279433 - Lastra a ricordo di Luigi Lotti – Milano

La lastra a ricordo di Luigi Lotti, eroe per la Libertà, è realizzata su di una lastra di granito ‘porrino’ che misura approssimativamente cm. 65 x 50.
Agli angoli della lastra, quattro chiodi in metallici ormai privi di borchia, fissano la lastra alla parete a fianco del portone dello stabile dov’egli un tempo abitò.
Le iscrizioni sono a caratteri capitali di due diverse dimensioni, incisi e smaltati in rosso-bruno.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
zona Monforte
Indirizzo:
Via Francesco Guicciardini, 3
CAP:
20129
Latitudine:
45.467163824344
Longitudine:
9.2087454202377

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete esterna dello stabile dove abitò.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Informazione non reperita
Materiali (Dettaglio):
granito 'porrino'
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
A.N.P.I. Milano
Notizie e contestualizzazione storica:

Luigi Lotti
figlio di Ferruccio (1902) e Maria Strazzi (1903), nacque il 5 novembre 1924 a Poggio Rusco, in provincia di Mantova.
Di professione tipografo, abitò a Milano in via Guicciardini 3.
A seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943, mentre prestava servizio militare, anziché schierarsi con la RSI decise coraggiosamente di raggiungere il "Gruppo Cinque Giornate" per combattere contro i fascisti e gli invasori tedeschi.
Luigi Lotti fu ucciso nella 'battaglia del San Martino', avvenuta il 15 novembre del 1945.

Oltre che con questa lastra, Luigi Lotti è ricordato anche in:
  • lapide collettiva in via Carlo Maria Maggi 6, dove Luigi Lotti abitò per un periodo imprecisato, lo stesso caseggiato in cui abitarono anche (in tempi diversi) Oliviero Conti, Ovidio Corazza ed Italo Corazza;
  • ai Caduti per la Libertà, Loggia dei Mercanti (lastra 11) – Milano
  • ai Caduti per la Libertà: Campo della Gloria (campo 64, cippo F1 lastra 1) Cimitero Maggiore – Milano, dove egli giace presso il cippo 104 (vedi galleria)

    FONTI
  • ANPI Milano: Luigi Lotti

    APPROFONDIMENTI
  • Armistizio dell'8 settembre 1943, detto armistizio 'Cassabile'

  • Il gruppo "Cinque Giornate"
    fu la formazione militare patriottica, guidata dal Tenente Colonnello dei Bersaglieri Carlo Croce che anziché sottomettersi ai tedeschi ed ai fascisti, restò fedele al giuramento di difendere la Patria ed il suo popolo dagli invasori, decisi ad internare tutti i soldati e gli sbandati italiani.
    Nel gruppo Cinque Giornate, confluirono da subito una parte dei soldati ormai privi di un comando, sbandati, seguiti ben presto e spontaneamente dalle primissime formazioni partigiane ed anche comuni cittadini provenienti dalle principali città lombarde.
    Il 13 novembre i 180 uomini del gruppo Cinque Giornate, affrancato sulle fortificazioni sul Monte San Martino in Valcuvia (Cuveglio, Duno, provincia di Varese), risalenti al primo conflitto mondiale, fronteggiò con poche e inadeguate armi il pesantissimo attacco con tanto di aviazione sferrato della Wermacht. Sebbene in inferiorità numerica, i 'combattenti della libertà' resistettero per ben 5 giorni prima di essere costretti a ripiegare.

  • La 'Battaglia del San Martino'
    che avvenne il 15 novembre 1943 in Valcuvia fra i monti della provincia di Varese, fu uno dei primissimi combattimenti che segnò l'inizio della "Resistenza" e certamente fu uno dei più tremendi. Dalle testimonianze di alcuni superstiti, i tedeschi per aver sovrastimato le forze della formazione del colonnello Croce, misero in campo forze sproporzionate, impiegando perfino aerei caccia-bombardieri che mieterono numerosissime vittime fra i partigiani, male e scarsamente equipaggiati.

  • Wikipedia: Colonnello Carlo Croce
  • Contenuti

    Iscrizioni:

    QUI ABITAVA
    LOTTI LUIGI
    PARTIGIANO DEL GRUPPO 5 GIORNATE:
    FRA I PRIMI A COMBATTERE
    FRA PRIMI AL SACRIFICIO
    S. MARTINO DI VALCUVIA 15-11-1943

    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:
    Sotto la lastra sono state fatte passare delle tubature gialle piuttosto vistose, protette con una griglia metallica che sebbene non si intoni alla lastra, ne permette comunque la piena visibilità.
    Alla suddetta griglia viene purtroppo annualmente fissata la corona di alloro, ed è proprio essa ad impedire non soltanto di leggere il nome del Caduto, ma perfino di intravvedere la lastra.
    Per poter eseguire gli scatti fotografici, abbiamo dovuto rimuovere la corona di alloro che NON abbiamo appeso nuovamente, ma che abbiamo CONSERVATO per restituirla ad ANPI, raccomandando che la lastra non venga più coperta, perché a nostro avviso è più importante di una corona di alloro.

    I chiodi di fissaggio hanno perduto le borchie che ne coprivano la testa.

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