43594 - Lastra ai martiri della famiglia Foletti – Massa Lombarda

Lastra in marmo che ricorda l’eccidio della famiglia Foletti di Massa Lombarda, barbaramente trucidata dai nazifascisti il 17 ottobre 1944.  E’ stata apposta sulla parete dell’abitazione delle 5 vittime, dai famigliari nel 1952.

NOTA STAFF PIETRE:  questa lastra commemorativa è stata censita dagli studenti dell’ ITI Nullo Baldini  e dell’I.C. San Biagio di Ravenna,  nell’ambito della 3^ed. 2015-16 per l’Emilia Romagna del Concorso “Esploratori della  Memoria”

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Martello, 2
CAP:
48024
Latitudine:
44.453964100177735
Longitudine:
11.847038269042968

Informazioni

Luogo di collocazione:
Sulla parete esterna dell'abitazione sorta su quella -distrutta e incendiata- nella quale abitava la famiglia trucidata. Sul lato della casa che si affaccia sulla strada
Data di collocazione:
17/10/1952
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo nella quale la scritta è incisa in nero ed oro
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Famigliari
Notizie e contestualizzazione storica:
Il 17 ottobre 1944 fu consumato uno dei più feroci e tremendi massacri avvenuti nella provincia di Ravenna in cui furono uccise 23 persone appartenenti alle famiglie Baffè e Foletti insieme ad amici, ospiti occasionali, vicini e dipendenti.
La strage fu un atto di rappresaglia dei nazifascisti contro civili inermi uccisi senza pietà e senza ragione.
Dopo la carneficina le abitazioni dei Baffè e dei Foletti furono incendiate e fatte saltare con mine e i cadaveri delle vittime lasciati alle fiamme.

Nella notte del 16 ottobre 1944 alcuni camion provenienti da Lugo e Sant’Agata si avviaro verso la periferia del paese, più o meno nei pressi di via Martello. All’interno dei mezzi , decine di nazisti e fascisti pronti per un rastrellamento mirato. Il loro obiettivo è casa Baffè.
La famiglia era nota per il suo impegno nella lotta antifascista. Giuseppe era già stato condannato due volte dal tribunale speciale per la sua avversione al fascio. Sua figlia Osvalda (Lalla) era staffetta e caposquadra di un Gap di Massa Lombarda. Alfonso, fratello di Giuseppe, aveva da tempo aperto la sua casa ai partigiani, mentre gli altri membri della famiglia sono impegnati nella lotta e fanno parte del distaccamento “Umberto Ricci”.
Il manipolo nazifascista rastrellò tutta la zona dirigendosi verso la proprietà dei Baffè, ma lungo il percorso venne intercettato da un gruppo di gappisti che li impegnarono tutta notte. Nello scontro morirono un ufficiale tedesco ed il partigiano Giulio Scardovi.
Alle 5 di mattina del 17 ottobre i nazifascisti arrivarono a destinazione. I Baffè vennero picchiati, senza distinzione di sesso o età. I nazifascisti volevano avere informazioni sull’organizzazione partigiana, ma nessuno parlò, e allora li caricarono sui camion. Alla casa del fascio di Massa Lombarda i Baffè furono crudelmente torturati, ma nessuno parlò.
Tutti furono ricondotti a casa, dove si consumò la loro fine. I dieci Baffè (Alfonso, Angelo, Davide, Domenico, Federico, Giuseppe, Maria, Osvalda, Pio e Vincenza), i loro garzoni Severino Gallo e Giuseppe Cassani, gli sfollati Germano e Giulio Baldini, l’amico Augusto Maregatti e i coloni Leo e Antonio Landi. Alcuni furono fucilati sull’aia. Gli altri vennero stipati in casa, insieme ai cadaveri dei loro parenti e amici appena spirati. I nazisti fecero esplodere le mine e diedero fuoco alle macerie, sulle quali poi posero il cartello: «Qui abitava una famiglia di partigiani e di assassini».
La loro sete di morte però non era ancora placata. Un’altra casa e un’altra famiglia diventarono vittime del loro massacro. Si tratta dei Foletti. Vennero catturati i fratelli Adamo, Angelo e Antonio, insieme al garzone Giuseppe Cavallazzi. Sull’aia la loro vita fu spezzata da una raffica di mitra. L’ottantenne Giuseppe Foletti, infine, venne infilzato con un forcone e poi arso nel fienile.
Alla morte del partigiano Scardovi, si sono così aggiunte le vite dei Baffè e dei Foletti. In un solo giorno 23 persone sono spirate a causa della spietata rabbia nazifascista.

Contenuti

Iscrizioni:
QUI IL 17 OTTOBRE 1944
TRUCIDATI NELLA LORO CASA
DAI NAZIFASCISTI
PERIRONO
FOLETTI GIUSEPPE
FOLETTI ANGELO
FOLETTI ARISTIDE
FOLETTI ADAMO
CAVALAZZI GIUSEPPE
A RICORDO DEI LORO CARI
I FAMIGLIARI SUPERSTITI
17 OTTOBRE 1952
Simboli:
Non vi sono simboli

Altro

Osservazioni personali:
La casa è posizionata di fronte a quella dei Baffè -vedi scheda- anch'essi trucidati dai nazifascisti nello stesso giorno. complessivamente 22 vittime (più il partigiano Scardovi -vedi scheda- ucciso poco distante lo stesso giorno) che vivevano del duro lavoro dei campi che ancora oggi circondano le due case. Impossibile non provare un momento di commozione ricordando quel tragico 17 ottobre 1944.
La preziosa testimonianza di Annunciata Foletti: “Poi andarono in fondo al podere a prelevare i miei familiari e il garzone. Li portarono nel cortile: volevano che dicessero dov’erano partigiani. Loro non rispondevano, forse non sapevano e se qualcuno sapeva taceva. Erano furenti. Li minacciavano e li colpivano, poi vennero allineati con la schiena contro la porta della stalla… Venne incendiato il fienile sopra di loro e vennero falciati a raffiche di mitra. Spararono tedeschi e fascisti. Morirono anche i due ragazzi che erano stati costretti a scavare le buche per gli esplosivi nella casa dei Baffè. Mio zio, Giuseppe Foletti, di novant’anni era rimasto in casa nascosto: venne trovato e portato fuori. Alla vista del massacro tentò di inveire ma uno di quei delinquenti lo infilò in cima ad un forcale e lo buttò vivo in mezzo alle fiamme dove morì orrendamente”.

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