3771 - Due lastre, una lapide e un cippo a ricordo del rastrellamento e dell’eccidio di Vestignano

Due lastre commemorative e una lapide, poste ravvicinate sulla parete di un’abitazione, con al di sotto un cippo recante lastra dedicatoria, a ricordo del rastrellamento di 30 persone e del conseguente eccidio che venne compiuto il 22 marzo 1944 nell’area di Vestignano e Caldarola. Persero la vita anche alcuni cittadini vestignanesi.

NOTA STAFF PIETRE: Lapide, lastre e cippo censiti dagli studenti dell’I.C. Paladini e Ipsia Corridoni, sede Macerata, nell’ambito della prima edizione marchigiana del concorso “Esploratori della memoria”.

Lapidi, lastre e cippo a ricordo rastrellamento e eccidio di Vestignano

Visualizza la mappa

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Vestignano
Indirizzo:
Contrada Valle
CAP:
62020
Latitudine:
43.1179884
Longitudine:
13.209185

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete esterna abitazione
Data di collocazione:
1947
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Tre Pietre (due lapidi e una lastra): due simili piccole e rettangolari di marmo chiaro, la terza più grande di marmo colorato con una dominante ocra, con due angeli in rilievo fra i quali c'è la dedica al Caduto.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Caldarola
Notizie e contestualizzazione storica:
Ipsia Corridoni sede Macerata:
Dal 19 marzo 1944, in seguito allo scontro di Caldarola e alla conseguente cattura di una dozzina di partigiani, tra cui alcuni dei giovani di Montalto, la situazione si fece sempre più critica. Nelle ore seguenti si diffuse la notizia dell’accaduto e si susseguirono gli allarmi di un prossimo rastrellamento della zona. In una catena di ordini e contrordini impartiti dal CLN di Macerata e dal Comando di Vestignano, alla fine il gruppo di Montalto non venne trasferito e non furono prese neppure misure precauzionali aggiuntive. Così, in un clima di attesa e speranza, si arrivò all’alba del 22 marzo quando un’ottantina di soldati tra fascisti e tedeschi, guidati dal comandante Giulio Grassano e dal tenente Fischer, si mossero davvero verso la zona interessata. Con loro erano anche i sei partigiani che, catturati a Caldarola, erano stati condannati a morte, e don Antonio Salvatori che, incontrato lungo la strada e apostrofato come il prete dei ribelli, venne fatto salire sul camion e fu costretto ad assistere all’esecuzione.
Intorno alle 7 iniziò il rastrellamento. I giovani partigiani furono allertati dagli spari della sentinella e, in tutta fretta, cominciarono a correre verso Vestignano, secondo gli ordini ricevuti dal Comando. Ma proprio lì, c’erano ad attenderli due camion pieni di soldati. Lungo il tragitto caddero Nicola Peramezza, Mario Ramundo, Guidobaldo Orizi e Lauro Cappellacci.


I.C. Paladini
Il 22 marzo 1944, intorno alle 7, iniziò un feroce rastrellamento dei nazifascisti contro i partigiani che combattevano nelle montagne dell'alto maceratese. La strada principale di Vestignano passa all’interno del paese e al numero civico 50 si trova un’abitazione che ha ancora accanto il vecchio forno nel quale, la mattina del 22 marzo, in fuga da Montalto e dai nazifascisti, si erano nascosti tre giovani: Mario Ramundo, Guidobaldo Orizi e Lauro Cappellacci. Traditi dalle orme lasciate sulla neve furono lì trucidati. Sul muro della casa si trovano le lapidi che ricordano l’episodio e il nome dei giovani. Verso la fine del paese c’è un cippo con croce in memoria del quarto ragazzo ucciso quel giorno, Nicola Peramezza. Altri giovani partigiani riuscirono a sfuggire alla cattura nascondendosi nei luoghi più disparati, ma tutti gli altri furono radunati e ricondotti verso la mulattiera sotto Montalto. Fu preso anche il comandante Achille Barilatti, da qualche giorno posto alla loro guida. Cominciò la fucilazione e di quattro in quattro, anche i catturati a Caldarola, si trovarono sotto il plotone di esecuzione. Verso la fine il tenente Fischer la sospese, probabilmente non per uno slancio di umanità, ma per ragioni pratiche: la strada era ingombra di cadaveri e i camion che dovevano muoversi erano impossibilitati a farlo, quindi si doveva procedere immediatamente con lo spostamento dei corpi. In questo modo furono risparmiati Marcello Muscolini, Aroldo Ragaini, Alberto Pretese, Carlo Manente ed Elvio Verdinelli. Si salvò anche uno dei fucilati, Nello Salvatori, che gravemente ferito si finse morto e attese per tre ore che i soldati se ne andassero: ≪Si saranno forse accorti di me che sono vivo? Mi daranno il colpo di grazia? Riconcentro tutto me stesso a comparire morto. Altri fucilati mi cadono bruscamente sopra, e sento di qualcuno l’ultimo respiro…≫ Nella giornata del 22 marzo morirono tra Vestignano e Montalto trenta giovani. Il comandante Barilatti sarà ucciso il giorno successivo presso le mura del cimitero di Muccia. Al Comune di Cessapalombo è stata concessa la Croce al valor militare con la seguente motivazione: ≪Durante l’occupazione tedesca il Comune di Cessapalombo dimostrava in difficili circostanze, ferma patriottica decisione. Particolarmente meritevole di elogio il contegno tenuto dalle popolazioni di Montalto e Monastero che rifornivano di viveri, armi e munizioni i partigiani e partecipavano anche, con i loro uomini, ai combattimenti del marzo e del maggio. Settembre 1943 – Giugno 1944≫. Per volontà del Comitato dei genitori dei caduti e delle amministrazioni comunali di Tolentino, Caldarola e Cessapalombo sul luogo della strage fu costruito un monumento che onorasse la loro memoria, inaugurato nel terzo anniversario della morte.

Contenuti

Iscrizioni:
(prima lastra, posta a sinistra)
Capellacci Lauro
caduto per la libertà
della Patria
N 31-3-1923 - M 22-3-1944

(seconda lapide, posta al centro)
N. a Tolentino
il 6 11 1922
M. a Vestignano
il 22 8 1944
Partigiano Ramundo Mario la vita che gli uomini negarono
è rifiorita in Dio, la bufera sembrò
stroncare, ma dalla radice
ripullulano i germogli, il ricordo.
L'esempio il monito a noi conforto
a tutti esempio
per la patria augurio.

(terza lastra, posta a destra)
Orizi Guidobaldo
caduto per la libertà
della patria
22 2 1925 - 22 3 1944

(sul cippo, lastra marmorea sulla base)
I vestignanesi
ricordando e amando
i quattro martiri di Tolentino
e Aldo Buscalferri di Caldarola
uccisi da rabbia tirannica
per la libertà e per la patria
22 marzo 1944
Simboli:
Due angeli uno fronte all'altro nella lapide centrale, croce sulla lastra a destra e sul cippo

Altro

Osservazioni personali:
Ipsia F. Corridoni sede Macerata
Sono posizionate sul muro di una casa in via di ristrutturazione. Ci si augura che non vengano tolte da dove si trovano da circa 70 anni.

I.C. Paladini
E' stata per la provincia di Macerata, una delle più terribili giornate della seconda guerra mondiale dove i nazifascisti uccisero trenta giovani nella zona compresa tra Vestignano (frazione del Comune di Caldarola) e Montalto (frazione del Comune di Cessapalombo).
Ulteriori notizie al link http://www.storiamarche900.it/main?p=storia_territorio_vestignano

NOTA STAFF PIETRE: Lapide, lastre e cippo censiti dagli studenti dell'I.C. Paladini e Ipsia Corridoni, sede Macerata, nell'ambito della prima edizione marchigiana del concorso "Esploratori della memoria".

Gallery