa aiutati da un fabbro triestino. (1)
(1) Cfr. Santi U. La Resistenza a Spoleto e in Valnerina

Contenuti

Iscrizioni:
Dalle mura di questa rocca/il 13 ottobre e il 26 novembre dell’anno 1943/evasero 94 detenuti politici/ italiani e sloveni/ per raggiungere sulle nostre montagne/ i primi nuclei partigiani/ e riaffermare nella lotta armata/ il diritto dei popoli alla libertà / nel ventennale della liberazione / la città di Spoleto Q.M.P
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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