119117 - Lastra ad Anna Picari ‘Morina’ – Milano

A Milano, in prossimità dell’angolo fra via Mambretti e via Ameglio, si scorge una piccola lastra metallica che ‘le compagne’ dedicarono a ‘Morina’. Morina era il nome di battaglia della giovane partigiana Anna Picari. La lastra misura approssimativamente 35×30 centimetri con scritte in vernice, affissa a destra della volta da cui inizia la stretta via Ameglio.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
zona Vialba - Quarto Oggiaro
Indirizzo:
Via Mambretti angolo Via Ameglio
CAP:
20157
Latitudine:
45.509204
Longitudine:
9.131961

Informazioni

Luogo di collocazione:
lato strada
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Altro
Materiali (Dettaglio):
Lastra metallica
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione Comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
  • Anna Picari
    nacque il giorno 1 gennaio 1921 a Sutri, in provincia di Viterbo, da Santino e Colomba, sorella di Esterina, Domenico, Antonio, Luigi, Mariangela, Maria, Uliana ed altri che vissero solo brevemente. Conobbe Enrico Giudici a Roma, durante il periodo in cui prestava il suo servizio di leva.
    I due giovani si sposarono e si stabilirono a Milano, presumibilmente in via Ameglio, dove attualmente è affissa la piccola targa commemorativa.
    Nel 1944, Enrico combatteva nella Resistenza della Val d'Ossola. Quando Anna seppe di essere incinta, raggiunse la Val d'Ossola ed iniziò a fungere da 'staffetta' assumendo il nome di battaglia "Morina". Quando finalmente riuscì a scoprire il luogo segreto dove si trovava Enrico, Anna volle raggiungerlo a tutti i costi, per comunicargli personalmente la bella notizia. Nonostante Enrico avesse fatto di tutto per convincerla a tornare a casa, al sicuro, Anna rimase e diventò una 'garibaldina' del reparto comandato da Domenico Pizzi detto "Moro".
    Nel 1944 i nazifascisti iniziarono la controffensiva poi denominata "Rastrellamenti del '44", contro la Libera Repubblica dell'Ossola.
    Anche Anna imbracciò le armi ed affrontò i nemici che avanzando, costrinsero i partigiani a ripiegare in alata valle, fino alle baite della "Colla", a circa 2000 metri, vicinissime al "Passo di Monte Moro". Per il fatto di essere ormai prossimi al confine con la Svizzera, forse i partigiani si sentirono ormai al sicuro e si fermarono per la notte. All'alba del 17 ottobre Anna, uscì dalla baita per stendere i panni al sole e subito diede l'allarme perché nella boscaglia intorno alle baite vide i reparti nazifascisti disposti a semicerchio, pronti per l'attacco. Rientrò subito nella baita ed assieme al marito fecero fuoco contro il nemico. In quei momenti Anna disse al marito che se doveva morire era contenta di morire accanto a lui. Quando la baita crollò, cedendo sotto i pesanti colpi di mortaio, Anna ed Enrico furono costretti fuggire e nascondersi nei cespugli lì intorno.

  • L'uccisione
    Enrico ferito da una scheggia fu messo in salvo, ma Anna, 22 anni, incinta di 8 mesi, venne subito falciata da una raffica di mitra e crudelmente finita da un fascista che scaricò su di lei la rivoltella, ponendo termine alla sua breve vita ed anche a quella che Anna avrebbe dato al mondo.
    Come ultimo gesto di spregio e di mancanza di umanità, affinché i caduti non potessero ricevere una degna sepoltura ed i dovuti onori, anche in questo caso gli aguzzini distrussero i documenti delle loro vittime e non contenti seppellirono i loro resti nel fitto del bosco affinché non rimanessero tracce.

  • Il ritrovamento ed il riconoscimento
    Nel luogo dell'occultamento, un sacerdote terrorizzato vide la scena rimanendo senza farsi scorgere.
    Tenne quel segreto fin dopo la Liberazione e nel 1946 rivelò l'accaduto indicando esattamente il punto nel bosco dove Anna ed altri partigiani erano stati seppelliti.
    I corpi furono disseppelliti e portati all'obitorio di Milano. I probabili parenti delle vittime furono avvisati del ritrovamento e furono invitati per lo straziante riconoscimento dei corpi ormai irriconoscibili. Il padre di Anna immediatamente partì da Sutri e si recò all'obitorio di Milano. Il difficile riconoscimento della figlia fu possibile possibile solo grazie alla fede nuziale rimastole al dito.
    La salma di Anna Picari si trova ora nel Cimitero Maggiore di Milano, nel Campo della Gloria (campo 64, 274).
    (non lontano da lei riposa suo marito morto nel 1992)

  • In seguito
    Suo marito Enrico Giudici, dopo essere sfuggito all'eccidio ritornò a vivere a Milano. Successivamente si risposò ed ebbe due figli. Alla primogenita diede il nome di Anna.
    Come da lui indicato, alla sua morte nel 1992 le sue spoglie furono poste vicinissime a dove riposa Anna.
     

  • L'Unità del 20 gennaio 1946
    Anna Picari era una giovane donna.
    Anna Picari aveva la sua famiglia, una casa, una vita semplice, senza difficoltà. Ma questo non importava. C'erano i tedeschi in casa, i fascisti, bisognava combatterli.
    E nel giugno del 44 Anna Picari partiva per raggiungere il marito, partigiano in Val d'Ossola, nella II brigata Garibaldi.
    Aveva voluto unirsi a lui anche nella lotta, affrontando serenamente le aspre difficoltà di una vita che non conosceva. «Morina» la chiamarono i compagni. «Morina» fu partigiana in Valle Anzasca. All'Alpe Colla, tornando un giorno dall'aver assolto un compito, Morina scorse, un forte gruppo gruppo di nazifascisti che si disponeva per un attacco di sorpresa. Dette l'allarme: per lei fu salva quasi tutta la «Volante Fanfulla» che da poco giunta a quota 3000 bivaccava stanca dopo una lunga marcia forzata. Ma «Morina» fu colpita da una raffica e cadde prigioniera. Imbestialiti per non essere riusciti a strappare una parola, una confessione, i fascisti la finirono a colpi di mitra.
  • Contenuti

    Iscrizioni:
     


    ALLA MARTIRE
    ANNA PICARI
    (MORINA)
    LE COMPAGNE
    MACUGNAGA - 17-10-1944

    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:
    Staff Pietre:
  • Ringraziamo il signor Andrea Marcon dell'A.N.P.I. Novara per averci fornito l'articolo de L'Unità del 20 gennaio 1946 di cui abbiamo riportato la parte riguardante Anna Picari.
  • Si ringrazia la signora Francesca Catracchia (nipote di Anna) per il ritratto e per la collaborazione che ci ha permesso di completare la scheda in memoria di sua zia Anna.
  • In 'galleria' vi è un ritratto familiare di Anna Picari ed un'immagine del cippo nel luogo dove riposa, Campo 64, fossa 274 (Cimitero Maggiore di Milano)


    Anna Picari è ricordata anche in :
  • 187463 - Ai Caduti per la Libertà – Loggia dei Mercanti – Milano
  • 188732 - Campo della Gloria ai Caduti per la Libertà – Cimitero Maggiore – Milano
  • Memoriale ai Caduti – Idroscalo - Milano

    FONTI:
  • A.N.P.I. Novara
  • Divisione Val Toce: La sposa partigiana
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