106274 - Lapide a ricordo della tregua nell’inverno 1916/17 sul Monte Forno – Enego (VI)

Nella Grande Guerra ci furono episodi di tregua spontanea fra i soldati dei due fronti, fino ad uscire dalle trincee per fraternizzare. Anche sull’Altopiano di Asiago c’è la testimonianza di una piccola tregua, nata dalla terribile nevicata dell’inverno 1916 – 17, che bloccò tutto e fece crollare capanne e ricoveri.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Roana
Indirizzo:
Grotta del Lago-Strada Provinciale 78, 43
CAP:
36010
Latitudine:
45.97711
Longitudine:
11.51128

Informazioni

Luogo di collocazione:
Informazione non reperita
Data di collocazione:
15 settembre 1976
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra di marmo incisa.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Fonte: "Alpin fa Grado" anno 2016- n° 3"
Nella Grande guerra ci furono episodi di tregua spontanea fra i soldati dei due fronti, fino ad uscire dalle trincee per fraternizzare. Il più famoso risale al Natale del 1914 sul Fronte occidentale, protagonisti soldati inglesi e tedeschi e coinvolse diversi reparti; un episodio che la dice lunga sui sentimenti di quei ragazzi al fronte, ma che non piacque per niente agli alti comandi, che l’anno dopo fecero in modo che la tregua natalizia non si ripetesse. Anche sull’Altopiano di Asiago c’è la testimonianza di una piccola tregua, nata non dallo spirito natalizio ma dalla terribile nevicata dell’inverno 1916 - 17, che bloccò tutto e fece crollare capanne e ricoveri. L’hanno trovata sul monte Forno alcuni alpini che camminavano sull’Altopiano. È una semplice lapide che in poche parole racconta quanto accadde 100 anni fa: “Nel lontano inverno 1916 - 17 causa grande nevicata tregua d’armi tra alpini della 62ª compagnia del Btg. Bassano e soldati austriaci”. Ci fu uno scambio di cose: gli austriaci, che a rancio erano messi peggio degli italiani, offrirono sigarette, che non mancavano nei loro zaini ed erano molto desiderate dagli italiani, in cambio di pane bianco, molto apprezzato dagli austriaci. I soldati si dedicarono poi al taglio della legna nella zona neutra, per poter rifornire le stufe. A questo punto una nota esilarante, che la dice tutta sull’arte di arrangiarsi particolarmente sviluppata fra gli alpini: “Rubato segone al nemico”. Ecco la scena raccontata in un’intervista da Mario Rigoni Stern. «In quell’inverno c’era tanta e tanta neve che non si udì un colpo di fucile, niente. Erano in linea montanari altopianesi e montanari austriaci della Stiria e si scambiarono gli attrezzi per andare nel bosco a tagliare la legna per riscaldarsi. Chissà, questo è un piccolo fatto che è successo e che rimarrà nella storia. Forse i generali non vorrebbero sentirlo raccontare, ma dato che si parla di pace in guerra è giusto saperlo». «Dunque - continua Rigoni Stern - c’era un reparto di stiriani che ce l’aveva su con una compagnia del Battaglione Bassano per l’uso della legna. Loro che avevano attrezzi per segare molto più buoni dei nostri, gli stiriani erano bravi a fare attrezzi per il bosco, li prestavano agli avversari, ai nemici per andare a fare legna a quelli di due compagnie del Bassano, ma non li prestavano alla terza compagnia perché, chissà per quale ragione, non andavano d’accordo. Andò a finire che una notte, un nostro compaesano, che si chiamava Piero Stivaldi, era un mattacchione, uscì dalle nostre trincee, andò nelle trincee austriache, andò nella compagnia che ci prestava i segoni e ne rubò uno per andare a tagliare i larici e fece tanta legna, poi ad un certo momento questi qui si sono arrabbiati: “Chi ha portato via il segone? Ma chi lo ha preso? Se i nostri non sono stati, chi è stato?”. Era stato un alpino del Battaglione Bassano che aveva rubato il segone agli austriaci per andarsi a fare la legna. Andò a finire che fecero la pace anche col segone e si scambiarono gli attrezzi per andare a tagliare la legna, ed erano nemici». Un “furto” che non lasciò conseguenze, racconta l’ultima parte della lapide di monte Forno, che spiega anche come si arrivò a metterla, inserita nella roccia. La tregua non fu infatti un episodio isolato, ma lasciò un seguito fra alcuni dei protagonisti, Marco Ambrosini ed altri amici alpini e Karl Fritz di Graz. S’incontrarono il 15 settembre di 40 anni fa ad Asiago, vissero con festa quei ricordi e misero la lapide,”rievocando l’episodio con reciproca simpatia”.

Contenuti

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NEL LONTANO INVERNO 1916-1917 CAUSA GRANDE NEVICATA
TREGUA D'ARMO
TRA ALPINI DELLA 62' COMP' BATT' BASSANO
E SOLDATI AUSTRIACI
SCAMBIO PANE CON SIGARETTE - TAGLIO LEGNA A ZONA
NEUTRA - RUBATO SEGONE AL NEMICO
AMBROSINI MARCO ED AMICI INCONTRANDO AD ASIAGO L'EX
NEMICO KARL FRITZ DI GRAZ
RIEVOCANDO L'EPISODIO CON RECIPROCA SIMPATIA
QUESTO RICORDO POSERO
ASIAGO - MONTE FORNO 15-9-1976
Simboli:
Aquila

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Informazione non reperita

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