142733 - Lastra a Siro Borgarucci – Pielapiaggia di Camerino

Il 24 Giugno 1944 i tedeschi condussero un’azione di rastrellamento contro i partigiani del Battaglione “Gian Mario Fazzini”, dislocato sulle alture a nord est di Camerino (Mc). Furono colpite le località di Leteggiole, Letegge, Pozzuolo, Statte, Pielapiaggia e Capolapiaggia. In totale in quella giornata morirono in combattimento o fucilati 16 partigiani, 37 civili, 5 disertori ed un brigadiere dei Carabinieri. A Pielapiaggia sono uccise 6 persone: tra queste vi è Siro Borgarucci, partigiano del Battaglione “Gian Mario Fazzini” e ricordato sulla lastra posta sulla parete esterna dei ruderi del mulino. Si tratta di una lastra rettangolare sostenuta al muro mediante quattro ganci di ferro di marmo e sulla quale è incisa l’epigrafe. Questa riporta il nome del Caduto, l’età e la data di morte. I caratteri sono stati riempiti con inchiostro di color nero che il trascorrere del tempo ha quasi completamente eroso. Nel sito è presente un pannello facente parte de “I percorsi della Resistenza”, una serie d’itinerari sui luoghi più significativi della Resistenza nel territorio camerinense, curati dal Comune di Camerino e dalla locale sezione ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia). Il mulino lo si raggiunge da un sentiero che scende al di sotto della strada, dopo poco più di mezzo chilometro oltre il Santuario della Madonna della Misericordia.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Località Pielapiaggia
Indirizzo:
Strada bianca snc
CAP:
62032
Latitudine:
43.149827
Longitudine:
13.127834

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete esterna dei ruderi del mulino
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la lastra. Ferro per i ganci di sostegno.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Informazione non reperita

Contenuti

Iscrizioni:
QVI CADDE
BORGARVCCI SIRO
STRONCATO DALLA FEROCIA TEDESCA
A SOLI 14 ANNI
IL 24 GIVGNO 1944

Pannello posto lungo la strada nei pressi del mulino:

A.N.P.I.
SEZIONE DI CAMERINO
COMUNE DI CAMERINO
I PERCORSI DELLA RESISTENZA
Capolapiaggia – Pielapiaggia – Pozzuolo
Il nome Pielapiaggia significa ai piedi della “piaggia” e cioè nella parte bassa di un luogo scosceso,
mentre Capolapiaggia significa in cima allo stesso luogo. Pertanto già i nomi identificarono molto bene la
posizione in cui si trovano queste due località che il 24 giugno 1944 furono teatro dei gravissimi fatti di
sangue compiuti dai nazi-fascisti.
Qui a Pielapiaggia, allora come oggi, c'erano soltanto la piccola chiesa, ancora aperta al culto, ed il mulino
ad acqua detto “de Muchellu” di proprietà Fainetti, oggi completamente abbandonato e fatiscente. Il mulino
era l'unico della zona ed era utilizzato da tutti gli abitanti dei paesi circostanti, i quali lo raggiungevano con
gli asini e con i carri trainati dai buoi, su cui caricavano i sacchi di grano o di granturco da macinare.
Questo mulino si trovava a fianco della strada che da Capolapiaggia scendeva fino qui a Pielapiaggia
e poi risaliva verso Pozzuolo, per poi proseguire a destra verso Statte ed a sinistra verso Letegge e
Leteggiole.
Quel giorno, questa strada fu percorsa dai nazifascisti, sia durante il viaggio di andata verso Pozzuolo,
dove poi eseguirono il rastrellamento che portò alla cattura di oltre venti partigiani e di altrettanti civili inermi,
sia durante il viaggio di ritorno verso Capolapiaggia, dove furono trasferiti i prigionieri che poi vennero
fucilati.
Di prima mattina, un carro su cui viaggiavano quattro contadini e la maestra di Pozzuolo, provenendo da
Capolapiaggia, arrivò fino al mulino, dove venne macinato il grano che trasportava. La maestra proseguì
verso Pozzuolo ed al suo arrivo rassicurò tutti dicendo che durante il viaggio non aveva notato nulla di
particolare.
I quattro contadini con il carro ripreserò la strada verso Capolapiaggia e poco dopo aver superato la
chiesa si imbatterono nei nazi-fascisti che stavano iniziando l'accerchiamento di Pozzuolo. Senza nessun
preambolo, i quattro furono uccisi a colpi di fucile ed i loro corpi furono abbandonati sul ciglio della strada.
Nel pomeriggio iniziò il trasferimento da Pozzuolo a Capolapiaggia dei prigionieri catturati durante il
rastrellamento; ciò avvenne per gruppi, con davanti alcuni fascisti che facevano da guide. Un prigioniero
che si trovava in coda ad uno di questi gruppi composto da quattro persone, all'altezza del mulino si fermò
e si sedette fingendosi stanco; da uno degli aguzzini gli fu subito intimato di rialzarsi, sferrandolgi un colpo
con il calcio del fucile.
Quel gesto non piacque ad un altro soldato tedesco che rimproverò il suo collega e fece un cenno
d'intesa al prigioniero invitandolo di fatto a fuggire e fu così che Secondo Severini riuscì a salvarsi.
Un altro prigioniero, un non meglio identificato soldato abruzzese, si salvò tuffandosi nel laghetto che
c'era a fianco del mulino, mentre gli altri due furono uccisi proprio davanti all'ingresso del mulino stesso.
Una delle due vittime innocenti della furia nazi-fascista che si scatenò qui a Pielapiaggia era un ragazzo
di appena 14 anni.
(…)
Simboli:
Non sono presenti simboli

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Osservazioni personali:
La valutazione del sito è stata fatta in base alla mia visita effettuata anni prima del sisma del 2016.

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