256142 - Lapidi ai Caduti della seconda guerra mondiale e Guerra di Liberazione – Druento (TO)

Le due lapidi in marmo bianco poste affiancate sulla facciata del Palazzo Comunale di Druento, Comune a ridosso del parco della Mandria non distante dalla Reggia di Venaria Reale, ricordano tutti i Caduti e le vittime, tra il 1940 ed il 1945, della seconda guerra mondiale e della Guerra di Liberazione.

A sinistra la semplice lastra che riporta i nominativi dei militari, dei civili e dei deceduti per malattia; a destra la lastra che commemora i partigiani caduti, in particolare in due episodi: un rastrellamento fascista del 24 novembre 1944 e una strage nazista del 23 gennaio 1945. Questa seconda lastra è racchiusa in una cornice in pietra e sopra di essa è collocata una lampada votiva. Sotto le lapidi è presente un vaso portafiori.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Roma
CAP:
10040
Latitudine:
45.134458706773
Longitudine:
7.5763675963585

Informazioni

Luogo di collocazione:
Facciata del Palazzo Comunale
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Lastre in marmo, di cui una con cornice in pietra. Lampada votiva e portafiori metallici.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Druento
Notizie e contestualizzazione storica:
Eccidio del 24 novembre 1944
In via Torino c’era una locanda in cui si ritrovavano spesso i partigiani. Quel mattino del 24 novembre c’erano Carlo Casale, che era l’unico druentino, Spartaco Gherardi, Gaetano Gambardella, Gino Montesor. Altri tre erano in giro con un camioncino: erano Isidoro Alongi, Tonino Giatti, Odo Lucchese.
Secondo quanto hanno raccontato i testimoni, verso le 10.30 arrivarono i fascisti per un rastrellamento, entrarono nella locanda e cominciarono a sparare. I quattro presenti in quel momento, cioè Casale, Gherardi, Gambardella e Montesor, morirono sul colpo o subito dopo.
Arrivò anche il camioncino con gli altri partigiani, i fascisti fecero però fuoco e il camion continuò nella sua corsa finché andò a sbattere contro un castagno dalle parti di Largo Oropa. Ecco perché la lapide che li ricorda è collocata in quel punto del paese: Giatti morì subito, Lucchese e Alongi vennero gravemente feriti e furono portati all’ospedale Cottolengo dove morirono durante la notte.
Quello che accadde dopo è testimoniato da alcune fotografie che sono documenti preziosissimi e toccanti.
Innanzitutto, possediamo la foto delle sette bare che vennero allineate nella chiesa del cimitero per il funerale: è un’immagine davvero scioccante se pensiamo alle sette giovani vite brutalmente stroncate.
Possediamo poi le foto del funerale, che vide una partecipazione vastissima da parte della popolazione. Era persino presente la banda musicale del paese. Una tale partecipazione fu davvero eccezionale, se pensiamo al momento in cui si svolse la cerimonia, alla fine del ’44, in piena guerra civile.
Fortunatamente quel giorno non si verificarono incidenti, anche se il clima doveva essere molto teso perché erano presenti sia alcuni partigiani armati sia, secondo i testimoni, alcuni repubblichini.
A Carlo Casale che, come abbiamo detto, era l’unico druentino caduto vittima di questo eccidio, nel 1945 venne intitolata a Druento la via che precedentemente si chiamava via Pianezza.
Fonte: L'eccidio del 24 novembre e il funerale, sul canale YouTube dell'ANPI Druento.

Strage del 23 gennaio 1945
Il 23 gennaio 1945 a Druento tre tedeschi sono uccisi da colpi di arma da fuoco. Per rappresaglia dodici partigiani prelevati dal Carcere delle Nuove di Torino vengono condotti su un camion a Druento. Arrivano già seviziati e con le mani legate dietro la schiena. Vengono fatti scendere vicino al Municipio e fucilati lì di fronte al Palazzo Comunale. Da una testimonianza undici cadono subito, un dodicesimo rimane illeso e invece di essere graziato viene fatto sedere su una sedia e lì ucciso. Le salme sono poi composte nella navata della Chiesa con un foglietto che ne favorisca il riconoscimento.
Fonte: Druento, 23.01.1945, su Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia.

Contenuti

Iscrizioni:
Lastra sinistra:

GUERRA 1940 - 1945
VITTIME INNOCENTI DELL'IMMANE TRAGEDIA
NON DI PIETA' MA DI GLORIA DEGNI
LA PATRIA VI RICORDA

MILITARI
BIANCO CARLO CLASSE 1922
BONAGLIA EDOARDO ,, 1922
BRERO MICHELE ,, 1917
COSSAI VINCENZO ,, 1917
DE BERNARDI MARCELLO ,, 1918
FALCO CRISPINO ,, 1914
GENERO AGOSTINO ,, 1915
GILLI BORGHET / FRANCESCO ,, 1912
LANATO ANGELO ,, 1920
MALLARINO REMO ,, 1919
MANFRINO FRANCESCO ,, 1922
MANFRINO LUIGI ,, 1916
REMONDINO MICHELE ,, 1919
RINALDIN SANTE ,, 1917
ROLLE VIRGILIO ,, 1918

DECEDUTI PER MALATTIA RIPORTATA IN GUERRA
BRERO DINO
BRICCO LORENZO
COENDA RENATO
SERAFINO LUIGI

CIVILI
ANSELMO VALENTINO + 1-5-1945
BERTOLINA SAVINA ,, 1-8-1944
BRERO MICHELE ,, 17-9-1944
MIOLA MADDALENA ,, 21-1-1944
ZACCARIA ROMILDO ,, 14-91944

Lastra destra:

GUERRA DI LIBERAZIONE / 8 SETTEMBRE 1943 - 26 APRILE 1945
A COLORO CHE COMBATTENDO PER UN IDEALE DI LIBERTA'
E DI PROGRESSO PIOMBO FRATRICIDA STRONCO' SUL
FIORE DELLA GIOVINEZZA
I CITTADINI DI DRUENT IN RICONOSCENTE MEMORIA DEDICANO

BRERO CARLO + 27-7-1944 / NEIROTTI FRANCESCO + 23-1-1945
CASALE CARLO + 24-11-1944 / NEIROTTI ALDO + 23-1-1945
GIATTI TONINO + 24-11-1944 / MACARIO VINCENZO + 23-1-1945
GHERARDI SPARTACO + 24-11-1944 / MACARIO DANTE + 23-1-1945
LUCCHESE ODO + 24-11-1944 / APPENDINO ALBERTO + 23-1-1945
MONTRESOR GINO + 24-11-1944 / BONO GIUSEPPE + 23-1-1945
GAMBRADELLA GAETANO + 24-11-1944 / ROLLE MARCELLO + 23-1-1945
ALONGI ISIDORO + 25-11-1944 / ROSSELLI LEONE + 23-1-1945
PERA PAOLO + 23-1-1945 / BEGHINI GINO + 23-1-1945
ROSSI FRANCESCO + 23-1-1945 / GARIZIO ERNESTO + 26-4-1945
GOFFI BRUNO + 23-1-1945 / SIBONA ANNIBALE + 30-4-1945
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
L'asimmetria nella disposizione delle due lastre deriva dalla preesistenza della cornice in pietra, che in origine racchiudeva una lastra voluta dal regime fascista nel 1935, uguale in tutti i Municipi, contro le le sanzioni commerciali decise dalla Società della Nazioni contro il Regno d’Italia, dopo l’invasione dell’Etiopia.

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