Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via di Corticella, 147
- CAP:
- 40128
- Latitudine:
- 44.526110328468
- Longitudine:
- 11.350024539624
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Parete a destra dell’ingresso delle Caserme Rosse.
- Data di collocazione:
- 23 Febbraio 2007
- Materiali (Generico):
- Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Lastra di marmo bianco con iscrizioni incise e verniciate.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Bologna
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Giulio Salmi, di Giuseppe e Gaetana Piana, nacque il 19 maggio 1920 a San Lazzaro di Savena. Sesto genito di una coppia di braccianti, rimase orfano di padre all'età di otto anni. Nell'ottobre 1932 fu accolto a Bologna nel collegio dei Buoni fanciulli di don Filippo Cremonini. Entrò in Seminariodopo il liceo e fu ordinato sacerdote il 18 dicembre 1943. Nel febbraio 1944 fu assegnato come presbitero alle Caserme Rosse che i nazifascisti avevano trasformato in centro di smistamento di manodopera coatta da impiegare nei lavori della Todt sulla linea gotica o da inviare in Germania per l'industria bellica. Da febbraio al 10 ottobre 1944 prestò assistenza religiosa per migliaia di persone ammassate in queste caserme. Con la sua opera avvicinò i rastrellati per confortarli, sostenerli, servirli, infondere in loro il coraggio. Avviò inoltre l'organizzazione della rete degli aiuti dalla città di Bologna. Nacque infatti la Pro Rastrellati (PRORA) in cui confluirono gli aiuti economici della chiesa, della CRI e delle istituzioni civili.
All'interno del campo, collaborò con il servizio medico sanitario diretto dal dott. Antonio De Biase che falsificò molti certificati sanitari, evitando la deportazione di centinaia di persone. Esse furono accolte in parrocchie, conventi, Seminario, centri di raccolta degli sfollati, ospedali.
Nell'ottobre 1944 la direzione delle Caserme Rosse passò dalla Wehrmacht alle SS. Accusato di favorire la fuga dei rastrellati, fu a lungo interrogato e, nonostante fosse minacciato di morte, non rivelò nulla dell'organizzazione. Il 10 ottobre 1944 fu diffidato dal non mettere più piede nel campo. Continuò la sua opera con i rastrellati rinchiusi nella Caserma d'artiglieria di Porta d'Azeglio e quelli raccolti a Conselice (RA) da don Gianstefani.
Fu riconosciuto partigiano nella 6a brg Giacomo dall'1 maggio 1944 alla Liberazione.
Antonio De Biase, detto Antonino, nacque il 3 luglio 1909 a Rocca Imperiale (CS) da Giuseppe e Angiolina Pitrelli. Fu medico chirurgo e aderì al PdA. Medico presso l'ufficio d'igiene del comune di Bologna, fornì documenti in bianco a sua firma ad elementi del PdA. Inoltre procurò con diagnosi alterate l'esenzione al reclutamento per l'invio in Germania di carcerati detenuti in San Giovanni in Monte (Bologna).
Tra il giugno e il settembre 1944 operò particolarmente alle Caserme Rosse (Bologna). Lì fu nominato dal comando militare tedesco Capo dell'ufficio medico con il compito di visitare i rastrellati al fine di stabilire la loro destinazione: 1) in buona salute e in grado di partire per la Germania; 2) cagionevoli e quindi adatti solo a lavori nella Pianura padana; 3) vecchi e/o malati da rilasciare. In questa mansione non esitò a rilevare malattie inesistenti per evitare tragici viaggi nei lager nazisti. Quando i tedeschi scoprirono la sua attività di diagnosi false, fu portato in mezzo al campo e colpito ripetutamente con furia selvaggia finché non cadde a terra svenuto e sanguinante. Quindi fu rinchiuso in una cassa di legno e lasciato in mezzo al campo per due giorni e due notti. Il terzo giorno fu portato in Ospedale dove fu curato. L'ufficio politico del comando provinciale di Bologna della GNR, il 7 settembre 1944, decise di arrestarlo e fu detenuto per cinque mesi.
Fu riconosciuto partigiano dal 15 settembre 1943 alla Liberazione. Gli fu conferita la Medaglia di Bronzo al Valore Militare con la seguente motivazione: “Comandante militare di settore, organizzava e dirigeva atti di sabotaggio che gravi danni arrecavano al nemico. Incaricato clandestinamente dal Comando Partigiano della visita medica ai cittadini destinati alla deportazione e ai lavori obbligatori in Germania, incurante dei rischi cui andava incontro, ne escludeva la quasi totalità per deficienza fisica abilmente simulata. Sospettato ed arrestato subiva cinque mesi di duro carcere e di tormentosi interrogatori, senza fare alcuna rivelazione che potesse compromettere i compagni di lotta”.
Fonte: https://storiaememoriadibologna.it
Contenuti
- Iscrizioni:
- IL PRETE DEI LAGER DON GIULIO SALMI
ARRIVO' NEL FEBBRAIO 1944 QUI ALLE CASERME ROSSE
INCONTRO' DECINE DI MIGLIAIA DI RASTRELLATI
GIUNTI SPORCHI LACERI AFFAMATI VIOLENTATI DENTRO
DOPO AVER VISTO LE LORO CASE BRUCIARE LE MOGLI I FIGLI UCCISI
NEMMENO I VECCHI FURONO SALVATI
LA FURIA NAZIFASCISTA DA S. ANNA DI STAZZEMA A MARZABOTTO
RISPARMIO' SOLO I LAVORATORI PER SFRUTTARLI
FINO ALLO SFINIMENTO E LA MORTE NELLA GERMANIA DI HITLER
DOPO LA SELEZIONE CHE AVVENIVA IN QUESTO LUOGO
"UNO", "DUE", "TRE": ERANO I NUMERI SCRITTI SUL PETTO DEGLI UOMINI
POTEVANO SIGNIFICARE MORTE QUASI SICURA O SPERANZA DI SALVEZZA
DON GIULIO ED IL DOTTOR ANTONINO DE BIASE SALVARONO
SOTTRAENDOLI ALLA DEPORTAZIONE MIGLIAIA DI UOMINI
PER LA LORO OPERA OGGI L'ITALIA E' RICONOSCENTE
IL DOTTOR DE BIASE SCOPERTO DAI NAZISTI
VENNE DURAMENTE COLPITO, DON GIULIO SUBI' MINACCE E VIOLENZE
POI VENNE SCACCIATO
NON PRIMA DI AVER PORTATO A TUTTI I PRIGIONIERI
IL SUO AMORE E LA VOCE DELLA SPERANZA CRISTIANA
DI PACE E DI FRATELLANZA FRA I POPOLI
23 FEBBRAIO 2007
REGIONE EMILIA ROMAGNA
COMUNE DI BOLOGNA
COMITATO PRO-RASTRELLATI
PROVINCIA DI BOLOGNA
QUARTIERE NAVILE
COMUNITA' EBRAICA DI BOLOGNA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA - SEZIONE BOLOGNINA
COMITATO UNITARIO DEMOCRATICO ANTIFASCISTA DELLA BOLOGNINA E DEL NAVILE
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Altro
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- Informazione non reperita