Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Piazza Unità d'Italia
- CAP:
- 20871
- Latitudine:
- 45.613884
- Longitudine:
- 9.36994279999999
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Atrio d'ingresso del palazzo comunale
- Data di collocazione:
- 25/04/2013
- Materiali (Generico):
- Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Lapide in marmo con epigrafe
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Amministrazione comune
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Salvatore Principato, socialista, fu tra i rappresentanti dell’antifascismo milanese per tutto il Ventennio e fu fucilato con altri quattordici partigiani in Piazzale Loreto a Milano il 10 agosto 1944, aveva cinquantadue anni. Nato in Sicilia a Piazza Armerina (Enna) il 29 aprile 1892, giunse a Milano nel 1913, dopo aver conseguito il diploma per l’insegnamento nelle scuole elementari. Frequentò la casa di Filippo Turati e di Anna Kuliscioff e, durante la Grande Guerra, combatté come semplice soldato e poi caporale sul Carso. Nel maggio 1917 meritò una medaglia d’argento al valor militare per aver fatto quindici prigionieri austrici, durante la battaglia del monte Vodice. Negli anni Trenta fece parte del comitato milanese di «Giustizia e Libertà» con Roberto Veratti e Alfredo Bonazzi (cfr. Mario Giovana, Giustizia e libertà in Italia. Storia di una cospirazione antifascista 1929-1937, Torino, Bollati Boringhieri, 2005, p. 224). Fu arrestato il 19 marzo 1933, deferito al Tribunale Speciale di Roma e rilasciato dopo oltre tre mesi di carcere. Nel 1942 fu tra i fondatori del M.U.P., Movimento di Unità Proletaria, e negli anni della guerra divenne uno dei punti di riferimento del P.S.I.U.P., Partito Socialista di Unità Proletaria. Fece parte della 33ª brigata Matteotti, del secondo e del terzo comitato antifascista di Porta Venezia e del Comitato di Liberazione Nazionale della Scuola. Venne arrestato dalle S.S. l’8 luglio 1944, imprigionato nel carcere di Monza e poi a San Vittore. Era il più anziano dei Quindici martiri di Piazzale Loreto.
A lui furono dedicati anche: il 10 agosto 1946 una targa a Milano in viale Gran Sasso 5, dove Salvatore aveva abitato dal settembre 1924; il 25 aprile 1947 un busto in marmo, opera dello scultore Alfeo Bedeschi, nell’atrio della scuola elementare «Leonardo da Vinci» di Milano (piazza Leonardo da Vinci 2), l’ultima scuola dove aveva insegnato; il 25 aprile 2010 due targhe a Piazza Armerina, inaugurate in corrispondenza della via a lui già intestata nel 1946, corrispondente al tratto urbano della strada provinciale n. 15 che corre parallelo alla via Giacomo Matteotti.
La moglie Marcella Chiorri (1902-1980) e la figlia Concettina (1924-2009) ne continuarono la battaglia per la libertà fino al 25 aprile 1945 e poi ne valorizzarono l’insegnamento morale come è oggi testimoniato nei due volumi: Concettina Principato, «Siamo dignitosamente fiere di avere vissuto così». Memoria della Resistenza e difesa della Costituzione. Scritti e discorsi, a cura di Massimo Castoldi, Ravenna, Giorgio Pozzi Editore 2010 e Marcella Chiorri Principato, Storia di un comitato. Il Comitato Onoranze Caduti per la Libertà. Milano 1945-1956, a cura di Massimo Castoldi, Milano, Franco Angeli 2014.
Per un approfondimento si segnala il sito www.ultimelettere.it a cura dell’INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia), dove è riprodotta l’ultima lettera di Salvatore dal carcere con un ampio profilo biografico.
Contenuti
- Iscrizioni:
- Salvatore Principato (1892 - 1944)
Maestro nelle scuole comunali e nel collegio Tommaseo di Vimercate
Socialista e antifascista
Trucidato nella strage di Piazzale Loreto il 10 agosto 1944 dalla barbarie nazifascista
L'amministrazione comunale pose a perenne ricordo 25 aprile 2013
- Simboli:
- Non sono presenti simboli
Altro
- Osservazioni personali:
- NOTA STAFF-PIETRE: la scheda è stata aggiornata in data 04/02/2015 grazie ad informazioni e materiale fotografico che ci è stato inviato da Massimo Castoldi, nipote di Salvatore Principato.